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Mi girava la testa a furia di pensare,ero sdraiata sui sedili posteriori dato che testardo com'era non mi lasciò sedermi davanti.
-tutto bene la dietro?-chiese fermandosi al semaforo si girò verso di me scrutandomi con quegli occhi che non smettavano di leggermi l'anima.

-si siamo quasi arrivati?-mormorai.

-più o meno dieci minuti e siamo a casa.-rispose,"a casa"aveva detto esattamente così e esattamente il cuore fece tre salti mortali prima di ricordarmi che Christian forse era a casa,cazzo pensai e chi convincEva Emiliano a lasciarmi alla porta senza accompagnarmi fino su,pregai i santi del paradiso affinché a casa non ci fosse Christian,iniziai a deglutire mentre scendevo dalla Range rover di Emiliano ,che gentilmente mi aiutò a scendere prese la borsa con i vestiti per chiudere la porta e venire verso di me ferma all'uscio fasciata in una tuta Adidas,con un'aria stanca e uno chignon sfatto e poi il suo sguardo che si faceva più dolce ad ogni passo aprì la porta e lì sinceramente pensai a pregare perfino Budda salimmo in silenzio,aprì la porta ed entrai  trovando solo il vuoto nessuna traccia di Christian ed il suo sorriso.

-carina la casa.-disse venendo verso di me che ero ferma vicino al divano a pensare a quanto ero nella merda,sentì la sua mano posarsi sul mio fianco e il suo respiro sul mio collo e le sue labbra baciare la mia guancia e il senso di colpa farsi più pesante e quella debolezza che avevo verso di lui.

-ti prego Jess solo una possibilità...-mormorò stringendomi la vita con il braccio destro mentre con la mano sinistra strinse la mia mano  sentivo che stavo per cedere all'impulso di dire sì.

Sentì la chiave girarsi nella serratura e mi spostai da Emiliano andai verso la penisola prima che la porta si aprisse.

-amore sono a casa!-era la voce di Christian.

-cosa fai tu qui!- gridò nero di rabbia guardava Emiliano con odio uno sguardo carico di energia oscura,l'altro non si scompose lo sguardo di pietra.

-aspetto delle risposte!-urló guardandomi non riuscivo a parlare mi morivano le parole in bocca,venne verso di me prendendomi per il braccio e scuotendomi violentemente premendo sul punto dove erano attaccate le flebo.

-non toccarla.-sentí dire da Emiliano prima che si scagliasse contro Christian appiccicandolo al muro.

-come ti permetti solo di urlarle in faccia bastardo!- ero scioccata lo stava picchiando e pure forte,non sapevo che fare.

-Emiliano ti prego lascialo!-gridai, ma niente non mi diede retta.

-torno a casa con te ma lascialo.-stava per caricare l'ennesimo pugno quando si fermò a mezz'aria si alzò da sopra di lui venendo verso di me.

-vai a prendere le tue cose ti aspetto.-ordinò,andai in camera e presi tutte le mie cose buttandole nelle valigie non lasciai nulla nemmeno una maglia,guardai triste il letto prima di uscire di là dove trovai due uomini vestiti elegantemente fermi accanto alla porta,con un cenno della testa presero tutte le valigie.

-jess ti prego io non volevo urlarti contro né farti male.- disse Christian venendo verso di me Emiliano mi mise dietro a lui.

-ti prego.-mormorò,prima di essere tirata per la mano da Emiliano non lo guardai più in faccia ero delusa da lui,entrammo in ascensore e non perse l'occasione di mettermi sottobraccio.

-mai nessuno ti toccherà o ti urlerà contro.-disse baciandomi la fronte,salimmo in macchina e mi sembrava di sognare eravamo di nuovo insieme.

Rimasi decisamente a bocca aperta vedendo la villa di Emiliano
-é tua?-chiesi,lo sentì ridere
-che domande fai è nostra-e mi sentí male.
-non posso Emiliano è troppo.-mormorai mi guardò prima di prendere la parola.
-puoi voglio solo che tu stia con me.-disse baciandomi e tutte le specie viventi di farfalle iniziarono a volare nel mio stomaco.

Entrai e rimasi ancora scioccata dell'arredamento e la pulizia.

-io non posso veramente Emiliano non voglio fare la mantenuta!-esclamai girandomi verso di lui che iniziòa ridere e io non capì esattamente perché rideva al che iniziai a mettere il broncio piano piano si avvicinò a me fino a quando non fu davanti a me la sua testa sovrastava sulla mia,aveva uno sguardo intenso e proprio mentre stavamo per baciarci qualcuno aprì la porta facendoci sobbalzare,una donna sulla quarantina con un tailleur troppo costoso e delle scarpe troppo griffate si rivelò era troppo familiare lo sguardo che aveva penso sia la madre a Emiliano.

-tesoro mio come stai?-chiese venendo verso di lui seguita da un uomo che le teneva la borsa e il cane un chiwawa credo dato le dimensioni ridotte.

-bene mamma.-rispose pulendosi il rossetto rimastogli sulla guancia,si voltò verso di me e mi scrutò dalla testa ai piedi,ero imbarazzata e soprattutto infastidita dai suoi sguardi schifati.

-Jessica giusto?-chiese sgarbatamente mentre prendeva una ciocca dei miei capelli riccissimi.

-hai bisogno di una seduta da Frank è il migliore a gestire i capelli ricci.-guardai Emiliano in cerca di aiuto.

-mamma Jessica è un po' malata e stanca il medico le ha consigliato di non affaticarsi.-

-non avevo intenzione di stancarla ero passata a vederti dato che non rispondi mai alle mie chiamate.-

-sono sempre pieno di lavoro.-provò a giustificarsi.

-vedo..Jessica domani ti passerò a prendere andremo fare una giornata insieme per conoscerci.-mormorò acida prima di uscire lasciandoci da soli non mi resi nemmeno conto che trattenevo il fiato si voltò verso di me e mi guardò.

-a chi arriva ultimo in camera da letto!-urlò correndo.

-non vale io non conosco la casa!-protestai mentre correvo,dopo una decina di minuti riuscì a trovarlo era sdraiato sul letto senza camicia e con gli occhi chiusi mi avvicinai a lui e appena mi sporsi mi tirò su di lui avvolgendomi tra le sue braccia e gambe.

-un po' in ritardo piccola.-mormorò baciandomi lo tirai per la nuca verso di me mentre le nostre labbra danzavano in sintonia, il profumo della sua colonia mi inebriava le narici mentre la sua mano sulla coscia mi bloccava sotto di lui.

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