Meno di ieri, più di domani

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CUORI IN TEMPESTA

Meno di ieri, più di domani

"L'incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c'è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati."

-Carl Gustav Jung

Non  mi ero accorta di avere fame finché non ho sentito il profumo, - l'incantevole, sublime, prezioso -profumo della pizza, non appena ho varcato la soglia della pizzeria.

A ricordarmelo è stato il mio stomaco che ha brontolato in tutta la sua eleganza. Per fortuna credo di averlo sentito solo io.

A mia discolpa posso dire che andare avanti ad insalata, tramezzini e bastoncini di pesce non è stato il massimo. Meglio di niente, senz'altro, ma non il massimo.

La pizzeria che ci accoglie si presenta come un locale piccolo ma accogliente. Ci sono numerose persone ad attendere il loro turno, un televisore –posto in alto- è acceso su una radio locale che sta trasmettendo alcune canzoni moderne e due pizzaioli stanno impastando una massa su un piano di marmo bianco. Un piccolo frigorifero è vicino alla cassa e un forno a legna rende più suggestivo l'ambiente.

-Le portiamo a casa, o le mangiamo qui?- mi domanda Giordana.

Osservo la fiumana di gente che ci circonda, facendoci stare troppo vicini. Braccio contro braccio.

-A casa.- rispondo.

Lui annuisce, poi torna a guardare la tv. Sullo schermo compare il titolo della canzone: Special Needs, dei Placebo.

La conosce. Lo vedo muovere le labbra, in silenzio. Muove la testa a ritmo.

Poi si volta verso di me, forse sentendosi osservato.

-Conosci tante canzoni. –mi giustifico.

Poi prendo a fissare le mattonelle bianche che ricoprono le pareti, più per l'imbarazzo di essere stata beccata a guardarlo che per reale interesse. Su alcune, in maniera alternata, sono disegnati utensili da cucina o frutti colorati.

-Devo conoscerle. La musica è un universo tutta da esplorare e sarebbe un peccato porsi dei limiti e non farlo come si dovrebbe. Ti piace questa band?- chiede, poi.

-Non li conosco. Questa canzone mi piace, però.

Con la coda dell'occhio lo vedo annuire. Poi rimaniamo in silenzio.

Qualche attimo dopo un ragazzo esce da quella che suppongo essere la cucina. Ha cinque cartoni di pizza su entrambe le mani e sembra piuttosto di fretta.

Dice a voce alta qualcosa come "Scusate! Permesso!" e dopo che lo fa, diversa gente si sposta, spingendosi.

Mi sento spingere anch'io.

Poi una mano prende la mia e la stringe con fermezza.

Mi volto, sorpresa. La mano di Giordana sta stringendo la mia e il suo sguardo è fisso davanti a sé.

-Che stai facendo?-gli domando. Entrambe le mie sopracciglia all'insù, in un'espressione di pura incredulità.

-Evito che ti trascinino via. – risponde soltanto.

-Sai che è sconveniente farlo?

-Fare cosa?- gli scappa una risatina.- Sconveniente per chi? Parli come se fossi in un libro di Jane Austen.- ride ancora.

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