La signora Woods fu scortata con malagrazia dal marito fino le scuderie nel retro della casa. La prese di forza e la esortò a salire sullo stallone bianco, lo stesso che tempo addietro l'aveva scortata, ferita e dolorante, dal bosco alla villa, dopodiché anche il colonnello montò e con il suo frustino spronò al galoppo l'equino. Georgiana era conscia della vergogna che avrebbe arrecato alla sua famiglia ma nel suo animo era tranquilla, Dorian sarebbe stato dalla sua parte, poteva dubitare di tutti ma non di lui, no, Dorian l'amava come se fosse sangue del suo sangue. Era tremendamente stanca e mentre l'aria gelida le colpiva il viso la spossatezza rischiava di farle chiudere le palpebre. Raggiungere la capitale, dove abitavano i suoi genitori, fu motivo di grande sollievo nel cuore della piccola che bramava il momento in cui si sarebbe gettata a capofitto tra le braccia del padre e avrebbe pianto sul grembo materno. Si sarebbe concessa solo un giorno per dar sfogo a tutta la sua rabbia poi, con non poche difficoltà, avrebbe provato a seppellire nel suo cuore quelle ultime ore, quei mesi trascorsi con Alfred che altro non erano che il frutto dell'illusione di una ragazzina.
Anche se l'orgoglio ferito, l'umiliazione e soprattutto la delusione non si sarebbero mai sanati del tutto.
Villa Wellington si presentava in tutto il suo splendore: il giardino delicato dava l'impressione di essere un bellissimo dipinto, dove sul prato verdeggiante pennellate colorate decoravano i dintorni della casa dai colori pastello. Le lacrime iniziarono a scendere copiose ricordando con dolcezza i sogni che fino a un giorno prima le avevano attraverso la mente mentre si godeva una tazza di tè sul porticato. Una presa ferrea la destò dai suoi pensieri, nella strada principale, davanti il cancello, i passanti la guardavano con stupore e, dopo cinque minuti, una discreta folla si era disposta intorno a loro per osservarli. Non ci volle molto: Dorian Wellington si precipitò lungo il viale che conduceva al cancello, ignorò il buon costume e una volta vicino il giovane lo colpì in pieno viso con un sonoro pugno. Non conosceva il motivo del perché fossero lì ma, dal resoconto della servitù che era andato a chiamarlo, aveva capito che qualcosa era andato storto. La sua bambina era in abiti indecenti, sporca di sangue e con lividi sparsi lungo il corpo.
Cordelia si avvicinò a passo svelto, inizialmente il disappunto per quella scena le aveva arrecato un grande fastidio ma, analizzando i fatti, si ritrovò a non fare nulla apparte ascoltare.Alfred si toccò la parte dolente e cercando di mantenere un certo contegno iniziò a parlare.
"Voi mi avete ingannato, questa... Donna è indegna del mio cognome e dell'appellativo di moglie. Sono venuto a conoscenza solo dopo le nostre nozze che non è in grado di generare figli, in oltre scrive storie lussuriose! È una sgualdrina!"
Georgiana sobbalzò alle grida dell'uomo, si strinse tra le braccia del padre come se lui potesse proteggerla dagli sguardi d'odio, dalle malelingue che la stavano giudicando come una donnaccia. Ma Dorian si ritrasse da quel contatto lasciando Georgiana inerme alla mercé dei passanti e di Alfred.
Cordelia si avvicinò all'orecchio dell'uomo.
"Non possiamo fare nulla per lei. Dorian, dobbiamo lasciarla andare. Ci arrecherà vergogna e disonore."
Sussurrò davanti la ragazza,
"Cosa stai dicendo, È nostra figlia!"
Rispose a denti stretti l'uomo.
"Un figlia che ci catapulterà nel fango, pensaci bene sciocco! Pensi che a me non si spezzi il cuore? Il tuo nome e il tuo titolo saranno ridicolizzati, non potrai più entrare in quei bordelli che ami tanto con aria da gran signore. E tuo padre? Si starà rivoltando nella tomba!"
Con la morte nel cuore dovette darle ragione. Tutta una vita aveva represso gran parte della sua natura per amore dell'apparenza e per i rigidi insegnamenti paterni... Aveva anche rinunciato al grande amore della sua vita per gli stessi motivi. Si avvicinò a Georgina e, allungando una mano, le fece una carezza sul volto paonazzo per la vergogna e la rabbia. La giovane rispose chiudendo gli occhi e liberando una piccola lacrima che si infranse sul palmo del conte. Dorian la guardava con pena ma non poté ritrarsi alla sua codardia. Sospirò e con calma inaudita scosse il capo. Sì girò in direzione di sua moglie per poi oltrepassarla con lo sguardo per arrivare ad Alfred.
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The Little Ladies
Fiction Historique#8 in narrativa storica 30/11/17 Miss Georgiana Wellington e lady Rebecca Hampton sono due signorine londinesi di appena quattordici anni l'uno. Entrambe costrette a sopportare il peso di non poter essere ciò che vogliono consce di vivere in una soc...