Capitolo 23.1 - Sotto le macerie

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I ragazzi si erano precipitati subito verso quelle grida, scavalcando detriti su detriti.

Per la prima volta da quando si erano conosciuti, collaborarono tra loro, senza insultarsi, nonostante fino a pochi minuti prima aleggiasse un'aria tutt'altro che serena. La loro complicità riuscì a fare in modo che i calcinacci riversatisi sul terzetto, venissero rimossi rapidamente, senza perdite di tempo prezioso.

"Maestro!", una Sarah spaventata si gettò su Samir, incurante delle sue forme scoperte; l'uomo respirava irregolarmente e non accennava ad aprire i suoi smeraldi.
La ragazza era spaventata: come avrebbe fatto se avesse perso pure lui?
Tentò invano di richiamare la sua attenzione, appellandosi alla sua forza di volontà, agli affetti che avrebbe lasciato in lacrime, al figlio ignaro di quanto stava accadendo in quella dimensione tanto lontana dalla sua e che mai avrebbe potuto riabbracciare il proprio padre.

Gocce infinite scendevano sulla liscia pelle di Saturno: era spaventata, tremolante, non trovava la giusta via per reagire, per sfuggire a quella morsa che le stringeva il petto.
Aveva già dovuto dire addio a tante persone care nel corso della sua breve esistenza e il suo mentore sarebbe stato l'ennesimo di una lista sin troppo lunga.

A un tratto sentì una felpa calarle sulla testa, costretta dalla stessa persona che gliel'aveva porta a indossarla per poter coprire le sue nudità. Un profumo caldo e avvolgente le permeò le narici, il quale l'avrebbe di certo tranquillizzata se solo la situazione non fosse stata così tragica. A confortarla ci pensò però il possessore di quel provvidenziale indumento, il quale emanava la stessa famigliare essenza, e dalle cui forti braccia venne avvolta da dietro, sorretta, cullata, braccia che non avrebbe mai pensato avrebbero saputo darle tanto conforto.

Ella era certa che Gavin non l'avesse mai sopportata, d'altronde il sentimento era sempre stato reciproco, ma le tornarono fulminee alla mente parole ormai lontane che le disse una volta il professore, uno dei suoi innumerevoli insegnamenti, le quali la portarono a comprendere il perché delle azioni del bruno.

Ricordati, Sarah, che nella paura e nel dolore non potrai mai sentirti sola: l'essere umano tende bisognoso ad avvicinarsi, necessitando di un compagno di agonia, col quale sorreggere una sacca più grande che possa contenerla tutta al suo interno, così da sentirne meno il gravoso peso. Per cui fai tesoro di quanto ti sto dicendo e, se mai un giorno ti troverai malauguratamente in un momento difficile, non dimenticarti che ci sarà sempre qualcuno con cui condividerlo, anche chi non avresti mai immaginato di trovare a spartire con te quel frangente di vita.

Fu dunque per tale motivo che, nonostante gli infiniti battibecchi avuti nel corso degli anni con Giove, non lo scacciò via; era difatti certa che lui fosse l'unico a poter davvero comprendere la sua sofferenza, quel ragazzo che aveva vissuto come lei una quotidianità gioiosa col moribondo tanto amato e che provava a sua volta le stesse strazianti emozioni che la stavano sgretolando pezzo dopo pezzo.
Si girò così grata verso di lui, accogliendo il suo invito a lasciarsi consolare e, adagiando il volto sulle sue larghe spalle, rannicchiandosi in quel porto di fortuna, scoppiò in sonori e tormentati singhiozzi.

Michele nel mentre aveva affidato senza remore Stella a Mercucio, sperando che il giovane non avrebbe combinato altri disastri, ma che sarebbe altresì riuscito a sfruttare nel giusto modo la propria influenza emozionale.
La rossa era ancora stordita, talmente tanto che Mercurio faticò a mettere in atto le proprie abilità: ella era troppo sopraffatta infatti dai taglienti pianti disperati che la penetravano fin dentro al midollo, chiedendosi come avesse potuto perdere il controllo in quel modo tanto catastrofico da demolire ogni cosa.

Sun and Moon - TRILOGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora