Il corsetto bianco stringeva più del solito, ogni passo sulla navata centrale della chiesa scottava, bruciava come se dei tizzoni ardenti fossero sparsi sotto l'arco a tutto sesto che sovrastava il pavimento. Lo spesso velo bianco lungo fin i piedi, per sua fortuna, copriva l'espressione spaventata del suo volto. Georgiana Wellington, il giorno delle sue nozze era tutt'altro che felice nel suo abito firmato Worth. Quella notte avrebbe dovuto concedersi a suo marito e sua madre le aveva espressamente detto di avere decoro anche nell'atto che avrebbe compiuto. Sapeva, infatti, che mantenere un atteggiamento puro e il minimo passionale era d'obbligo per una fanciulla di buona famiglia. Ma ciò che più l'addolorava era dover mentire, non voleva un'unione basata sull'inganno e ed era proprio ciò che stava per ottenere. Dirlo o non dirlo? Lei era una donna sincera e, mentre osservava la navata centrale affiancata dalle panche in legno in contrasto con la ricchezza barocca delle colonne, decise che una volta giunti nella loro dimora avrebbe confessato. Un'altra donna non lo avrebbe fatto ma lei, lei voleva essere proprio come quelle panchine: autentica nella sua semplicità in un mondo che esigeva la perfezione dei ghirigori sul freddo marmo. L'abito cangiante era pesante, la crinolette permetteva che il volume della gonna fosse concentrato sul retro ma, nonostante la parte anteriore fosse "sgonfia", non era priva di drappi e pizzi beige che pesavano sulla sua statura esile.
Le braccia erano racchiuse tra maniche di pizzo su cui pomposi fiocchi di organza si chiudevano come bracciali per tutta la lunghezza dell'arto. Spostò lo sguardo sul bouchet, l'ultimo regalo di fidanzamento di Alfred, e sperò di sopravvivere a tutta quella tensione. Il colonnello si trovava nel transetto, portava fiero la sua divisa rossa, esattamente come quando lo aveva visto la prima volta, e sul viso era dipinta un'espressione sorridente.
Dorian, accanto a lei, era bellissimo nel suo frack blu notte dagli inserti argentei, il cilindro e il bastone, il fazzoletto di un rosa pastello infilato nel taschino, tutto gli conferiva un'aria da dandy e Georgiana sorrise a quel pensiero, infondo era proprio ciò che il signor Wellington era.
Poco prima aveva proposto a sua figlia di fuggire, non voleva che anche lei fosse incastrata in un matrimonio senza amore e, pur conoscendo i rischi, le aveva chiesto se desiderasse fuggire e ricevere di nascosto una somma di denaro tale da poter vivere tranquillamente lontano da lui e Cordelia. Inizialmente Georgiana, perennemente insicura, stava per accettare ma poi aveva riflettuto. Al contrario della sua amica lei non agiva quasi mai di impulso, si faceva trasportare dalle volte- come per il fattaccio dei capelli- ma solitamente preferiva analizzare i fatti. Voleva bene ad Alfred anzi poteva dire di esserne quasi innamorata, attratta e anche se di lui conosceva poco, nonostante il lungo periodo di corteggiamento, non voleva perderlo. Forse era proprio il modo misterioso del colonnello ad affascinarla tanto, quindi, dopo un primo ripensamento sul matrimonio, aveva rifiutato la proposta del padre.
Si era persa così tanto tra i suoi pensieri da non essersi resa conto di aver raggiunto il suo promesso. Dorian le lasciò dolcemente il braccio e, prima di andarsene, si rivolse ad Alfred."Prendetevi cura di lei, è preziosa più di quanto immaginate."
"Lo farò, potete starne certo."
Il colonnello fu affabile e dolce ma il suo animo era tormentato. Aveva incontrato Cordelia poco prima della celebrazione e lei, austera ed elegante nel suo vestito ampio da regina, aveva dipinto sul volto un'avvilente espressione. Lui ammirava profondamente quella donna, la trovava il modello perfetto da seguire di ogni fanciulla ma, allo stesso tempo, aveva avuto occasione di notare la sua fragilità. Come quando, una sera durante una cena a casa Wellington, erano rimasti per pochi minuti da soli. Lei, disorientata voleva andarsene ma era finita con il piangere e raccontargli di quanto fosse infelice. E l'irrefrenabile impulso del desiderio aveva vinto entrambi. In un momento di intimità si erano scambiati un bacio, le loro labbra si erano sfiorate per attimi che parvero infiniti e le loro lingue si erano unite in una danza sfrenata. Lui non si era sentito in colpa, era un uomo e non provava rimorso nell'aver tradito la promessa sposa, in più Cordelia con quell'aria affranta sarebbe stata irresistibile per ogni uomo. Ad ogni modo non avevano mai più avuto occasione di incontrarsi da soli e lei quella mattina lo aveva avvertito: Georgiana non è quella che pensi, è difettata! Tu meriti di più... Alfred, non sposarla! Ma lui non aveva ceduto, forse la gelosia aveva avvelenato anche l'animo di quella donna pia che ammirava tanto. Tuttavia se avrebbe scoperto che Georgiana mentiva non l'avrebbe perdonata, nessuno gli avrebbe mentito o mancato di rispetto e una moglie difettosa non gli serviva affatto.
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The Little Ladies
Historical Fiction#8 in narrativa storica 30/11/17 Miss Georgiana Wellington e lady Rebecca Hampton sono due signorine londinesi di appena quattordici anni l'uno. Entrambe costrette a sopportare il peso di non poter essere ciò che vogliono consce di vivere in una soc...