Hululu era stremato. Si poggiò al muro accanto al portone di ingresso, però non riuscì a reggersi. Si accasciò a terra affannando. Jun si chinò su di lui cercando di metterlo a sedere. Lizzy era troppo emotivamente provata per ragionare con lucidità. Si sedette su una delle panchine, continuando a piangere.
-Solo un attimo- disse la receptionist.
Prese il telefono, compose un numero, si girò bisbigliò parole indecifrabili. Poco dopo chiuse la chiamata e avvisò Sara di non preoccuparsi. Poco dopo arrivarono tre uomini, due soccorsero Hululu, un altro portò Lizzy e Jun via.
-Jean è lì fuori sotto la tempesta! Dobbiamo andare a cercarlo!- disse Sara
-Tranquilla, risolveremo questa situazione- rispose la receptionist
-Ma come faccio a stare tranquilla?!-
La corrente saltò per un attimo a causa della tempesta.
-Le ho detto di stare calma-
-E io le dico che al posto di restare qui a parlare dovremmo mandare qualcuno a cercarlo!-.
La receptionist non rispose.
-Ahi!- esclamò Sara
-Tutto bene?- chiese la receptionist sorridendo, come se non fosse successo nulla
-Ss..si...- disse Sara, andando via.
Arrabbiata più che mai Sara lasciò i pattini per terra e decise di tornare nella sua stanza per fare mente locale sulla situazione.
Arrivata in camera lanciò lo zaino sul letto e rimase al centro della stanza con le mani tra i capelli. La pioggia batteva forte sul vetro e i numerosi lampi illuminavano ad intermittenza la stanza buia. Sara avrebbe voluto correre fuori per cercare Jean, però sapeva che da sola non avrebbe avuto speranze.
Per alleviare la tensione decise di farsi una doccia calda, approfittandone per cambiarsi i vestiti fradici e le scarpe sporche. Nel mentre si cambiava si guardò allo specchio. Si sentiva in colpa, si sentiva frustrata, si sentiva vuota. Notò un piccolo segno rosso sul suo collo, un sottilissimo taglio. Subito lo collegò al dolore provato poco prima nella hall.
La doccia durò a malapena cinque minuti. Sara si rivestì e guardò l'orologio. Erano le 19:40, il resto dei Cento sarebbero arrivati non molto dopo.
Uscendo dalla stanza incontrò Bjorn.
-Hey Sara- disse lui sorridendo
-Hey- rispose lei completamente giù di morale
-Tutto bene? Sembri... Strana?-
Sara lo guardò, ma non rispose.
-Tu sei bravo in medicina e queste cose qui giusto?-
-Si, perché?- chiese lui dubitante
-Ti dispiace dare un'occhiata a questo?-
Sara alzò la testa e indicò il segnetto rosso presente sul suo collo. Bjorn si avvicinò e scrutò per qualche secondo.
-È un semplice taglio- disse lui -Però... Come hai fatto a provocarti un taglio così sottile ma allo stesso tempo così profondo?-
-Non ne ho idea. Prima ero al piano terra e di bianco ho sentito del dolore, e ora mi sento molto stanca-
Bjorn la guardava accuratamente, sospettoso.
-Hai qualche minuto per me?- chiese lui
-D'accordo- rispose lei.
Sara seguì Bjorn al piano terra, in una stanza in cui non era mai stata. Era una delle grandi stanze attrezzate con ciò che sarebbe potuto servire ai Cento a svolgere le loro attività peculiarie. Questa in particolare era attrezzata con tutto ciò che si potrebbe immaginare essere in un ospedale o in uno studio scientifico.
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ISLAND - The Hotel
Science Fiction#26 in FANTASCIENZA (...) -La probabilità è uguale per tutti, nemmeno ci spero che esca il Giappone- - Mi dispiace per te ma spero proprio che non venga pescato il Giappone, ci sono nato, ci vivo e per quanto dicono i miei genitori ci dovrò anche mo...