🌹Sono solo un dottore🌹

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L'odore di umidità di cui erano impregnate le pareti del suo studio gli riempì le narici, con fare frettoloso si pulì le mani, sporche di sangue, su un panno posto accanto al cadavere che stava meticolosamente studiando

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L'odore di umidità di cui erano impregnate le pareti del suo studio gli riempì le narici, con fare frettoloso si pulì le mani, sporche di sangue, su un panno posto accanto al cadavere che stava meticolosamente studiando. Si asciugò delle lacrime, iniziate a fluire per via del cattivo aroma del liquido rosso e della muffa.

Loris osservò stremato quel corpo esanime, era il decimo quella settimana che moriva per via della sifilide, una malattia venerea di cui non si riusciva più a liberarsi. Le strade di Londra erano infette, centinaia di donne e bambine erano marchiate da i sintomi di quella maledetta piaga che letto dopo letto stava prendendo il sopravvento sulla città. Sospirando spazientito aprì le imposte per far circolare l'aria e davanti a lui si presentò uno spettacolo a cui, ormai, aveva fatto l'abitudine: un gruppo di donne pronte a vendere il proprio corpo al miglior offerente e tra di loro anche qualche fanciulla che non possedeva più di dodici anni, con lo sguardo spento di chi ha già assaporato il retrogusto amaro della vita dei poveri e dei reietti della società; un lento trascorrere di giorni in cui il corpo altro non fa che respirare, ma non vivere.

Loris continuò ad osservare con insistenza le donne innanzi a sé- "il male della società, eccolo lì"- disse sottovoce mentre con disprezzo volgeva lo sguardo ai signori impomatati e eccessivamente ricoperti di acqua di colonia che con modi rudi, da padroni, spingevano quelle donne verso il bordello.
La prostituzione era un fenomeno che negli ultimi anni aveva preso il sopravvento. Ogni angolo, vicolo e quartiere ospitava qualcuno che praticava tale mestiere di sua spontanea volontà o costretto.
Ma cosa si poteva pretendere da una mentalità che esigeva la castità anche in un rapporto tra coniugi, perché concedersi con passione e ardore era peccato ed ogni uomo preferiva sfogare i propri istinti lontano dal letto della propria moglie.
Il dottore ispirò nervosamente, inorridito da tutto ciò che i suoi occhi stanchi erano costretti a vedere.

Lentamente si alzò dalla sedia, il suo studio si trovava a pian terreno ed altro non era che un magazzino che aveva ripulito da cima a fondo, per poi aggiungere la lettiga e le varie attrezzature.
Poteva permettersi un posto migliore anche in un quartiere meno malfamato, ma quando aveva giurato di votare la sua vita alla professione che tanto amava si era convinto che il modo migliore per aiutare i malati era abitare vicino alla fonte delle malattie. L'anziano padre aveva inizialmente borbottato più volte quanto fosse sciocco a preferire ciò, data la quantità di pazienti borghesi che aveva, ma la sua cocciutaggine aveva in fine vinto.

Sfilò la giacca appesa a un chiodo e mentre la indossava notò che il panciotto da cui pendeva l'orologio era macchiato. Strinse poi tra le mani un rettangolo di stoffa consunta con cui solitamente si puliva e, mentre compiva il gesto di strofinare la chiazza che si allargava sempre di più, qualcuno bussò alla porta.

"Un momento!"

Disse mentre accompagnato dai sinistri suoni emessi dalle assi rotte e dalle porte scricchiolanti si dirigeva a vedere chi fosse.
Aprì il grande portone in legno e davanti a lui si presentò la figura elegante di un signorotto in frack, un ragazzo basso dai lunghi capelli ricci, sciolti sulle spalle larghe, il lord respirava pesantemente e il viso era arrossato, probabilmente per via di una lunga corsa.

"Posso fare qualcosa per voi?"

"Sì, mi hanno detto che siete un bravo dottore, non ho il tempo di accertarmene ma siete il più vicino e per adesso questo vi rende il migliore. Due fanciulle nella tenuta dei duca Robinson, appena fuori città, hanno avuto un incidente nel bosco, hanno passato la notte alle mercé delle intemperie notturne, una di loro non riprende i sensi da ore e l'altra presenta graffi e ferite, ma non appena le si chiede come se le sia procurate risponde che non proferirà parola al riguardo finché la sua compagna di disavventura non sarà sana e salva. "

Beliah disse tutto d'un fiato, nascondendo a stento la rabbia che provava nei confronti di miss Hampton per non aver voluto rivelare nemmeno a lui la natura delle sue ferite.
Il dottor Loris Hyde non ebbe nemmeno la facoltà di rispondere data la quantità di informazioni che quel ragazzo gli aveva riversato addosso, così Loris annuì e farfugliando un: "Certamente, andiamo" rientrò per prendere il necessario e uscire di casa.

Lawrence lo aspettava alla fine della strada che di fatto non era vicina, con un fazzoletto in mano per proteggersi dall'aria piena di germi. Il dottore sorrise, quel misero oggetto non poteva nulla contro le infezioni che si potevano contrarre tra i vicoli di Londra, tuttavia non disse nulla al giovane, lasciava che le persone facessero ciò che volevano e oltretutto non amava parlare molto.

"Dottore sono davvero preoccupato, lady Wellington presenta una chiazza di sangue all'altezza del ventre... Credo abbia preso duri colpi cadendo in quella buca."

Loris ascoltò tutto con pazienza, cercando di pensare già a una possibile soluzione,

"Ed è colpa mia! Tutta colpa mia!"

Proseguì Lawrence mentre sferrava un pugno contro la sua coscia. Come sempre Beliah parlava troppo, era un ragazzo dall'animo buono, ma quando un dubbio o qualsiasi altra cosa lo tormentava sentiva il bisogno impellente di discuterne con più persone possibili, dalle volte anche con sconosciuti. Loris dal canto suo non amava discutere, ma ascoltava volentieri chi gli esponeva un problema o voleva un chiarimento.

"Perché dite ciò?"

"Vedete signor Hyde le due damigelle da cui vi sto portando non sono fanciulle noiose e prolisse come tutte le donne che si incontrano giornalmente.
Non conosco bene lady Wellington, ma per assecondare le pazzie di lady Hampton sono sicuro che nasconde un animo turbolento quanto quello dell'amica."

Era il primo a definire quello strano duo come amiche, ma per Lawrence erano questo, lo aveva capito non appena Rebecca gli aveva raccontato cosa avevano architettato durante la cena, e quell'accenno alla complicità avuta nel bosco aveva confermato che il loro rapporto stava man mano prendendo una dolcissima piega.

"Non giudicate male i loro comportamenti, ve ne prego"

L'uomo sorrise, era un medico e le sue giornate passavano ascoltando le vicissitudini di prostitute, mercenari, spazzacamini, ladruncoli e quant'altro. Se inizialmente quella vita lo aveva scombussolato; con il passare degli anni il suo esser altezzoso, come ogni uomo dell'alta borghesia, era sfumato tra i racconti di chi ha conosciuto solo una vita ingiusta e i suoi pregiudizi erano volati via frantumandosi sulle incertezze che ciò che aveva conosciuto fino a quel momento altro non erano che bugie.

"Non è il mio lavoro giudicare, sono solo un dottore"

Rispose semplicemente mentre sorrideva.

*Spazio autrice*
" male della società" così venne soprannominato il fenomeno della prostituzione che lentamente aveva preso il sopravvento tra le strade di Londra, donne di ogni età e molto spesso anche bambini venivano obbligati a vendere il proprio corpo. I bambini in particolar modo venivano richiesti dai signori altolocati convinti che quei piccoli esseri non fossero portatori di malattie veneree.
Ma parliamo di questa nuova new entry, perché ho dato tanto spazio a questo personaggio? Chi è, che ruolo avrà? Purtroppo queste domande avranno risposte solo a metà romanzo, ma vi assicuro che il caro dottore sarà una figura fondamentale!

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