Hold my hand

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CUORI IN TEMPESTA

Hold my hand

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Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell'eternità.
(Kahlil Gibran)

Quando la sveglia suona, ho già gli occhi aperti.

Ammetto di aver dormito poco stanotte, a causa di quella bellissima, splendida, meravigliosa cosa chiamata ansia.

Ma lo immaginavo. Immaginavo che la notte che avrebbe preceduto il mio primo giorno di lavoro sarebbe stata come quella che precede ogni mio primo giorno di scuola, ogni anno. Non so se avete presente. Il dover ricominciare tante cose, il non sapere cosa succederà, la speranza che andrà tutto bene e quella odiosa consapevolezza che le vacanze sono finite.

Nel mio caso si può dire che le mie vacanze estive non siano mai iniziate, ma per tutto il resto mi sento esattamente come mi sento ogni primo giorno di scuola.

Stropiccio gli occhi, poi rivolgo il mio sguardo alla finestra aperta, sentendo gli uccellini già entusiasti di salutare la giornata con i loro armoniosi canti( non potrebbero prestare un po' della loro gioia anche a me?) e percependo il Signor Vento che immagino si stia divertendo a ballare un lento con le foglie verdi degli alberi.

Poi, mi stiracchio le braccia e mi alzo in piedi. Per quanto vorrei rimanere chiusa in camera, distesa sul mio letto, evitando così il rischio che compia qualche disastro nella vigna del nonno e che affronti la questione della mappa della città con Giordana, la coscienza mi ricorda che gli ostacoli si superano solo affrontandoli e non evitandoli. Lo so... ho una coscienza noiosa.

Pensato ciò, ciabatto verso l'armadio, prendo dalle grucce i vestiti che ho scelto di indossare ieri sera e mi avvio verso il bagno.

Un quarto d'ora dopo, con la mia salopette di jeans e i capelli legati in una treccia, mi dirigo verso la cucina. Gradino dopo gradino, vengo avvolta da un caldo profumo di caffè e di zucchero.

Ho lo stomaco ancora in subbuglio per l'ansia, ma mi ritrovo a sorridere. Come ieri, vedendo il nonno e Pietro già intenti a parlottare e ridere tra di loro, illuminati dalla pallida luce del mattino, mi sento felice, e piena di calore.

-Buongiorno.- mormoro, andando a dare un bacio sulla guancia del nonno, oggi già seduto al suo posto, e sorridendo a Pietro.

-Buongiorno.- mi dicono in sincrono, facendo curvare le loro labbra.

Poi mi accomodo al mio solito posto. La tovaglia che copre oggi la tavola è di un vivace colore arancione che fa risaltare la porcellana bianca delle tazze e il vasetto di margherite posto a centro tavola. Non posso fare a meno di notare che debbano tenerci molto a queste cose, in questa casa. Tutto è curato nei minimi dettagli, con grazia e raffinatezza.

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