-E sarebbe questa la famigerata Arena?- pensò Sara tra se e se.
L'Arena infatti era ne più ne meno che un semplice auditorium: una grande stanza, molto lunga, piena di sedie messe l'una accanto all'altra, e con infondo un palco sopraelevato.
L'Arena non era del tutto vuota nonostante l'evento non fosse iniziato.
A parte Sara, infatti, vi erano guardie armate disposte a gruppi di dieci su ogni parete.
La situazione era molto imbarazzante e abbastanza carica di tensione. Sara avrebbe dovuto raggiungere i posti riservati per i 100, posti che aveva sentito essere vicini al palco.
-Dai Sara, devi fare bella figura, tutto ciò che succederà qui sarà visto in tutto il mondo, non devi fare brutte figure- pensò.
Prese così a camminare lungo il corridoio delimitato dalle file di sedie, coperto da un morbido tappeto rosso.
-Spalle dritte, testa alta, guarda un punto fisso, sguardo serio, chi ben comincia è met..- il suo pensiero venne interrotto poiché inciampò nelle sue stesse gambe, cadendo per terra.
Nel mentre si rialzava notò che sul bracciolo della sedia vicino alla quale era caduta c'era contrassegnato "Z13".
Si aggiustò il vestito e riprese a camminare, però questa volta a passo svelto.-Che figura- pensò.
Mentre camminava lungo il corridoio lanciò uno sguardo alle altre file di sedie e a cosa ci fosse contrassegnato. -Z9, Z8, Z7... Y15, Y14, Y13, oh mio Dio, per ogni lettera ci sono 15 file?- disse Sara.
-Sono 30 in realtà- disse una voce proveniente dalle sue spalle.
Sara sobbalzò dallo spavento e si girò.
-Oh mio Dio che spavento!- disse Sara
-Colpa mia, ma a mia discolpa posso dire che è deformazione professionale-
-Sei anche tu uno dei 100?- chiese Sarà ancora con il batticuore
-Esatto, mi sarei aspettato più una domanda come "come ti chiami?" ma "fai parte dei 100?" va bene comunque. Io sono Jean, ho 23 anni e vengo da Parigi-
-Piacere mio Jean, io so...-
-Sara, 22 anni, Italo-Inglese. Sei sulle copertine di tutti i giornali in Francia, ti ho riconosciuta subito-.
Sara era abbastanza in imbarazzo, però la situazione le piaceva. Ritrovarsi di punto in bianco ad essere sulle copertine dei giornali e ad essere riconosciuta da gente estranea era difficile da metabolizzare, però sapeva che poteva usare questa cosa a suo favore.
-Ehm, figo, avevo sentito che la notizia fosse di dominio pubblico, ma non così tanto- disse Sara.
In realtà lei non aveva idea della reale grandezza della cosa, però essendo una cosa che la riguardava in prima persona, voleva fare in modo che sembrasse tutto sotto il suo controllo.
-Ti va se ci andassimo a sedere ai nostri posti?- chiese Sara
-Perchè no- rispose Jean facendole l'occhiolino.
Jean si girò e iniziò a camminare verso la porta di uscita. Sara lo guardò incredula ma decise di seguirlo comunque.
Arrivati di fronte alla porta d'ingresso Jean poggiò il polpastrello del suo pollice nel mezzo di un quadrato delimitato da stanghette di legno nere sul muro.
Appena fatto ciò si sentì un *click* provenire dalle vicinanze.
-Cosa è successo?- chiese Sara
STAI LEGGENDO
ISLAND - The Hotel
Science Fiction#26 in FANTASCIENZA (...) -La probabilità è uguale per tutti, nemmeno ci spero che esca il Giappone- - Mi dispiace per te ma spero proprio che non venga pescato il Giappone, ci sono nato, ci vivo e per quanto dicono i miei genitori ci dovrò anche mo...