Capitolo 10

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New York Nord 5 Anni Fa

Lauren stava soffocando, questo era sicuro. Non riusciva a parlare, non riusciva a muoversi e sicuramente non era in grado di fuggire. Ogni momento che passava era sempre più sicura di star per svenire.

"Harry! Mettila giù!" ordinò Marielle. Il gigante, chiaramente non consapevole della sua stessa forza, la liberò dall'abbraccio da orso, quando i piedi di Lauren toccarono terra cominciò a respirare velocemente prendendo più ossigeno possibile. "Oh mio Dio sei veramente tu" Marielle si avvicinò e toccò il viso di Lauren incredula prima di stringerla in un abbraccio molto più gentile del precedente.

"Come state?" chiese Lauren.

"Oh, sai, niente più pancione. Stiamo tutti benissimo comunque" Marielle si allontanò e la studiò. "Sembri così magra! Ti danno da mangiare i tuoi genitori?"

"Beh è una lunga storia veramente" rispose Lauren ma senza aggiungere altro.

"Camila è con te?" Lauren avvertì immediatamente una fitta. Abbassò lo sguardo, soffocando un singhiozzo. Marielle notò il cambio d'espressione ma sentì anche sua figlia cominciare a piangere in cucina. Sapeva che sua figlia stava bene, probabilmente aveva semplicemente rovesciato di nuovo i cereali. Lauren invece, non sembrava star bene.

"Harry, puoi occuparti tu di Laney?" chiese Marielle, senza spostare lo sguardo dalla ragazza. Harry senza pensarci troppo si diresse silenziosamente dalla bambina di un anno. Marielle le studiò il volto.

"Tesoro, è tutto okay? Qualcosa mi dice che questo viaggio non è stato proprio programmato"

"Posso stare qui? Solo per sta notte" disse Lauren.

"Certo, puoi rimanere qui quanto vuoi, dolcezza. Ma ho bisogno di sapere se sei nei guai" Lauren decise di non nascondere il fatto che in quel momento sarebbe dovuta essere da un'altra parte.

"Sarei dovuta ritornare a casa oggi. I miei genitori non sanno dove sono ora" ammise. "Ma non sono pronta a tornare a casa" migliaia di domande attraversarono la mente di Marielle ma aveva capito che Lauren non era in grado di spiegare la situazione.

"Non chiederò il perché" rispose. "E ripeto che puoi restare tutto il tempo di cui hai bisogno. Ma ti chiedo solo di chiamare i tuoi genitori e dirgli che sei al sicuro.

"Se hanno bisogno di parlare con me va bene, ma voglio che li chiami ora" Lauren esitò per un momento. Se avesse chiamato i suoi genitori, c'era una possibilità che avrebbero guidato fino alla fattoria e l'avrebbero riportata a casa. Ma lo doveva a Marielle. Tirò fuori il telefono e guardò lo schermo. C'erano 20 messaggi vocali e altrettante chiamate perse, tutte proveniente del suo telefono di casa. Spinse 'richiama' e aspettò. Dopo un solo squillo sua madre rispose.

"Lauren?" chiese sua madre.

"Ciao mamma"

"Oh grazie a Dio" sospirò sua madre. "Dove sei? Io e tuo padre siamo stati in pensiero"

"Sto bene, mamma. Sta notte rimango da un'amica"

"E non potevi dircelo prima?" sentì suo padre urlare in sottofondo.

"Zitto!" disse la madre di Lauren. "Mija, dove sei?"

"Sono da un'amica mamma. Per favore, cerca di capire"

"Tutto quello che abbiamo fatto è stato cercare di capirti!" suo padre urlò di nuovo. "E' ora che cresca!" Lauren guardò Marielle che riusciva a sentire tutta la conversazione chiaramente. La donna le fece cenno di passarle il telefono e Lauren lo fece.

"Salve, signore e signora Jauregui? Io sono Marielle, non so se Lauren ve l'ha detto ma ci siamo conosciute l'estate scorsa. La sua macchina aveva avuto un guasto e l'abbiamo ospitata per un paio di giorni"

COLOR •|| TRADUZIONE ITALIANA||• CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora