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Sabato era arrivato, di lì a poco sarebbero arrivati tutti gli ospiti e io ero rinchiusa in camera mia ascoltando musica ad alto volume e riflettendo un po' su tutto quello che stava succedendo. Venerdì Harry non era venuto a scuola, l'avevo cercato in tutta la scuola ma non c'era e non avendo il suo numero mi dovetti arrangiare e decisi di chiedere alla segretaria dove abitasse, ma la donna mi disse che per motivi di privacy non me lo poteva dire e così le mie probabilità di chiedergli scusa erano scese del tutto.

Eppure sentivo che avrei potuto fare di più, avrei potuto insistere e sarei potuta andare a cercare la sua casa dopo la scuola, ma qualcosa mi bloccava costantemente. Solo ieri capii che non avrei mai dovuto e voluto andare in classe piuttosto che passare l'ora con lui a mangiare pasticcini.

Aveva addirittura scritto un cartellone per me...

Mi sentivo una stupida, mi ero comportata male mei confronti dell'unica persona che voleva essere mia amica. Gli avevo dato una possibilità e se la stava giocando bene, ma avrei decisamente preferito un augurio a voce e un sorriso, ma quelli erano i miei pensieri e non potevo semplicemente dirgli che non mi serviva a niente festeggiare il mio compleanno, per cosa poi? Capire di star invecchiando sempre di più?
Tanto tutti mi avrebbero scambiata per una bambina.

"Sorellina, sono arrivati." Trent bussò alla porta senza entrare, aveva capito che avevo bisogno dei miei spazi. Sbuffai diminuendo il volume dello stereo e mettendo le calze che mi ero tolta per stare sul letto, passai una mano sulla mia gonna bianca e uscii dalla stanza. "Non vedono l'ora di vederti."

"Immagino." Mormorai alzando mentalmente gli occhi. "Non ho sentito papà urlare questa volta."

"Diciamo che è arrivata... quella zia." Disse abbassando la voce e alzando le sopracciglia per farmi intendere, spalancai la bocca.

"Quella zia?"

"Sì." Annuì rapidamente. "È entrata circa cinque minuti fa e ha già commentato mezza casa, papà sembra sul punto di volersi avvelenare con il suo stesso cibo, quella donna è peggio di una vipera e la cosa peggiore è che mi ha detto che alla mia età dovrei già lavorare e avere una famiglia." Fece il broncio. "È un mostro."

La zia in questione era probabilmente la peggior donna del mondo, era l'unica sorella di Luke, sposata a 19 anni con un imprenditore famoso dell'Irlanda decise di trasferirsi e vivere adagiata con i soldi del marito. Si tenne in contatto con Luke per qualche anno prima di scoprire che fosse omosessuale, già allora iniziò a trattarlo male finché questo non si fidanzò con Michael, lei decise di chiudere i rapporti del tutto.
Quest'anno aveva deciso di accettare il nostro solito invito perché era curiosa di sapere se suo fratello sapeva badare a due figli, così avrebbe fatto conoscere suo figlio a Luke.

Per quanto ne sapevo io, lei e suo figlio dovevano stare molto lontani da me e la mia famiglia.

Scendemmo le scale e arrivammo in salotto dove potei già riconoscere zia Jen e zia Sally, zio Anton e nonna Rachel... tutti da parte di Micheal, diciamo che la famiglia di Luke non era molto contenta della vita che stava facendo.

"Tesoro!" Urlò zia Jen venendomi incontro e pizzicandomi la guancia come suo solito. "Sei sempre così paffutella in faccia, ma di fisico sembri uno stuzzichino." Mi sorrise squadrandomi da testa a piedi. "Sembra che non mangi da settimane."

"Mangio tutti i giorni zia." Sospirai. "Invece tu sembri sempre la stessa."

"Tutto merito delle nuove creme idratanti, ne ho portate alcune se vuoi provarle, ma cosa dico! Hai già una pelle stupenda, beh tralasciando questi brufoletti e queste lentiggini, hai usato il fondotinta che ti ho regalato l'anno scorso?" Un motivo per cui non la sopportavo, parlava troppo. Molte volte mi chiedevo se non fosse stata adottata visto che Micheal e gli altri non parlavano così tanto. "Ecco Il tuo regalo cara." Mi porse una banconota da 50£ che accettai felice, sempre meglio dei soliti cosmetici.

Silent || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora