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-eccoci!- Sarah apre lo sportellone del minivan, saltando giù dal sedile tutta pimpante.

Lucas ci apre il bagagliaio e guarda Sarah con un non so che di malinconico, come fanno sempre tutti.
Del resto questa ragazza è imprevedibile, non sai mai con certezza quando sarà la prossima volta che la rivedrai.

-be safe, okay? *- la stringe forte a sé, piegandosi in avanti per poterla tenere il più vicino possibile.

-don't worry hun, I know how to take care od myself *- gli risponde la più piccola facendogli l'occhiolino, gli lascia un bacio sulla guancia e gli dice di partire prima che cominci a piangere.

Il moro ci saluta con un cenno della mano e se ne va in fretta, sfrecciando via lungo il sentiero di sassolini grigi.

-benvenuti nella mia vera e propria casa preferita!- Sarah indica la piccola villetta moderna dai tratti semplici, sicuramente non attira l'attenzione come il casale di prima.

-dai venite dentro, vi faccio fare un tour- ci invita tirando fuori le chiavi da sotto lo zerbino, ma veramente si fida a lasciarle lì in bella vista? Io non lo facevo nemmeno nel vicoletto di Vicenza, non mi fidavo di quei marmocchietti bastardi della casa affianco.

-allora, questo è il soggiorno con cucina e sala da pranzo annesse, se non si fosse capito io adoro gli open spaces- marca il verbo adoro alzando un attimo il tono di voce, ci guardiamo intorno affascinati.
È tutto in stile underground, con pareti color cappuccino e tanto legno scuro e un po' rovinato, c'è un mega divano di pelle marrone scuro pieno di cuscini bordeaux e neri con sopra molti libri e fotografie sparse.
Questo è decisamente il suo rifugio.

-le camere non sono proprio sullo stesso piano, quelle degli ospiti sono nel seminterrato- spiega aprendo una porta di legno massiccio -spero non sia un problema-

-basta che Shady e Mike non si mettano a scopare mentre io cerco di dormire- Sebastian si becca un ceffone sul capo da Mike, mentre la riccia e Greta alzano gli occhi al cielo.

-le stanze sono insonorizzate, quindi potete fare quello che volete- risponde la padrona di casa scendendo le scale assieme ai quattro, io decido di rimanere di sopra per guardare meglio le foto sparse sul divano.

Tante sono con una donna di una certa età con gli occhi uguali ai suoi, anzi, praticamente tutte sono con lei, ad eccezione di alcune con la sua vecchia gang e con Lucas quando erano più piccoli.
Non sembra nemmeno lei, forse perché sono state scattate tutte prima del "rapimento", è una persona totalmente diversa.

Ha cambiato corpo, prima era abbastanza in carne e non molto alta, una ragazza carina ma che di solito passa inosservata.
Adesso invece è abbastanza alta, rientra nella media, ha perso peso e ha molte più curve di prima.
Il volto una volta paffuto e roseo ora è magro, definito, e la sua pelle non è più così abbronzata come un tempo, è sempre pallida.
Le uniche cose rimaste uguali sono gli occhi vivaci e il sorriso smagliante, e questo la dice lunga su di lei.

-cosa stai facendo, Bocchimpani?- la sua voce mi richiama, mi giro verso di lei con ancora delle fotografie in mano e sorride, portandomele via.

-hai visto che bella che era nonna Rose? Molti dicono che ci assomigliamo- sfiora con malinconia il volto della nonna, rimettendo tutto in una scatola piena di biglietti di compleanni e concerti.

-l'hai più vista?- chiedo rimanendo appoggiato alla schienale del vecchio sofà, lei scuote la testa, curvando gli angoli della sua bocca verso il basso.

-è scappata anche lei, non posso nemmeno rintracciarla perché è una maledetta hacker- la guardo con gli occhi sbarrati, una signora di settant'anni che usa il computer ai suoi livelli?

-da qualcuno avrò pur preso, no?- mi fa l'occhiolino avvicinandosi a me, le stringo la vita pigramente con le braccia mentre lei mi accarezza i capelli.

-diventano sempre più lunghi, potresti fare concorrenza a Raperonzolo- mi prende in giro ridacchiando, alzo gli occhi al cielo.

-ma che simpatica- sbotto cercando di rimanere il più serio possibile, ma lei sorride in modo buffo e non posso far altro che scoppiare a ridere come un deficiente.

Torniamo in silenzio dopo un po', lei continua con le sue carezze e io appoggio la testa sul suo petto, sentendo gli occhi che fanno fatica a rimanere aperti.

-sei stanco?- chiede a bassa voce, mentre si attorciglia i ciuffi di capelli più lunghi attorno ad un dito.

-si- mormoro con la guancia premuta contro di lei -ma voglio stare un po' qui con te, mi sei mancata da morire-

La sento sospirare ma non dice niente, si avvicina il più possibile al mio corpo e continua a coccolarmi in silenzio.

Alzo la testa per poterla guardare in faccia, ha gli occhi lucidi ma sorride calma.
Porto le mie mani sulle sue guance, accarezzando piano la pelle più chiara dall'ultima volta in cui ci eravamo visti, e lei si abbandona al mio tocco con gli occhi chiusi.
È il suo modo per dire "mi sei mancato anche tu, amore".

Avvicino il mio volto al suo e, dopo averla guardata ancora un po', premo le mie labbra contro le sue, sentendo con piacere che le maledette farfalle nello stomaco sono tornate.
Le sue dita si intromettono tra i miei capelli che si sono abbassati a causa del suo tocco, mentre le mie mani rimangono salde sui suoi fianchi, accarezzano piano la pelle lasciata scoperta dalla maglia corta sotto alla felpa scura.
Le nostre labbra si muovono in sintonia, ora che si sono ritrovate non vorranno più lasciarsi.
La sento sorridere contro le mie labbra e mille brividi scorrono lungo la mia spina dorsale.

Ma che effetto mi fai, Sarah?
Perché se tu mi baci io mi sento invincibile? Come ci riesci?
Mi sei mancata così tanto, avrei tante cose da dirti ma ho visto i tuoi occhi e mi sono scordato le parole.
Come può un tuo sorriso farmi emozionare così tanto? Nemmeno quando prendo in mano la chitarra sento così tante emozioni.
Sei peggio di una droga, piccola.
Quando quella volta ti ho vista entrare in libreria, mi hai fatto innamorare con solo uno sguardo.
E da quel giorno non posso più fare a meno di te, mi sento morire quando mi allontano e ho bisogno di sentirti sempre accanto a me.
Oh, quanto vorrei poterti dire tutte queste cose, ma so che già lo sai.
Ma cosa mi stai facendo, amore mio?

Appoggia la sua fronte contro la mia, lasciando le mie labbra.
La guardo respirando affannatamente, tiene ancora gli occhi chiusi mentre si sfiora le labbra con la punta delle dita.
Il suo sorriso dolce è più che sufficiente per farmi capire che ne aveva bisogno tanto quanto me.

-sei la mia persona- mormora aprendo finalmente gli occhioni azzurri, le sorrido calmo lasciandole un bacio sulla punta del naso.

-sei la mia persona-


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*sta attenta

*non preoccuparti tesoro, so badare a me stessa

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