CUORI IN TEMPESTA
Talento
Il suo talento era naturale come il disegno tracciato dalla polvere sulle ali di una farfalla.
(Ernest Hemingway)Per qualche strana, assurda, ragione le parole che Giordana mi ha rivolto solo poche ore fa mi lampeggiano nella mente come le insegne a intermittenza di alcuni hotel di notte.
Aggiusto il cuscino sotto la mia testa, incrocio le braccia sul petto e prendo a fissare il soffitto sentendo una terribile nostalgia delle stelline adesive che illuminano la mia stanzetta al buio, a casa mia.
È assurdo. Illogico. Insensato.
Essere stata accusata, in maniera non troppo velata, di essere una persona che non tiene particolarmente alle proprie amicizie mi ha lasciato con un'amara sensazione all'altezza del petto.
Sono consapevole che le parole che quello zuccone mi rivolge da ormai troppi anni sono frutto di cattiveria e stupidità e che quindi non dovrei dare loro troppo peso, ma questa volta è diverso.
Questa volta non mi ha solo preso in giro dandomi della monaca, né mi ha stuzzicato con le sue solite battutine stupide ma mi ha accusato di essere una cattiva amica, ponendosi dunque nella posizione quasi di... vittima.
È ilare se ci penso. Se lui si sente la vittima della nostra relazione turbolenta, io cosa sarei esattamente? Il carnefice? Mi viene da ridere e da piangere allo stesso momento al solo pensiero.
Sono sette gli anni in cui dal giorno alla notte ha smesso di essermi amico e si permette anche di fare certe insinuazioni? Posso accettare tutto, persino che mi abbia detto che sono la persona che più odia sulla faccia della Terra, ma non questo.
Mi chiedo cosa gli sia passato per la mente per rivolgermi una frase del genere. Oltretutto ha mantenuto un muso lungo per tutto il pomeriggio e per tutta la sera. Non che di solito sia sorridente e felice (non con me, almeno), ma questa sera l'ho sentito... strano.
Il guaio è che adesso dovrei davvero smettere di pensarci visto che la mezzanotte è passata e domani sarà l'inizio di una nuova lunga e imprevedibile settimana all'insegna di chissà che cosa, e visto il fatto che non posso stare dietro ai colpi di testa di questo ragazzino immaturo, ma non ci riesco. Non riesco a non corrucciare la mia fronte, a non mordermi le labbra e a non interrogare il mio cervello per cercare di ricordare qualsiasi cosa, anche la più piccola, successa in passato che possa avergli dato l'adito di esprimersi nel modo in cui ha fatto.
Ma nulla. Il mio cervello tace, rassicurandomi come ha fatto già tante altre volte, che la mia "fedina penale" è pulita.
Sono sempre stata una buona amica per lui, sempre presente, nei momenti belli e in quelli meno belli. Gli ho sempre voluto bene. Così tanto bene che oggi anche se non lo sopporto, non avrei mai il suo stesso coraggio di dirgli che lo odio. Perché verso di lui non provo odio, me ne sono sempre resa conto, ma solo adesso ne assumo la piena consapevolezza. Provo un miscuglio di tante cose: rabbia, fastidio, delusione, nostalgia. Ma odio proprio no.
Come potrei disprezzare una persona con cui ho condiviso parte della mia infanzia, per cui mi ero presa una piccola, grande, stupidissima cotta, che mi ha regalato tanto affetto, che mi ha fatto sentire speciale e che ha due occhi verdi così belli da mettermi in imbarazzo ogni qualvolta li osservo per troppo tempo?
Non si può e basta.
Sospiro e chiudo le palpebre nel tentativo di auto convincermi che è giunto il momento di spegnere quella massa molliccia che a volte pensa troppo, chiusa dentro la mia testa dura, e riposare.

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Cuori In Tempesta
ChickLit"La vita è come scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita" diceva Forrest Gump. A Monica è capitato Gioacchino. Ha solo sei anni quando i suoi genitori le dicono che andranno a trasferirsi in quella che fin a quel momento era stata...