🌹Finzione🌹

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Nathalie restò paralizzata nel vederlo, lui era finalmente arrivato ed era più bello dell'ultima volta che lo aveva incontrato, se fosse possibile.
Non riuscì a frenare la sua immaginazione che veloce galoppò verso i ricordi dell'anno trascorso insieme.
Lo aveva incontrato la prima volta al ballo che i suoi genitori le avevano organizzato per il suo compleanno permettendo così che entrasse in società. L'aveva guardata a lungo, per diversi giorni, ma l'aveva invitata a ballare in pubblico solo una volta, per poi incontrarla di nascosto nelle stalle e nel bosco durante le battute di caccia.
Le ripeteva sempre che era dolce e così innocente da averlo abbagliato, ed era vero, ma l'amore che stava iniziando a provare nei confronti del colonnello la trasportò fino a condurla non solo tra le braccia di Alfred, ma anche nel suo letto.
Con una nota di dolore cacciò indietro le lacrime e mandò giù il boccone amaro che teneva sulla forchetta.

Georgiana aveva fissato a lungo l'uomo in divisa che con pochi movimenti era riuscito ad attirare tutta l'attenzione su di sé.
Notò che probabilmente quella situazione non gli piaceva, dopo aver dato una rapida occhiata ai presenti aveva subito abbassato lo sguardo, fu un gesto molto curioso da parte di un uomo dell'esercito che lasciò Georgiana piacevolmente colpita.
Com'era consona fare aveva esaminato a lungo le movenze di Alfred, ma arrossendo, lei stessa si rese conto di averlo fissato fin troppo. Così, portò lo sguardo su Rebecca che ormai non era più affiancata da Lawrence dato che Catherine con una semplice occhiata gli aveva intimato di allontanarsi e lei aveva preso il suo posto. Tutti chiacchieravano, ma a Rebecca nessuno rivolgeva la parola, questo era un segno che il corso degli eventi stava prendendo una brutta piega.
Se pur entrambe fossero molto giovani era risaputo che in società il numero accettabile di presenziare alle stagioni per trovare marito era al massimo due anni consegutivi. Tutti si erano stupiti di fatto quando Nathalie aveva rifiutato tutte le richieste di matrimonio dell'anno precedente senza avere, apparentemente, un valido motivo.
Se Rebecca non avesse presto trovato uno spasimante e qualcuno con cui parlare la sua reputazione già precaria sarebbe precipitata definitivamente.

Voleva fare qualcosa per aiutarla, ma come poteva avvicinarsi a lei? La risposta arrivò da sola quando una fitta alla schiena, dovuta dal corsetto stretto, le riportò alla mente quando qualche anno prima svenne a causa di esso.

Con una certa forza, non voluta, diede un calcetto alla gonna di lady Hampton che trasalì per lo spavento. Di impulso guardò Georgiana con sguardo corrucciato, visibilmente confusa.
La signorina Wellington le scacciò l'occhiolino, proprio come avrebbe fatto suo padre, poi con una certa teatralità iniziò ad ansimare.
Si portò la mano destra alla tempia e la sinistra sul petto, ispirando ed espirando profondamente.

"Cosa hai cara? Ti senti male?"
Dorian era visibilmente preoccupato, così toccò la fronte della figlia per vedere se scotasse, ma la temperatura era più che normale.

"Mi manca l'aria, sento le forze venire meno padre."

"Forse devo... Devo prendere una boccata d'aria."

Rispose con enfasi, mentre si alzava con qualche difficoltà dalla sedia.
Riuscì ad allontanarsi, ma sulla soglia della porta lasciò che il suo corpo si abbandonasse, finendo presto con la schiena contro il pavimento.

Tutti i presenti si disposero in cerchio per soccorrerla, compresa la signora Hampton. Rebecca però, leggermente frastornata, sgattagliolò fuori dalla finestra, in fin dei conti il muretto era basso dato che si trovavano a pianterreno. Non era sicura di ciò che stava facendo, ma la situazione le parve incredibilmente divertente, probabilmente non si era sbagliata su Georgiana e adesso aspettava impaziente il seguito di quella serata.

Lawrence e Nathalie, posti all'ultima fila di quel cerchio umano, furono gli unici a rendersene conto, la ragazza si avvicinò furtivamente alla signora Hampton, ma Beliah le afferrò un polso senza stringere eccessivamente. Era titubante, non era da lui minacciare una donna, ma Rebecca non aveva fatto nulla per meritarsi tanto astio nei suoi confronti, così si fece coraggio azzardando tale mossa.

"Non mettete il naso in cose che non vi riguardano, my lady."

"Lasciatemi o mi metto a urlare, bifolco!"
Provò a liberarsi strattonando il braccio.

"Potrei dire che siete stata voi ad avvicinarmi con lo scopo di invitarmi nelle vostre stanze questa notte."

"Non vi crederebbe nessuno."

"Ma resterebbe comunque il dubbio... Fossi in voi non rischierei."

Nathalie lo guardò con disprezzo, avrebbe voluto schiacciarlo come si fa con un insetto fastidioso, ma aveva ragione, non poteva permettersi il lusso di un'insinuazione tanto rilevante.
Strattonò il braccio un'ultima volta riuscendo a liberarsi e con l'odio dipinto sul viso tornò a osservare la scena o meglio il viso di Alfred.

Il colonnello rimase estasiato, la fanciulla distesa sul pavimento era circondata dalla delicata seta di cui era composta la gonna, con i capelli scuri scompigliati su di essa che risaltavano sulla carnagione chiara. Gli parve così delicata e pura da non riuscire a distogliere lo sguardo nemmeno per un momento, gli sembrava un angelo.

"Presto portate dell'acqua!"- disse ad alta voce Cordelia, le fu consegnato il bicchiere e con delicatezza lo appoggiò sulle labbra della fanciulla. "Aiutatemi, bisogna portarla nella sua stanza".

Alfred si chinò e con facilità prese tra le sue braccia il corpo di Georgiana, gli sembrava un gesto quasi impuro da compiere, deturpare tanta perfezione con il tocco inquinante di mani maschili. Forse per questo si prodigò ad essere lui a scortarla, in tal modo la macchia di quella ragazza starebbe stata ridotta al minimo.

Georgiana dal canto suo apriva di tanto in tanto le palpebre per roteare gli occhi e fingere in modo eclatante, quando però sentì due braccia sotto il suo corpo lentamente sollevarla e stringerla al petto non aprirli fu impossibile. Li dischiuse lentamente, vedendo così il profilo elegante del colonnello sopra di lei. Aveva un viso rigido, composto. Ispezionò con lo sguardo ogni lembo di pelle, provando un impulso a lei fin'ora sconosciuto.
Strinse le palpebre cercando di scacciare quei pensieri, non doveva perdere di vista l'obbiettivo principale, andare da Rebecca, eppure sentiva il cuore uscire dal petto, una parte di lei non voleva più staccarsi da quella morsa calda, accogliente.

L'orlo di cotone del vestito di Rebecca era totalmente immerso nel fango, sudicio e sporco rendendo ancora più difficile il movimento delle sue esili gambe.
Aveva abbandonato presto le mura della casa, conscia che presto avrebbero mandato qualcuno a cercarla, camminando tra l'erba scossa dal vento e le chiome impazzite degli alti salici si ritrovò vicino la staccionata che recintava il perimetro della terra dei Robinson. Voleva scavalcare la recensione e aspettare Georgiana appena dietro i primi alberi che conducevano al bosco, ma c'era freddo e un po' indecisa alzò lo sguardo al cielo. Esso si scagliava prepotente sopra la sua piccola figura, il manto scuro veniva illuminato frequentemente da bagliori bianchi che si diramavano per spaziose aree lasciando, al loro passaggio, scie sbiadite sulla tela blu e viola del cielo in tempesta.
Si guardò indietro per contemplare la graziosa villa ove le stanze erano piene del tepore del caminetto e le calde coperte riscaldavano i corpi delle persone. Capiva bene che addentrarsi tra la boscaglia non era una scelta saggia, ma in fin dei conti Rebecca non lo era mai stata.

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