A piedi nudi per far meno rumore al mondo

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«Harry, no. Ma non vedi? Inserire l'incastro A in A. Quello è il B. Senti, lascia fare a me...».
È uno spasso.
Harry e Jim- o James, non ho ancora capito- hanno iniziato a montare quel passeggino per le bambole un'ora fa, eppure quell'ammasso di plastica continua a sembrare più la Tour Eiffel, piuttosto che una carrozzina.
«Fatto. Vedi? Ci sarà un motivo se tu hai studiato storia e io ingegneria-»
«Sì- e chi dei due si è poi laureato?», ribatte Harry, gli occhi socchiusi con aria di sfida e un sorriso malizioso sulle labbra.
James- o Jim- lo guarda bieco a quella puntualizzazione e William, seduto poco distante, scoppia a ridere.
«Vi ricordo che avete trent'anni», si intromette Gemma, tutta indaffarata a liberare il soggiorno dalla carta dei pacchetti regalo.
«Ha cominciato lui!», borbotta Harry, aggrottando le sopracciglia in un'espressione infantile che mi fa sorridere e intenerire al tempo stesso.
Per quanto possa essere anche alienante vederlo fare il bambino a trent'anni suonati con la sorella maggiore. Soprattutto se considero il piccolo dettaglio che riguarda il suo essere stato anche il mio professore, fino a qualche mese fa.
Ovunque volga lo sguardo vedo giochi, vestitini da bambina, bambole, fogli disegnati e pennarelli- mi sembra di essere tornata all'asilo.
«Joy, ti ho fatto un disegno!».
Ashley, seduta accanto a me al tavolo, mi porge un foglio piegato in due. Le sue dita macchiate di pennarello mi suggeriscono che deve essersi anche impegnata parecchio per farlo, perciò le sorrido e do volentieri un'occhiata alla sua opera d'arte.
«Questo è lo zio Harry- questa sei tu e poi c'è la cicogna che porta la cuginetta- qui in alto».
I miei occhi si riempiono all'istante di lacrime- non credo di aver mai ricevuto un regalo più dolce e innocente di questo in tutta la mia vita.
«È bellissimo, Ashley. Sei molto brava»
«Ti sei appena condannata. Adesso si sentirà libera di riempirti di disegni», commenta il padre delle bambine, che si è unito alla festa solo pochi minuti fa, a causa di alcuni impegni lavorativi.
E infatti Ashley si è già rimessa all'opera su un'altro foglio di carta immacolato, che in poco tempo si ritrova coperto di fiorellini, cuoricini e persone sorridenti. Non ci vuole uno psicologo per capire che questa bambina stia vivendo un'infanzia felice.
Scivolo lo sguardo su Harry, ancora intento a montare i pezzi della carrozzina. Se ne sta seduto in mezzo al soggiorno, tutto concentrato a fare lo zio. Courtney siede in mezzo alle sue gambe, reggendo fra le mani una delle bambole che ha ricevuto in regalo.
È un'istantanea che riavvolge il tempo indietro di quasi un anno, riportandomi a quel pomeriggio del primo di gennaio.
Quante cose sono cambiate da allora. Se solo mi avessero detto che a distanza di una decina di mesi mi sarei ritrovata in questa casa, a festeggiare il compleanno della nipotina del professor Edwards- con in grembo la sua bambina, sarei scoppiata in una risata isterica.
Perché dai, chi ci avrebbe creduto seriamente?
Eppure eccomi qua.
Un profondo sospiro mette in attesa il resto dei miei pensieri e mi accorgo di avere urgente bisogno del bagno.
«In fondo al corridoio, di fronte al sottoscala».
Ringrazio il compagno di Gemma e mi avvio verso il fondo del salotto.
Il basso ventre mi fa tremendamente male, segno che la piccola deve essersi spostata di nuovo per appoggiarsi con tutto il suo dolce peso sulla mia vescica.
«Joy, tutto bene?». La voce preoccupata di Harry in corridoio mi fa sorridere e scuotere la testa.
Questa volta ha aspettato la bellezza di due minuti prima di correre in mio soccorso; potrebbe essere già un passo avanti.
Non sono nemmeno più libera di andare in bagno, senza che lui pensi puntualmente al peggio.
Finisco di asciugarmi le mani e riapro la porta, sorridendo divertita dall'espressione seria che trovo ad accogliermi.
«Tua figlia sta facendo un pisolino sulla mia vescica», lo informo, richiudendo la porta alle mie spalle.
Dopodiché faccio per passargli accanto e tornare in salotto, ma lui, approfittando del fatto che siamo soli, mi afferra delicatamente da un braccio e mi fa voltare di nuovo verso di lui. Le sue mani si chiudono a coppa sul mio mento e con una lieve pressione mi alza il viso.
Chiude le labbra sulle mie- e il tenue schiocco bagnato fa poi sprofondare l'intera casa nel silenzio.

Joy D. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora