Darren sulla Lista Nera

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Harry's pov.

Se fossi un professore di quelli bastardi fino al midollo, Darren si ritroverebbe a fine anno con la mia materia gravemente insufficiente in pagella solo per quello che ha appena fatto davanti ai miei fottutissimi occhi.
«Harry?».
Mi volto con riluttanza verso Logan Tancredi, aggrottando le sopracciglia di fronte al suo sguardo indagatore, ora fisso sul fondo del corridoio.
«Non starai esagerando con questa storia del professore - eroe?»
«Quale storia?», ribatto accigliato, seguendolo verso l'aula professori.
«Ma sì, questa cosa del difendere i giovani studenti indifesi dalle grinfie dei cattivi-», spiega lui, storpiando la voce in modo che suoni grossa e teatrale sulle ultime parole.
«Avanti- ho visto come hai guardato Dawson», aggiunge, indicando con un cenno del capo il punto del corridoio in cui poco fa l'ho vista parlare con Darren- prima che lui non perdesse occasione di mostrarsi per lo stronzo quale è.
«Come- come l'avrei guardata, scusami?».
Ed ecco l'ansia che mi monta nelle vene tutta in una volta. Sto letteralmente sudando nella camicia, sotto al suo sguardo divertito e beffardo.
Alza le spalle, prima di rispondermi- e la mia lunga, chilometrica coda di paglia inizia a prendere fuoco.
«È del tutto normale prenderseli a cuore, Harry», sospira, precedendomi all'interno dell'aula gremita di professori. «Così come è naturale che si creino certe- dinamiche, nell'ambiente scolastico, a conseguenza di ciò». E per quanto abbia abbassato la voce, la sua risatina si fa subito sentire dall'intera stanza.
I suoi occhi scivolano sui volti dei nostri colleghi, quasi che stia cercando tra essi il colpevole di un qualche crimine.
«D'accordo, di cosa diamine stai parlando?», sbrocco, ormai in preda al panico all'idea che qualcuno possa aver colto qualcosa della tresca tra me e Joy.
Dalla sua espressione sorpresa, però, direi che la mia reazione è stata un tantino esagerata.
Devo darmi una controllata- cazzo.
«Quello che voglio dire è che- temo ci sia chi trova irresistibile il tuo fascino da giustiziere, sempre pronto a schierarti a difesa dei tuoi studenti». Si spiega finalmente, reprimendo una risata e con un cenno impercettibile degli occhi mi indica il gruppo di professoresse in fondo all'aula.
«Io mi schiero dalla parte di chi è nella ragione», preciso, abbassando subito lo sguardo quando i miei occhi incrociano quelli della signora Thales.
«Sì, lo so. E lo sa anche lei».
Scuoto il capo, schioccando la lingua contro il palato. «Dio, Logan. Ha passato i cinquanta...»
«Fosse quello il problema!», continua a ridacchiare lui, fingendo di cercare qualcosa nella sua ventiquattrore di cuoio. «È sposata e ha due figli, di cui uno quasi della tua età. Eppure non si fa troppi scrupoli a descrivere alle colleghe l'intero elenco delle posizioni in cui vorrebbe fotterti»
«Sei uno spara cazzate», rido anche io, dandogli una spallata e le nostre risate vengono sovrastate dalla campanella che segna l'inizio della nuova lezione dopo l'intervallo breve.
«Ci vediamo!», lo saluto e dopo pochi secondi rimango in aula con altri due docenti che, come me, hanno l'ora libera.

Mi guardo attorno con circospezione, prima di tirare fuori il cellulare dalla tasca e aprire la chat di Joy.
Quello che ho visto non mi piace nemmeno un po'.
Ragazzate o meno, sono dell'opinione che certe situazioni è meglio prevenirle che curarle.

Joy's pov.

«Sei sicura, Joy?», mi domanda Tris, osservando la foto sulla galleria del mio cellulare. «Cioè, è un taglio drastico, considerata la lunghezza dei tuoi capelli-»
«Non ho detto che li taglierò sicuramente. Ho detto che mi piacerebbe avere il coraggio di farlo», replico io, tirando fuori i libri di filosofia.
«Fa vedere...», si intromette Marion, sporgendosi alle spalle di Tris per dare un'occhiata. «Dio, ma questa è Mila Kunis! Che figa stratosferica...».
Basta un solo commento e i miei sospetti circa il suo orientamento sessuale aumentano di volume. Marion è la classica diciassettenne ancora vergine che non parla di ragazzi nemmeno sotto tortura. Per lei sono tutti degli imbecilli patentati che non meritano la sua attenzione.
«Comunque a me piacciono. Hai dei lineamenti adatti per quel taglio, secondo me»
«E... come mai questa voglia improvvisa di cambiare look?».
Tris mi guarda con aria maliziosa, mordendosi divertita le labbra. «C'è aria di cambiamento?»
«No, è solo la puzza di Warren, questa...», ribatte Marion, ricevendo in risposta uno spintone da parte del diretto interessato. «Cristo- lavati, benedetto ragazzo!».
E ridendo torna a sedersi al suo banco in prima fila.
«Succhiamelo, Marion!»
«Nah! Fattelo succhiare dalla tua insegnante di violino!».
Scuoto il capo, domandandomi se sentirò mai la mancanza di questa gabbia di matti quando, fra due anni, il liceo sarà finito.
«Uhm... Joy.» La voce di Tris distoglie la mia attenzione dal siparietto di Marion. Sta suonando un violino invisibile, rincorsa da Igor Warren per tutta l'aula.
E una gabbia di pazzi sarebbe forse un posto persino più sobrio rispetto alla nostra classe.
«C'è un signor h - puntata che ti scrive di raggiungerlo al bagno della biblioteca fra dieci minuti».
Prima ancora di fare mente locale su quanto stia dicendo, afferro il mio cellulare, aprendo incredula la chat di Harry.

Joy D. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora