Capitolo 14.1 - Spiegazioni

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Samir invitò i ragazzi a sedersi, così, tutti a gambe incrociate e posizionati in cerchio sul freddo pavimento, puntarono il loro sguardo su di lui. La solennità del momento stava inquietando Stella, che aveva intrecciato inconsciamente le mani avanti al suo grembo in una parvenza di preghiera. Nell'aria aleggiava una strana tensione, nessuno proferiva verbo in paziente attesa.

Samir era pronto a raccontare la sua versione dei fatti riguardo gli avvenimenti del passato e la profezia; forse li aveva spaventati col suo tono, ma il turbamento causato dalla sua chiacchierata con Lucio e la delicatezza dell'argomento, lo portarono a essere tremendamente serio.
L'amico lo aveva invitato di nuovo a tacere sul destino di Stella, prima di chiudere la chiamata, ma non era certo fosse la cosa migliore.

Aveva già potuto constatare con i suoi occhi quanto quei due ragazzi fossero insistenti e questo era un vero pericolo per il loro fine: mai si sarebbe dovuta congiungere con altri a livello intimo, se non con il guardiano del Sole. Il processo si era infatti avviato ed ella non avrebbe avuto più libero arbitrio al riguardo; non informarla di questo, avrebbe potuto solo compromettere anni di fatiche e dolori.
La ragazza pareva davvero troppo presa dal bel Marte e questo sarebbe stato un disastro, soprattutto considerando che era pressoché certo che la ragione del suo blocco fosse la semplice possibilità che il fidanzato scomparso fosse ancora vivo, pensiero che lui condivideva; se fosse svanita anche questa speranza, era sicuro ch'ella si sarebbe lasciata andare senza remore al moro dai pozzi scuri come la notte.

Venne distratto dai suoi pensieri da uno sbuffo di Vanja, la quale odiava stare lì in attesa in quella postura scomoda; il professore non aveva una grande considerazione di quella ragazza, la riteneva frivola e non avvezza al gioco di squadra. Ovvio, si augurava di sbagliarsi dato che in quella missione sarebbe stato fondamentale, ma non vi contava troppo.

In situazioni come quella gli mancava Saturno, quello che riteneva indispensabile in questo gruppo allo sbando: la sua razionalità si sarebbe rivelata fondamentale. Era così affine con l'egiziano; lo chiamava maestro e il rispetto nei suoi confronti era infinito, così come la massima gratitudine per ogni nozione gli avesse insegnato. Non era un caso che anche Giove avesse il medesimo autocontrollo e la stessa obiettività: erano cresciuti con lui, anche se il pianeta assente aveva trascorso in quella casa solo gli ultimi quattro anni della sua esistenza contro i dieci di Gavin, per cui erano ben consapevoli dell'importanza dell'operazione e la prendevano con il rispetto dovuto.

Avevano entrambi perso la madre, mentre i loro padri se l'erano defilata per paura della morte; glieli avevano lasciati in custodia, sperando di allontanare da loro quella che consideravano una maledizione. Lui, dal canto suo, li aveva accolti senza remore; ci teneva davvero a quelle due teste calde, perché di questo si trattava. Due caratteri molto simili, ma in costante disaccordo. Scacciò dalla mente i ricordi e iniziò il suo lungo racconto.

"Sono a conoscenza del fatto che i vostri genitori vi abbiano accennato qualcosa riguardo la profezia e il nostro destino. Io ora vi spiegherò ogni cosa, sin dal principio, ognuno di voi dunque potrà aggiungere tasselli a quel che già sa. Non sto a ripetere l'esperienza all'interno del tempio, quella già la conoscete sicuramente.
Prima di procedere con la profezia però ci tengo a farmi conoscere anche da coloro che non sanno nulla sul mio conto, così che sappiate tutti chi sono e vi possiate fidare di me".

Fece una pausa, osservandoli uno a uno, così da esser certo di avere la loro totale attenzione.
"Quello che accadde dopo l'esperienza nel tempio, fu per ognuno differente. Ogni componente della comitiva visse quanto avvenuto a modo proprio, ma un solo filo conduttore ci univa tutti: il terrore, perché quando ci rendemmo conto di quanto diceva la profezia, capimmo il vero significato di quella parola. Lo si da per scontato, chi non ha paura di qualcosa, dalla più banale alla più seria? Ma nulla paragonabile al vero terrore; è un qualcosa che si insinua dentro, aggroviglia le tue viscere, ti fa cedere le ginocchia e tenta giorno dopo giorno di annientarti. Prendemmo atto che anni bui si prospettavano all'orizzonte, le nostre compagne sarebbero morte senza che noi potessimo fare assolutamente nulla, avremmo dovuto accettare il nostro compito, nonostante fossimo appena ventenni, un po' come voi oggi. Io...", Luchman si fermò un attimo, per recuperare le forze e affrontare quel discorso così ostico per lui, quanto doloroso.

Sun and Moon - TRILOGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora