CUORI IN TEMPESTA
Via dalla pazza folla
Se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore.
(Khalil Gibran)Sono le sette del mattino quando sento il mio cellulare squillare.
Con la bocca impastata, gli occhi più chiusi che aperti e una voce che potrebbe benissimo provenire da uno zombie nell'oltretomba , rispondo senza neanche vedere il mittente.
Uno squillante "Nipote!" mi fa fare una smorfia e mi costringe ad allontanare l'apparecchio dall'orecchio.
Il nonno mi dice, tra i miei strascicati "mhm mhm", "sì", e "va bene", che si è fatto prestare il cellulare da alcuni turisti che si trovano nei paraggi suoi e di Pietro e che saranno di ritorno fra circa due ore.
Riposo il cellulare sul mio comodino e poi mi stiracchio le braccia.
Avrei voglia di dormire per diverso tempo ancora, ma visto che il nonno verrà fra poco, vorrei riordinare la casa e magari accogliere lui e il suo amico con una nutriente colazione, sperando che non l'abbiano già fatta.
Ci vogliono diversi sbadigli prima che trovi la forza di alzarmi in piedi.
La prima cosa che faccio, poi, è aprire la finestra: il cielo è azzurro e uno splendente sole si erge tra poche nuvole bianche, illuminando le fronde degli alberi.
Del vento, della pioggia e delle nuvole color cenere non c'è nemmeno l'ombra.
Mi viene da ridacchiare. È buffo pensare che quando il nonno e Marcello sono partiti ci sono stati fulmini e tempeste, mentre adesso che sono di ritorno il cielo è splendente. Mi immagino che abbiano una specie di telecomando magico con una piccola levetta: tirata verso l'alto porta il cattivo tempo; tirata verso il basso ripristina lo splendore del manto celeste.
Allontanata questa sciocchezza, mi dirigo verso il bagno.
Quando sono in cucina, decido di pensare alla colazione. Sicuramente non verrà fuori niente di speciale, ma mi posso arrangiare. Noto per fortuna che nella credenza della cucina il nonno conserva diverse confezioni di latte a lunga conservazione, così ne metto una in frigo e nel frattempo preparo la tavola e riempio un cesto di alcuni biscotti.
Aspetterò il loro ritorno per mangiare qualcosa.
Dopodiché vado alla ricerca dell'aspirapolvere. Ho intenzione di rimuovere un po' di polvere dai pavimenti di tutta la casa, di mettere in ordine la mia stanza e di pulire i bagni. Ovviamente cercherò la complicità di Giordana, adesso ancora nel mondo dei sogni.
Ieri, alla fine, dopo che siamo tornati a casa, siamo rimasti entrambi abbastanza silenziosi. Tra di noi c'è stato uno scambio di parole minimo e solo il vociare della tv che abbiamo deliberatamente acceso ,durante il pranzo e nel primo pomeriggio, ha rotto il silenzio. Inutile negare che l'aria attorno a noi è stata pesante. D'altronde cos'altro potevamo aspettarci, dopo la nostra ultima conversazione? Che avremmo continuato a punzecchiarci, come nulla fosse?
Se c'è una cosa che ho capito in questi giorni è che tra di noi le cose possono essere molto semplici, come quando abbiamo collaborato per aiutare Mao a scendere dal tetto e siamo rimasti insieme sul divano a prendere in giro una televendita, ma anche tanto complesse. Basta toccare l'argomento sbagliato nel momento sbagliato per far calare le tende su quel piccolo varco di luce che pare volerci accogliere in alcuni fragili istanti. Un oggetto che può rappresentare la nostra instabilità è il caleidoscopio: è sufficiente girare il cilindro che lo costituisce per vedere, grazie ai vetri colorati e ad una serie di specchi interni, immagini sempre diverse.
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Cuori In Tempesta
ChickLit"La vita è come scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita" diceva Forrest Gump. A Monica è capitato Gioacchino. Ha solo sei anni quando i suoi genitori le dicono che andranno a trasferirsi in quella che fin a quel momento era stata...