Capitolo Dodici

1.1K 114 41
                                    

Eccomi!! Perdonate i tempi di attesa ma sono settimane impegnative!!
Per prima cosa, prima che leggiate voglio dirvi "Fidatevi di me".
Seconda cosa, non mancano molti capitoli, ce ne sarà ancora uno e poi l'epilogo!! Graxie a tutti per leggermi!! 😘😘😘

Marco.

La talpa era Marco.

Claudio non poteva crederci. Quel ragazzo che per lui e Mario era come un fratello, era in realtà la persona che tramava alle loro spalle, che faceva il doppio gioco, che da mesi, forse anni si approfittava della loro fiducia e li pugnalava alla schiena.
Ma la cosa che più provocava in lui un senso di disgusto era che lo stesso ragazzo con cui avevano condiviso serate, chiacchiere al pub, confidenze,  pizze a casa di ognuno di loro, era lo stesso che non aveva avuto neppure un minimo scrupolo a minacciare il suo uomo. Che non solo l'aveva sempre trattato come un fratello, ma gli aveva anche consigliato di sostenere il corso e l'esame da Ispettore, perché convinto che sarebbe stato un ottimo elemento.
Più ci pensava però, più ogni cosa aveva un senso: gli atteggiamenti sempre nervosi, scostanti e guardinghi di Marco nell'ultimo periodo, soprattutto dall'inizio di quell'indagine, che ingenuamente lui e Mario avevano attribuito all'esame, che si faceva sempre più vicino. Ora, col senno di poi, capì che la sua fosse solo paura di essere scoperto, e tutto cio lo faceva rabbrividire.
Per non parlare della sua prontezza nel rispondergli che l'intera documentazione che riguardava la missione sotto copertura del romano si trovava nel cassetto della scrivania del Commissario: troppo preso dalla voglia di raggiungere il suo compagno, e bisognoso di aiuto, Claudio non aveva fatto caso alla risposta estremamente dettagliata del collega, chiaro segno del fatto che lui fosse a conoscenza di quelle informazioni, perché ne aveva già usufruito per inviare a Mario il primo biglietto minatorio.
Il pensiero che lui e il romano si fossero fidati di quell'essere che aveva minacciato di fare del male al moro per ben due volte, e che avrebbe seriamente potuto fargliene in ogni momento perche conosceva ogni dettaglio della vita di Mario sotto copertura, gli fece stringere le mani sul volante, così forte che le nocche divennero bianche, la mascella dura e tesa. Provava un disgusto che mai aveva sentito verso qualcuno, sentimento che aumentava a mano a mano che il tempo passava e Mario non lo contattava per comunicargli i dettagli dell'appuntamento, così come avevano stabilito al telefono due giorni prima.
Accelerò bruscamente e prese a sfrecciare per le strade di Verona, tentando di raggiungere più veloce che poteva la periferia, all'indirizzo che gli era stato inviato da una persona di cui mai avrebbe pensato di potersi fidare davvero, ma che aveva dimostrato una lealtà verso di lui e verso il suo compagno che non avrebbe mai dimenticato.
Filippo.

Andrea, accanto a lui, lo riscosse dai suoi pensieri posandogli una mano sulla spalla e stringendo appena, in segno di conforto. "Claudio, so che non ho mai dato modo a te e Mario di conoscermi, ho un carattere molto chiuso.. ma per quello che vale.. mi dispiace di non avervi dato una possibilità. Tendo a non fidarmi delle persone, sono molto..  diffidente."
"L'ho capito. Ma anche io ti devo delle scuse, se non abbiamo mai legato è anche colpa nostra, non solo tua. Dispiace anche a me." gli rispose il veronese, trovando quel gesto davvero confortante.
"Ricominciamo?" domandò il ragazzo con un piccolo sorriso.
"Ricominciamo" Annuì Claudio, ancora molto teso.
"Claudio, lo tireremo fuori da lì. Ce la faremo."
Il veronese lo guardò, spaventato. "Andrà tutto bene?"
Andrea non lasciandogli mai la spalla, anzi aumentando la stretta "Andrà tutto bene." affermò.
Dopo un profondo respiro per tentare di calmarsi, e un'occhiata ad Andrea, che annuì convinto su ciò che aveva appena detto, "Mario, stiamo arrivando da te, amore. Resisti." disse a voce alta. E solo dopo aver pronunciato quelle parole, si accorse di aver appena ammesso il suo amore per il romano davanti al suo collega.
Si voltò non sapendo cosa dire, ma Andrea sorrise e parlò per primo, stupendolo. "Tranquillo, il vostro segreto è al sicuro con me, fino a quando vorrete mantenerlo. Ma se posso essere sincero, l'amore tra voi é così forte che si vede."
"C-cosa?"
"Lo sapevo già Claudio. Io sono molto taciturno, ma osservo tanto. Anche se con voi non mi ci è voluto molto tempo..  siete come due calamite, due poli opposti: non riuscite a stare lontani per molto, e come vi guardate.. siete l'uno il mondo dell'altro, i vostri occhi si illuminano quando si posano sull'altro. Vi amate con gli sguardi. E i vostri battibecchi.. la passione, ciò che traspare anche mentre litigate.. voi due siete il vero amore Claudio. E se posso darti un consiglio, non lasciatevelo scappare. Molte persone cercano ciò che avete voi due per tutta la vita.".
Il veronese lo guardò con gli occhi lucidi, commosso per le parole utilizzate dal ragazzo, e non riuscendo ad esprimere tutta la gratitudine che provava a parole si limitò a sussurrargli un "Grazie. Davvero Andrea, grazie di cuore" molto emozionato.
Il collega lesse sul suo viso ciò che stava provando, e con un sorriso si limitò a lasciare un'altra pacca sulla spalla di Claudio, dicendogli sicuro "Forza, andiamo a riprenderci  l'amore della tua vita."

Taking Chances (Clario) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora