🌹voglio solo un'amica🌹

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Quando la donna che aveva inveito contro di lei si era rifugiata nella stanza accanto con la figlia, Rebecca aveva iniziato a ridere, sì, ridere

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Quando la donna che aveva inveito contro di lei si era rifugiata nella stanza accanto con la figlia, Rebecca aveva iniziato a ridere, sì, ridere.
Le sue guance si erano tirate verso l'alto e le labbra si erano allargate mostrando i denti non del tutto regolari. Nel tentativo di calmarsi si portò le mani sul viso per portare all'indietro le ciocche che lo nascondevano. Mentre compiva il gesto si accorse di piccoli spasmi che le attraversavano il corpo. Non voleva che qualcuno si accorgesse di questi piccoli fremiti, soprattutto che sua madre capisse che non aveva mai bevuto le gocce d'oppio che le somministrava.

Ruotò il corpo lasciando che i suoi capelli flutuassero nell'aria mentre dalla finestra alle sue spalle i raggi del sole calante si insinuavano tra le fronde nel bosco, colpendo con quella luce calda le sue deboli palpebre.

Era come se avesse vissuto quella scena a rallentatore, udendo i suoni che la chiamavo a sé fuori da quelle mura in modo chiaro e percependo con tonfi gravi le voci intorno.

"State bene?"

Chiese lord Baeliah scuotendola dal suo stato di trance,

"Sì, ho solo bisogno di una boccata d'aria fresca."

Annuì respirando con affanno e poggiando una mano sul petto.

"Con permesso."

La ragazza camminò velocemente verso le porta con la voglia di inizia letteralmente a correre una volta fuori e raggiungere il prima possibile la piccola selva nei pressi della casa.
Le sue speranze di ottenere qualche secondo di pace morirono subito dopo, non appena si rese conto che qualcuno la seguiva.
Sentiva il passo pesante fare pressione sulle assi di legno, dapprima pensò fosse la madre, ma ella aveva decisamente un'andatura più elegante.

"Signorina! Signorina Rebecca vi prego aspettatemi!"

La voce era la stessa del ragazzo con cui aveva intrattenuto una conversazione poco prima, il signorino Lawrence Baeliah.
Rebecca si sentiva male: le guance più rosse del normale e il respiro corto la fecero allarmare. Si sentiva soffocare e le sembrò di vedere materializzarsi davanti i suoi occhi i visi delle signorine e dei signorotti che le ridevano in faccia. Beliah voleva forse rendere quelle visioni realtà? La stava inseguendo per schernirla?
Purtroppo dovette appoggiarsi a una colonna portante della casa, andare oltre le riusciva davvero difficile. Il giovane la raggiunse presto e con il cappello in mano restò a pochi passi di distanza.

"Non dovete scappare, signorina."

La ragazza tentava di prendere fiato ma tenere a freno la lingua le risultava impossibile.

"Ah! Non ho motivo per farlo forse? Cosa fate qui e perché mi seguite? Volete dirmi che vi faccio pena o ridere di me?"

"Niente di tutto ciò, semplicemente assicurarmi che la vostra salute sia in buone condizioni e..."

" "E" cosa? Continuate!"

"Spero che alla cena di questa sera presenzierete, sarebbe una tale noia senza di voi!"

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