Cioccolato Amaro

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CUORI IN TEMPESTA

-Cioccolato amaro-

"La vita è come una scatola di cioccolatini! Non sai mai quello che ti capita."

Tom Hanks- "Forrest Gump"

Quando mia madre mi disse che ci saremmo trasferiti dall'altra parte della citta, in quella che fino a quel momento era stata la casa dei miei nonni, avevo solo sei anni. Stavo giocando con l'orsetta Mary Sue, il maialino Peggy, e la foca Bernie; avevo al dito il mio bellissimo anello di Barbie, e sugli occhi una finta montatura rosa le cui lenti avevano una forma di stella, mentre offrivo loro del tè nel mio set delle bambole.

Mio fratello aveva solo tre anni, ed insieme non potemmo contrastare il volere dei nostri genitori. "Ora che la nonna è salita in Cielo, il nonno vuole cambiare vita, così noi andiamo ad abitare nella sua casa. Vedrai! È grande e ti piacerà. Avrai una stanza tutta tua e sulle sue pareti potrai mettere la carta che più ti piace", mi aveva detto papà, prendendomi in braccio.

Effettivamente, la casa dove andammo ad abitare era molto grande e sulle mura delle mia stanzetta avevo fatto incollare una carta da parati rosa, rigorosamente con gli orsetti.

Fu bello il periodo in cui arrivammo. Di fronte alla nostra nuova dimora, si trovava un'altra villetta fatta di mattoni bianchi e dal tetto verde. I miei genitori strinsero subito amicizia con la famiglia che vi abitava e io la strinsi con il loro figlio, un ragazzino biondo e dal bel viso.

Ricordo ancora il primo incontro che ebbi con quel bimbetto, dagli occhi incredibilmente verdi.

"Sono Gioacchino Giordana. Ho sei anni e due mesi, e mi piace giocare. Tu come ti chiami?"- mi sorrideva, tendendomi la manina.

"Mi chiamo Monica Ranieri. Ho sei anni e anche a me piace giocare."

Questa fu pressappoco la nostra presentazione. Peccato, però, che come disse un giorno un saggio: "La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita". Il saggio era Tom Hanks nei panni di Forrest Gump, ma è il concetto quello che conta, no?

E io non sapevo che nella mia personale scatola di cioccolatini, Gioacchino Giordana avrebbe rappresentato la parte fondente. Quella amara.

Tante volte mi sono trovata a pensare, come molti di noi del resto, che se sapessimo prima cosa la vita ha in serbo per noi, sarebbe meglio. Se per esempio, avessi saputo prima che avrei avuto come vicino di casa Gioacchino Giordana, probabilmente avrei costretto i miei genitori a emigrare in Alaska, piuttosto che rimanere nella casa del nonno. Ma se lo avessi fatto, probabilmente non avrei conosciuto i miei migliori amici, non avrei scritto il mio nome nella casetta nel parchetto vicino casa, non avrei aiutato don Gabriele a crescere il roseto, ora in fiore, non avrei imparato ad andare in bici nel vialetto della signora Camilla, e non avrei fatto tanto altro. O almeno, è questo ciò che mi impongo di ricordare quando vorrei solo urlare ai miei genitori: "Andiamocene di qua. Pago io i biglietti aerei e il trasloco. Gioacchino mi odia, e io odio lui come difesa".

Comunque da quel primo incontro, di anni ne sono passati. Ora la mia presentazione sarebbe così: "Piacere, sono Monica Ranieri e ho diciotto anni. Sono una lettrice incallita, fan degli anni '50 e della musica anni '80, amante della pizza, e sognatrice a tempo indeterminato."

Vivo ancora nella casa del nonno. Ho una stanza tutta mia, come mi aveva promesso papà, e un piccolo balconcino, dal quale mi affaccio ogni qualvolta ne sento l'occasione. Come in questo momento. Mi piace guardare il cielo, specialmente d'estate. È quasi sempre splendente, è dipinto di un azzurro incantevole ed è candeggiato da spumose nuvole bianche che sembrano zucchero filato. Sono poetica, vero?

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