Capitolo 22

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La cena proseguì abbastanza velocemente e senza numerosi intoppi, tralasciando numerose frecciatine sulle innumerevoli qualità di Vanessa l'ochessa.

Mancava ancora un'ora a mezzanotte mentre in Italia era già capodanno da un pezzo.

"Allora Lea, che fai stasera? In quale locale vai a sfoggiare le tue doti...linguistiche?" mi disse Vanessa, quando mi stavo incominciando un po' a rilassare e a non pensare alla sua esistenza.

Ma no, è come il mal di denti: il dolore è latente per mesi e poi, tutto ad un tratto esplode come una bomba, lasciando una miriade di feriti (in questo caso la mia dignità e la mia autostima).

"Non lo so, veramente, ho appuntamento con i miei nuovi amici e non so dove mi portano" dissi, cercando di rimanere calma e sorseggiando altro vino.

"Ah, quelli che ti hanno portato l'altra sera a cantare? A proposito, non te la sei cavata male, se non fosse stato per la canzone, un polmone!" disse con un ghigno, ridendo come un'oca giuliva ma allo stesso tempo anche con gran classe.

Madonna santissima, ma che voleva questa da me stasera? Ha paura che le possa rubare il fidanzato? Tranquilla tesoro che tu hai tutte le qualità del mondo: solo uno stupido preferirebbe me a te.

"A me piace quel genere" aggiunsi "se fossi stata tu cos'avresti cantato? Bitch, di Meredith Brooks?" dissi, sorseggiando altro vino.

Cory soffocò un'altra risata con un colpo di tosse mentre Vanessa, visibilmente stizzita, fece finta di nulla ed incominciò a parlare con la madre di Cory.

"Beh ragazzi, so che per voi è ora di andare e di passare la mezzanotte con gli amici" disse ad un tratto Sarah, incominciando a sparecchiare "per cui andate a prepararvi, ci vediamo l'anno nuovo" Ci sorrise e ci congedammo.

"Verresti un attimo con me, per favore?" mi disse Cory, prendendomi per il polso e trascinandomi nella sua stanza.

"Vanessa non ha nulla in contrario?"

Rise. "E perché dovrebbe?"

Perché è una splendida stronza acida come un limone lasciato al sole, ecco perché.

Entrammo nella stanza di Cory: poster di band e sciarpe con gli stemmi della sua squadra di hockey preferiti adornavano le pareti, un letto enorme regnava sovrano e una piccola scrivania con un computer era incassata ad un angolo.

Mi accomodai sul letto avendo cura di non sprofondarvici e seguii Cory con lo sguardo che, nel frattempo, aveva aperto l'armadio di legno massiccio e stava cominciando a scegliere cosa indossare di elegante.

"Woah woah aspetta che stai facendo?" ribattei alzando la voce: si era appena tolto la maglietta e stava scegliendo cosa mettersi a petto nudo praticamente.

Istintivamente mi coprii gli occhi con le mani (anche se la mia coscienza non aveva molta voglia di privarsi di questa visione, vero coscienza? *Eh , scusa sto dicendo alle ghiandole salivari di fermarsi, troppa bava qui*)

Lui si girò e con un ghigno malizioso disse "Che c'è? Ti da fastidio?"

"Ripeto la domanda: Vanessa non ha nulla in contrario?"

"E io ti ripeto la risposta: perché dovrebbe?"

BEH FORSE PERCHÉ SEI MEZZO NUDO NELLA STANZA CON UN'ALTRA RAGAZZA CHE STA AVENDO LE CONVULSIONI, ecco perché.

"Allora, che mi metto?" disse, poggiando un dito sul mento con fare pensieroso.

"Qualunque cosa basta che ti copri!" urlai, rossa dall'imbarazzo.

Imbarazzo di cosa poi? Lui dovrebbe imbarazzarsi, è lui quello scoperto qui.

Cory rise, prese una camicia azzurra dall'armadio e se la infilò: TIPICO DI CORY, se la abbottonò male.

"Dai qua, faccio io!" dissi alzandomi. Se questo non si muoveva, manco per la nascita dei nipoti di William e Kate ci sbrigavamo.

Stavo incominciando a sbottonargli di nuovo la camicia quando mi resi conto in che guaio mi ero cacciata: cioè ora dovevo spogliarlo in pratica.

Quando mi accorsi della cosa ovviamente diventai bordeaux ma Cory non sembrò accorgersene: così, non potendomi *o non volendoti?* (zitta tu) tirare indietro, continuai a sbottonargli la camicia, scoprendo di nuovo il suo torso.

Che poi non era così perfetto e delineato come si vede nei film: però era caldo e vibrò al contatto della mia mano.

La mia mano era incerta e tremolante ma continuava a togliere ogni bottone dall'asola sbagliata.

Il mio sguardo era concentrato sui bottoni, che continuavo a togliere quasi in maniera ossessiva.

"Guarda che posso farlo anche da solo" disse lui ad un tratto.

Alzai lo sguardo ed incrociai il suo, profondo e ridente: fermò la mia mano che aveva quasi finito di sistemare la camicia.

La accarezzò lentamente, circumnavigando ogni dita e soffermandosi sull'incavo tra il pollice e l'indice.

Un brivido mi percosse lungo tutta la schiena: perché mi faceva questo effetto? Non doveva farmelo, lui è già impegnato, tra l'altro. E poi, dai, è Cory!

Sciolsi la mano dal suo tocco e finii di abbottonargli la camicia. "Ecco, ora sei pronto" dissi, distogliendo lo sguardo.

"Perché non mi guardi in faccia?" prese il mio mento tra le dita e mi costrinse a guardarlo dritto negli occhi.

"Non ho nessun problema a guardarti negli occhi" dissi, decisa.

In realtà ce l'avevo eccome il problema: stasera, poi, con quella camicia, era davvero stupendo.

"Si che ce l'hai" disse, con lo sguardo torvo. "Ed ora mi devi dire perché"

Perché?

Perché sono innamorata di te, cretino!

E cretina io che l'ho capito solo ora, dopo che lui è finalmente felice con Vanessa l'ossessa.

Io..io non posso fargli questo, non posso rovinargli questa relazione, non ne ho nessun diritto.

Sarò costretta a tenermi tutto per me, come sempre, e ad aspettare che mi passi.

"Non c'è nessun perché" dissi "non ho problemi a guardare negli occhi un mio...amico."

Cory mi lasciò andare il mento, si aggiustò il colletto e disse "Bene. Buon anno, Lea" ed uscì dalla stanza.

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Salve a tutte :)

È un periodo davvero tremendo per me ma spero di riuscire a scrivere qualcosa che vi piaccia.

Baci a tutte,

Gaia <3

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