Capitolo 11

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  • Dedicata a a Maria G. che spero leggerà e VOTERA' questo capitolo <3
                                    

"E cosi sei un insegnante di letteratura" dissi, sorseggiando altro spumante, pregando che non mi faccia andare fuori di testa, non sono abituata all'alcol. 

"Si, mi sono laureato in tempo con la lode e subito mi hanno assunto per insegnare letteratura inglese in un college qui vicino. Vengo preso di mira spessissimo dagli alunni dato che sono di poco più grande di loro ed, anzi, a volte sono anche più giovane!" disse, portando la mano dietro la testa, quasi in segno di imbarazzo.

"So che non si dovrebbe chiedere, ma qual è il tuo autore preferito?" dissi, guardando con la coda dell'occhio un cameriere che aveva appena rovesciato una bottiglia di vino per terra. AHI, prevedo guai per qualcuno stasera.

"Sai, farmi questa domanda è un po' come chiedere ad una madre quale figlio è il suo preferito..."

FUCK, adesso che figura ci faccio? No, Lea, non andare in iperventilazione, dai non succede nulla, hai solo fatto un commento sbagliato, capita

"...ma, diamine a chi la voglio dare a bere? Lo sanno tutti che le mamme hanno sempre un debole per un figlio!"

YES, YES, YEEEES! Su, dai Lea, forse non sei un totale disastro! 

"Adoro Shakespeare, in ogni sua forma ed opera. Amo il modo in cui riesce a mettere su carta tutti quei sentimenti che molto spesso non riusciamo ad esprimere a voce." disse, guardandomi intensamente negli occhi.

MIODIO, non riuscirò a sostenere questo sguardo ancora per molto, troverò la scusa della pipì e mi alzerò, non destando alcun sospetto, potrebbe funzionare..

*DRIN*

Chi può essere adesso? 

"Scusami, devo rispondere... Pronto? Si? Ah ciao, Cory.. Dimmi.. Si, ah-ah... Domani? Ok, se proprio insisti.. Ok, a domani allora, bye" dissi, chiudendo il telefono e rimettendolo nella borsa.

"E cosi anche a te piacciono i Beatles?" disse, guardandomi con quello sguardo magnetico da sopra il calice di vino fruttato.

"Come scusa?" dissi, ancora presa da quello sguardo intrigante.

"Dicevo, ho sentito la suoneria, anche a te piacciono i Beatles?" mi disse nuovamente, sventolandomi la mano davanti al viso, come se fossi ancora imbambolata.

*CERTO CHE LO ERI, DAVANTI A TUTTO STO BEN DI DIO* 

Coscienza, contegno, per favore

"Si, sono il mio gruppo preferito. Questa era Blackbird, la mia preferita, dal .."

"White album, 1968. Si, lo conosco, è uno dei migliori a mio parere." finì la mia frase, sorridendomi.

"Beh - aggiunse dopo un po'- mi sono scocciato di questo ambiente così chic, che ne diresti di fare una passeggiata sul molo?" 

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"Non vorrei essere invadente ma dove ti porta Cory domani?" disse, mentre passeggiavamo lungo la banchina, cullati dal rumore delle onde che si infrangevano sulle barche attraccate e dei bambini che giocavano a rincorrersi.

"Ha detto che la sua famiglia freme dalla voglia di conoscermi e quindi hanno insistito così tanto che Cory si è sentito costretto ad invitarmi a pranzo con tutti loro domani. Ha detto "Ospitalità canadese" gli risposi, pensando alla faccia di Cory mentre combatte contro i genitori, calpestando i piedi come un bambino. Mi scappa un sorriso.

"Avranno l'onore di conoscere la ragazza di Cory, allora.." disse, ad un tratto.

Scoppiai in una risata così fragorosa che un bambino si spaventò e si andò a nascondere dietro la gonna della madre poco lontana.

"Ragazza? Quale ragazza? Io? La sua ragazza? Ma dai, è assurdo, non riesco nemmeno a pensarci!" gli dissi, prendendogli la mano e giocherellandoci un po'.

Ad un tratto intercciò le sue dita nelle mie e disse, indicando il mare " Sia questa triste pausa come l'oceano che separa i lidi, dove due promessi amanti vengono ogni giorno alla sua riva, per poter contemplare ancora più.."

"...felici la visione di Amore che torna. Shakespeare, sonetto 56, uno dei miei pref"

Non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai le sue labbra sulla mie: fu così inaspettato che dimenticai quasi di chiudere gli occhi e di abbandondarmi. Per fortuna dopo un po' me ne ricordai e quindi misi le braccia intorno al suo collo e mi protrassi verso di lui, alzando il tallone in aria come quelle nei film.

Quando ci staccammo, lui si aggiustò i capelli e si affrettò immediatamente a dire "Scusami, non so cosa mi sia preso, ma vederti parlare di Shakespeare è stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso, era da tanto che lo volevo fare ma quando hai finito la frase al posto mio in me è scattato qualcosa che non ho saputo frenare, mi dispiace, io davvero non so cosa mi sia pre.."

Stavolta fui io ad impedirgli di finire la frase, fiondandomi su quelle labbra rosee e perfettamente scolpite.

"Non devi scusarti, è stato un piacere. Anche io lo aspettavo da tanto, anzi da più tempo di quanto tu creda." dissi, sorridendo come non avevo mai fatto prima.

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SALVE GENTE! 

Grazie a tutti (MASCHI E FEMMINE *coff coff*) quelli che continuano a leggere la mia storia, siete così tanti :o

BACIONI E ABBRACCI, 

LOVE U ALL

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