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Qualcuno ridacchiò al suo essere così formale, certo era un po' strano per loro essendo americani però vedendola dal punto di vista della cultura coreana era semplicemente normale.

Questo è quello che avrei dovuto pensare in quel momento, avrei dovuto ridacchiare con loro, avrei dovuto fare attenzione a ciò che mi circondava, ai miei compagni, allo sguardo preoccupato dei miei amici, ma tutto ciò che vedevo, tutto quello a cui riuscivo a pensare era lui, erano gli occhi avidi di tutte quelle che lo squadravano, apprezzando il suo stile, freddo, ammaliate dal suo fascino, etereo.
Sentivo la gelosia che piano cresceva in me, sentivo quella brutta bestia di cui credevo essermi liberata. La gelosia era stata una mia compagna per molto tempo, era sempre presente, quella terrificante consapevolezza di essere solo un essere umano, facilmente rimpiazzabile, in ogni momento.
Nonostante ciò non ero mai stata sinceramente gelosa di Johnny, non so bene perché ma improvvisamente la paura di essere abbandonata era sparita, forse mi fidavo veramente tanto di quel ragazzo, forse credevo di essere speciale per lui, insostituibile o forse, forse era perché in fondo speravo di poter tornare ad essere Hyemi.
Quella gelosia, che ormai era chiaramente diventata istinto omicida, venne rimpiazzata da una strana sensazione allo stomaco, quasi di vuoto, come quando sei fermo sul punto più alto delle montagne russe, quel momento subito prima del divertimento e della paura.
Poi, come se non ne avessi già abbastanza di emozioni con cui avere a che fare, si aggiunse anche una strana malinconia quando sentii la sua voce di nuovo
"Mi scusi professore, non vorrei disturbare ulteriormente la classe, ma, dato che non sono ancora molto a mio agio con questa cultura e con la lingua inglese, sarebbe troppo chiedere l'aiuto di qualcuno che forse può capirmi un po'?" Disse marcando l'accento coreano. Sentivo le risatine delle ragazze intorno a me "che accento carino che ha!"

Tesoro puoi prendere in giro loro ma non me.
Non ero stupida. Lo conoscevo.
Lui era più bravo di me in inglese, lo era sempre stato, la cultura? Ma andiamo, campava guardando film e serie TV americane, era ferratissimo.
Che aveva in mente? Voleva forse stare vicino a me? Perché? Perché mi stava facendo questo?
"Certo siediti vicino a- Park alza la mano" gli rispose il professore visibilmente compiaciuto dall'eccessiva formalità del ragazzo.

Io però non riuscivo a muovere un muscolo, volevo farlo, volevo rendere la cosa il meno imbarazzante possibile, volevo davvero alzare quella dannata mano, ma semplicemente non ci riuscivo, tutti mi fissavano, ed entrai in panico.
Sentii un peso sullo stomaco. Riuscivo a leggere delusione nei loro occhi,
perché l'hai lasciato così?
sei falsa
sei una persona orribile
Urlavano nella mia testa mille voci accavallandosi ognuna per ricordarmi quanto avevo sbagliato, quanto avevo fatto schifo. Avrei dovuto parlargli, non avrei dovuto lasciarlo così, avrei dovuto fare qualcosa.
"Park che succede? Perché piangi?"

Mi asciugai velocemente le lacrime cercando di ricompormi loro non lo sanno cosa è successo non preoccuparti sei Hailey tu, tu per loro sei Hailey, solo Hailey.
Sorrisi debolmente alzando la mano, finalmente, e aspettai che il ragazzo nuovo si sedesse vicino a me.

Camminava verso di me, guardandomi, sorridendomi, era bellissimo, mi era mancato, dio come mi era mancato, si fermò davanti al mio banco, guardando verso la mia destra, con quello sguardo freddo, penetrante, quello sguardo che non si addiceva per niente alla sua personalità. Mi chiedevo cosa stesse guardando, quindi, mi girai, notando il mio compagno di banco, già, me ne ero completamente dimenticata, Jhonny era seduto di fianco a me.
Ero finita in mezzo ad una strana sfida tra squadri e la cosa non mi piaceva, neanche un po', finsi quindi un colpo di tosse, cercando di alleviare un po' la tensione che si era creata, brutta mossa.
- Piccola, stai bene?

Odiavo quel nomignolo, lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo, ancora di più ora che Tae era lì.
Sorrisi debolmente verso il mio ragazzo, e mimai un non preoccuparti tesoro prima di sentire la voce del professore che leggermente annoiato ci chiedeva di muovere i culi, grazie prof.

Jhonny allora si alzò sussurrando diversi insulti indirizzati al professore ed al ragazzo coreano guadagnandosi una mia risatina.
Intanto Taeyong aveva ripreso a sorridere come un bambino, e la vocina nella mia testa gli urlava un ti prego smettila, che purtroppo o per fortuna lui non poteva sentire; mi lanciò un ultimo squadro prima di sedersi e, a lezione iniziata, sussurrò al mio orecchio
"annyeong mimi-ah"

salve è l'autrice che parla yoohoo
sono felice che la storia stia piacendo ai miei due lettori, per favore supportatela e spronatemi a continuare perché conoscendomi se nessuno mi urla dietro al culo io le cose non le finisco.
tanti baci amo tutti.
ps: non sarà per sempre così depressa giuro, l'unica cosa che fa sta ragazza è piangere per ora lo so.

Liar _ lee tae yongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora