1.4

114 15 2
                                    

-vai, spara- la incita Greta, sedendosi accanto a lei sul pavimento scuro.

-dobbiamo scappare via da qui, ho un'altra casa in Inghilterra, tempo di fare le valigie, prendere le macchine, stampare i biglietti per l'aereo e siamo già arrivati-

-Sarah, scappare non è mai la soluzione, il detective potrebbe seguirti- dico guardandola seriamente, alza gli occhi al cielo cominciando ad avviarsi verso il suo armadio.

-mamma l'ha già licenziato, e comunque scappare è l'unico metodo di difesa che conosco. Sono cresciuta scappando, e adesso non è proprio il momento di smettere- sbotta riempiendo i suoi grandi borsoni marroni con tutte le sue cose.

-per depistare il detective ci vuol bene poco, l'ho già fatto con gli altri ventidue- scrolla le spalle come se fosse una cosa da tutti i giorni, lasciandomi a bocca aperta.

-ti hanno cercata ventitrè persone diverse e le hai depistate praticamente tutte?-

-si, Thomas, ventidue su ventitrè,okay? Adesso andate a fare le valigie, io vado a tirare fuori le macchine- Sarah si carica in spalle i due borsoni di pelle anni 50' e scende di corsa giù dalle scale.

Ovviamente tutti obbediscono ai suoi ordini, io compreso, così prendo il mio trolley non ancora sfatto e la inseguo, cercando di farla ragionare.

-Sarah, aspetta! Ci sono altri modi per affrontare la cosa- la raggiungo fermandola per il braccio proprio mentre sta per entrare nel garage, si gira verso di me con le lacrime agli occhi e un'espressione arrabbiata.

-non m'interessa, io da quei mostri non ci torno- singhiozza liberandosi dalla mia presa, io però la stringo a me, lasciandole un bacio sulla fronte.

-so perché è venuta- mormora ancora più debole, le alzo il viso per poterla guardare negli occhi e lei sospira.

-i media hanno scoperto che non sono veramente morta circa due mesi fa, così il guadagno dovuto alla bambola "Sarah" prodotta da mio nonno in onore del lutto è terminato. E una volta che un prodotto smette di vendere pian piano tutto va a puttane,quindi gli servo io, la pecorella smarrita che è stata ritrovata tutta spaventata in un casale della campagna meridionale francese. E so per certo che una volta tornata a casa mio padre mi aspetterà davanti a quel portone scuro con la sua cintura in mano- dice con la voce rotta dalla paura, stringendosi forte a me,facendomi venire i brividi dal disgusto che provo nei confronti dei suoi genitori.

-quindi non volevi sfuggire dal detective di tua madre, ma dalla furia di tuo padre- annuisce ancora piangendo, le lascio un bacio sulla guancia per tranquillizzarla.

-ce ne andiamo da questa merda di posto. Farei di tutto pur di proteggerti, scricciolo- prendo le chiavi delle macchine ed apro il portone del garage, trovandomi davanti ad una Jeep bianca, una lamborghini ed una ferrari nuove di zecca.

-oh mio Dio!- le ammiro come un bambino guarda le caramella in negozio, Sarah ridacchia asciugandosi le lacrime e carica le valigie nel bagagliaio della Jeep.

-siamo pronti, dove sono le...wow- la reazione dei ragazzi è praticamente identica alla mia, Sarah gli lancia le chiavi restanti e i due fanno sasso carta forbice per dividersi le macchine.

Io e la povera ragazza ricercata saliamo in macchina e seguo le sue indicazioni per arrivare in aeroporto, per fortuna che ho cominciato a fare gli esami per poter prendere la patente.

-non mi piace scappare- se ne esce così, interrompendo il silenzio creatosi nell'ultima mezz'ora di viaggio.

-so che così mi comporto da codarda combina guai, ma non so davvero cos'altro fare-

-tranquilla, andrà tutto bene- cerco di rassicurarla ma lei non si calma,non vuole proprio farlo.

-non andrà mai tutto bene, mi troveranno e allora sarà la fine, la mia fine-

-Sarah,non permetterò che tuo padre ti sfiori nemmeno con la punta delle dita- dico portando la mia mano sul suo ginocchio stringendolo piano.

-non sai contro chi ti stai mettendo, Thomas. Finirà male, lo so- si porta le mani tra i capelli sospirando pesantemente e non posso far altro che accarezzarla e guidare il più in fretta possibile per arrivare in aeroporto.

-ce la faremo, te lo prometto- mormoro cercando di convincere più me stesso che lei, imboccando la strada che porta all'ingresso principale.

Parcheggio in malo modo aiutando Sarah a scendere e mi carico i borsoni in spalla prendendo il trolley, i ragazzi arrivano subito dopo così raggiungiamo subito l'interno dell'edificio per fare il check in.

-ti prego, dimmi che poi manderai qualcuno a riprendere quei due gioiellini- Mike si spiaccica contro il vetro della sala d'aspetto ammirando un'ultima volta le due macchine ultra costose.

-passeranno più tardi due miei amici da Parigi. Tranquillo, verranno trattate come due regine- Sarah gli sorride divertita e per un attimo sembra che si sia dimenticata dell'intera situazione alle sue spalle.

La radio annuncia che è ora di imbarcarsi, così tutti ci mettiamo in fila con i biglietti in mano.
Io e Sarah stiamo per entrare, però una voce familiare ci blocca di colpo.

-sweetheart, dove pensi di andare?-

||E-mails|| T.B.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora