Ciao a tutti!!! Chiedo scusa in ginocchio per questo ritardo.. Ma la vita privata e gli impegni di lavoro chiamano.. perdonatemi!! Spero vi piaccia, buona lettura!! E grazie come sempre! 😘😘😘
Mario si svegliò la mattina dopo, sentendo un piacevole calore dietro di sè e un braccio che lo stringeva attorno alla vita. I suoi piedi, sempre freddi, erano intrecciati ad altri caldi.
Si voltò nell'abbraccio e si scontrò con il viso ancora addormentato e bellissimo di Claudio.
Del suo uomo.
Dell'amore della sua vita, così preoccupato per lui che non aveva esitato a mettere a repentaglio l'indagine e la sua stessa incolumità piombando al suo appartamento la sera precedente.
Sospirò, stringendosi ancora di più a lui. Per un attimo aveva pensato che tutto ciò che avevano vissuto dalla sera prima insieme fosse soltanto un sogno. Non sarebbe stata la prima volta: da quando viveva in quella realtà parallela senza Claudio, quasi ogni notte il veronese era protagonista dei suoi sogni. Bellissimi, che gli provocavano una gioia immensa, ma che al mattino, non appena si svegliava e si voltava verso l'altro lato del letto, gli lasciavano un amaro in bocca e una tristezza nel cuore. Perché in quel letto, Claudio non c'era. Mai.
Nel sonno, sentì il corpo del veronese reagire alla sua vicinanza, portandolo ancora più vicino a sè.
Sorrise leggermente, e dopo avergli lasciato un lieve bacio sul petto, accanto al tatuaggio che raffigurava il cuore di ghiaccio, decise di alzarsi e preparargli una sostanziosa colazione.
Dopo tutti quei mesi passati a stretto contatto, sapeva che il ragazzo mangiava sempre uno yogurt e due banane, e per sentirlo con lui mentre erano separati quegli alimenti non mancavano mai nel frigorifero della sua "nuova" casa.
'Cosa mi hai fatto Sona, sono diventato un pappamolla romantico' pensò, mentre tentava di alzarsi senza svegliare il veronese. Tentava, perché non appena il ragazzo percepì un movimento accanto a lui, gli impedì di muoversi trattenendolo al suo fianco con il braccio, borbottando ancora addormentato "Resta ancora un po' qui con me".
E chi era Mario per resistere a quella richiesta? Solo un uomo normale, che non avrebbe mai potuto combattere quegli occhietti che Claudio gli stava rivolgendo.
"D'accordo, ma volevo prepararti la colazione! So quanto hai fame la mattina"! Gli disse sorridendo, prima di prenderlo in giro affettuosamente "Anche se in realtà tu hai sempre fame! Devo ancora capire come tu faccia ad avere quel fisico pazzesco se mangi per tre persone!"
"Ehii" rise il veronese, afferrandolo e portandolo sotto di sè, prendendo a fargli il solletico sui fianchi, "lo sai che vado in palestra in ogni momento libero!" mentre il romano prese a scalciare ridendo "Clà no, il solletico no te prego". Continuò ancora per un po', amando il suono della sua risata, e quando Mario prese a piangere per l'eccesso di risa si fermò, mentre i loro occhi si incontrarono.
Il romano smise di ridere.
Il veronese prese a fissare intensamente le sue labbra.
Si avvicinò al viso del moro e sussurrò "Mi è passata la fame", prendendo a lasciare piccoli baci sulla sua fronte, sulle palpebre, sul naso, sulla guancia, fino ad arrivare alla sua bocca. Contemporaneamente, la sua mano raggiunse i suoi boxer, l'unico indumento che avevano indossato entrambi nella notte dopo essersi amati, e si infilò al loro interno, afferrando la sua erezione e iniziando a massaggiargliela.
"O meglio" mormorò con voce roca all'orecchio del romano, prima di mordergli il lobo "Ho fame, ma di te."
Mario cominciò a gemere mentre la mano del veronese continuava a dargli piacere, il suo pollice prese ad accarezzare la punta dell'asta del romano, mentre il ragazzo gettò la testa indietro gemendo il nome del suo uomo.
Claudio amava vedere il moro così vulnerabile, soprattutto se grazie a lui, quando erano le sue mani e la sua bocca a farlo stare bene. Quindi approfittò di quel momento per sfilare velocemente le mutande al romano, e prese subito l'erezione già formata del ragazzo in bocca.
Mario sussultò e inarcò maggiormente la schiena, l'unica parola che riusciva a pronunciare il nome di Claudio. Incoraggiato dalla reazione del compagno, il veronese leccò più volte la sua asta e raggiunse nuovamente la punta, su cui si concentrò maggiormente, e fece in modo che la pelle calda e arrossata del romano entrasse in contatto con il freddo metallo del suo piercing.
Il moro iniziò ad accarezzare i capelli del veronese gemendo senza controllo, mentre quest'ultimo prese a succhiare con sempre maggiore vigore la grossa erezione di Mario. Lasciò baci bagnati lungo tutta l'asta continuando contemporaneamente a pomparla mentre con la mano libera si dedicò ai suoi testicoli.
"Cla-aa cazzo. Nnnn" il romano biascicava in preda al piacere, muovendo la testa sul cuscino, gettandola all'indietro, non era nemmeno in grado di formulare una frase di senso compiuto, ma il veronese capì che il suo compagno fosse al limite e riportò la sua erezione nella sua bocca calda, succhiandola avidamente e sempre più velocemente e in profondità, sforzandosi di prenderne in bocca quanto più possibile.
Vedere il suo uomo in quello stato di estasi grazie a lui portò la sua eccitazione ad un livello quasi doloroso, e con una mano la toccò per darsi un momentaneo sollievo. Prese a masturbarsi lentamente e passando il pollice sulla propria punta non poté impedirsi di rilasciare un gemito più forte degli altri attorno all'erezione di Mario, che con un urlo, e tremando riversò il proprio piacere nella sua bocca. Il veronese ingoiò tutto, fino all'ultima goccia, e mentre il romano si riprendeva da uno degli orgasmi più intensi della sua vita, ancora con gli occhi chiusi e il petto che si alzava e abbassava velocemente, gattonò fino al suo viso e lo baciò, raggiungendo poi il suo orecchio e sussurrandogli "La colazione più buona del mondo."
"Oddio Clà. Tu me fai morì. Ma adesso tocca a me" disse sfoggiando un sorrisetto malizioso e salendogli lentamente a cavalcioni, ancora leggermente dolorante per i lividi che gli ricoprivano il torace.
"Mario fa piano, non farti male" gli suggerì il veronese, sempre attento a tutto ciò che lo riguardava.
"Shh.. rilassati amore" gli sorrise il romano, iniziando a lasciargli baci a bocca aperta sul collo, scendendo piano sulle clavicole e sul suo petto, per poi raggiungere un suo capezzolo e succhiarlo e leccarlo avidamente, mentre con la mano dava attenzioni all'altro. Claudio infilò le mani tra i suoi capelli neri e prese ad accarezzarglieli, gemendo "Amore.. sbrigati".
Mario sorrise e lo accontentò, continuando la sua scia di baci verso la sottile peluria che scompariva nei boxer ancora addosso al veronese. Glieli sfilò piano, mentre con una mano afferrò la sua erezione, dura e pronta. Iniziò a leccarne la punta rossa, mentre con l'altra mano giocava con i suoi testicoli, e incoraggiato dai gemiti sconnessi del ragazzo, che non avrebbe resistito a lungo, la inglobò prendendo a succhiare con vigore.
Tracciò con la lingua la sua vena sporgente, leccò le pareti della sua asta senza sosta, e portò le gambe del suo uomo sulle proprie spalle, rivelando la sua entrata. Prese a lasciare piccoli baci attorno ad essa, con il veronese che era in uno stato di puro piacere e gemeva incontrollato il suo nome, stringendo le lenzuola nei pugni.
Incoraggiato dalla sua reazione, ci inserì la lingua e la spinse il più possibile dentro di lui, esplorandolo prima più lentamente poi con affondi sempre più decisi, mentre la sua mano continuava a pompare l'erezione del compagno.
Claudio non riusciva a pensare, a parlare, riusciva solo a gemere incessantemente, perché la sensazione delle mani di Mario su di lui, combinata a quelle della sua lingua dentro di sè e del suo piercing a sfiorargli le pareti era troppo da gestire: con un urlo riversò il suo piacere sul proprio petto e sulla mano del romano, che continuò a leccarlo e a masturbarlo, accompagnandolo durante il suo orgasmo.
Dopo essersi ripuliti, rimasero abbracciati a letto ancora per un po', quando il veronese "Nonostante tu mi distragga parecchio, non pensare che me ne sia dimenticato.. dobbiamo parlare! Voglio sapere chi ti ha ridotto così e cosa ti sia successo!" disse, stringendo il romano un po' di più.
Mario sospirò, si alzò e afferrò la sua mano, "Dai, andiamo a fare colazione, così ti racconto tutto".
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Taking Chances (Clario)
FanfictionAU! AgenteMario! AgenteClaudio! Una storia esterna al percorso televisivo di Claudio e Mario a Uomini e Donne. Personaggi e situazioni frutto della mia fantasia.