Non lasciarmi solo.

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Eri arrivata a casa,non ce la facevi più di stare al lavoro,soprattutto perché avevi la netta sensazione che Hisoka ne stava combinando una delle sue. Una volta,addirittura,lo avevi trovato nudo in un vicolo dietro a un bar:puzzava di alcol e immondizia. Quando gli avevi chiesto come si era cacciato in quella situazione,ti aveva risposto:"mi stavo annoiando". Da quel giorno,ogni volta che andavi a lavorare,pensavi a lui.
Certe volte,ti chiedevi se non lo aveva fatto apposta per farti sentire in colpa,così da impedirti di lasciarlo da solo un'altra volta,ma non avevi ceduto e non lo avresti fatto mai.
Hisoka sapeva essere un abile e astuto manipolatore,ma non avevi intenzione di lasciargli le redini della tua vita.

Apristi la porta principale,lentamente,con il timore che qualcosa ti potesse sorprendere da un momento all'altro. Non successe nulla di ciò che avevi immaginato fino ad all'ora.

La casa era in ordine,almeno il salotto e la cucina. Ti guardasti intorno chiamando Hisoka con la speranza di vederlo arrivare tutto sorridente,ma nulla,silenzio. Iniziasti a preoccuparti,così chiudesti la porta alle spalle senza far rumore come se fossi un ladro. Andasti nella camera da letto,solitamente passava il tempo a costruire i suoi castelli di carte e ti augurasti di trovarlo lì,ma non c'era,così decidesti di chiamarlo al telefono con il cuore che ti era salito alla gola. Eri pienamente consapevole che Hisoka sapeva cavarsela da solo in qualsiasi occasione,ma la sua sicurezza lo avrebbe fregato,un giorno. All'improvviso,sentisti la suoneria inconfondibile del suo cellulare,proveniva dal bagno. In effetti,non avevi controllato in quel posto,così mettesti giù e andasti a vedere. La porta era semi aperta,la lasciava sempre così quando faceva la doccia,era un invito esplicito ad entrare e unirti a lui.Non avevi di certo voglia di fare una doccia,non agitata com'eri.
Abbassasti la maniglia e spingesti;quando mai l'avevi fatto.

I tuoi occhi si spalancarono di colpo,riempiendosi di lacrime pungenti.La tua faccia si contrasse in un'espressione di puro dolore;invecchiasti di colpo. Il corpo di Hisoka era riversato sul bordo della vasca in una posizione innaturale;i suoi occhi dorati erano vuoti e rivolti verso di te,ma non ti stavano guardando,non lo avrebbero fatto mai più. Incespicasti sui tuoi passi quando scattasti nella sua direzione. Non c'era sangue,era tutto pulito,a parte un rivolo cremisi che scivolava dalla sua bocca;quante volte l'avevi baciata e quante volte essa si era posata sulla tua. Ormai quei momenti sembravano essere finiti. La speranza che fosse solo una finzione non voleva abbandonarti,ma era innegabile ciò che stavi vedendo e toccando. Il suo corpo era freddo,cercasti di non associarlo a quello di un morto,trovasti la forza di trascinarlo fuori dalla vasca. Picchiasti le ginocchia sul gelido pavimento piastrellato,accanto al corpo inerme del tuo amato. Il suo sguardo era rivolto dall'altra parte,come quando voleva farti capire che avevi commesso un errore,ma alla fine si sarebbe risolto tutto facendo l'amore. A quello sbaglio non c'era rimedio,lo avevi lasciato solo e ora,toccava te rimanerci.
Le sue braccia forti non ti avrebbero più accolto,donandoti quella sensazione di protezione e pace che tanto desideravi a ogni rientro dal lavoro. Il suo cuore non avrebbe più risuonato nelle tue orecchie fino a farti addormentare sul suo petto. La sua voce non ti avrebbe più rassicurato,fatta ridere fino al punto di piangere e si,ti sarebbero mancati pure i litigi.

Lo stringesti al tuo petto e solo in quel momento,la sua testa si girò verso di te senza però dare segni di vita. Le lacrime rigavano le tue guance arrossate e ricaddero sulle sue bianche. Sembrava che Hisoka piangesse con te in quel momento.

Ad un certo punto,qualcosa si posò dietro alla tua nuca,non opponesti resistenza e ti facesti guidare. Le tue labbra andarono incontro a qualcosa di soffice e salato,ma soprattutto familiare. Le tue labbra si schiusero,non avevi forze,eri distrutta dal dolore. In quel contatto,tanto dolce,trovasti il sollievo dal male che sentivi fin nelle viscere. La tua lingua accarezzò l'altra con debolezza come in cerca di conforto e quando lo ricevette,altre lacrime fuggirono dai tuoi occhi.

Ti separasti da lui e lo guardasti negli occhi,sentivi il suo sguardo addosso anche se erano ancora simili a quelli di un morto.

<<ecco come mi sento quando te ne vai>>

<<sei il solito melodrammatico!>>

Lo abbracciasti cercando di ridere tra un singhiozzo e l'altro. Lui ricambiò immediatamente e ti sembrò che tutto era tornato al suo posto. Ti sentisti come se avessi ripreso a vivere solo in quel momento.
Lui ti baciò una guancia umida,sussurrandoti delle scuse poco convincenti e delle parole dolci che ti fecero passare qualsiasi traccia di rabbia per quello scherzo di pessimo gusto.

Partire è un po' morire

rispetto a ciò che si ama

poiché lasciamo un po' di noi stessi

in ogni luogo ad ogni istante.

E' un dolore sottile e definitivo

come l'ultimo verso di un poema...

Partire è un po' morire

rispetto a ciò che si ama.

Si parte come per gioco

prima del viaggio estremo

e in ogni addio seminiamo

un po' della nostra anima.

Angolo autrice

Hisoka,cacchio,mi hai fatto piangere a dirotto. Il mio PC sta annegando nelle lacrime. 

PC: help me D:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto,fatemi sapere se avete pianto o almeno sofferto durante la lettura,non per gli errori di grammatica o perché gioisco del vostro dolore,ma perché volevo trasmettere delle forti emozioni con il solo uso delle parole. Vi ringrazio di tutte le letture,per le stelline e per i commenti che lasciate. Vi adoro tutti. *^*

Ps:ho messo quella poesia perché ho pensato che riassumeva ciò che volevo esprimere.
-Decim6991

HisokaxReader |raccolta di One-shot|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora