Le sofferenze non sono finite (pt.1)

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Dopo quella che ti era sembrata un'eternità, eri finalmente uscita dalla torre trabocchetto. L'aria ti sferzó il viso, regalandoti qualche breve attimo di sollievo, fu un toccasana per i tuoi polmoni ormai abituati a incamerare solo umidità e polvere. Sarebbe stato tutto perfetto se da lì a poco non avresti avuto un'altra prova da affrontare.

C'era un ometto ad attendervi, aveva una cresta al centro della testa pelata; dietro a un paio di lenti tonde, invece, i suoi occhi sottili avevano una forma particolare che gli davano un'espressione perennemente maligna.
Al suo fianco, c'era un altro uomo, molto più alto di lui e ben piazzato, ma certamente più rassicurante rispetto al collega.

«vi faccio i miei complimenti per essere usciti dalla torre» enunció il piccoletto portando le mani dietro alla schiena. «ora vi mancano la quarta e l'ultima prova.»

"altre due?"

Un lamento generale si inalzó dalla folla e sul viso degli altri concorrenti si leggeva a chiare lettere che erano stanchi quanto te.

«la quarta prova avverrà nell'isola Zebir» proseguì il giudice indicando un punto verde in mezzo all'oceano. «ma non perdiamo tempo» . Schioccó le dita per richiamare l'attenzione del collega al suo fianco.

L'assistente avvicinò un carrello su cui era posata una scatola misteriosa con un foro sulla cima.

«ora ciascuno di voi estrarrà a sorte un numero»

«un numero?» domandò un uomo dalla pelle scura e gli occhiali neri dalla forma allungata.

«per decidere che cosa?» chiese un altro, piuttosto avanti con l'età, somigliante a uno di quei vecchi maestri shaolin.

«la preda e il suo cacciatore» chiarí l'omino con la cresta.

Per un momento, il ghigno naturale del giudice si allungó. Che cosa ti aspettavi? Non di certo una prova che consistesse nel dormire più a lungo possibile.

«dentro questa scatola ci sono ventiquattro cartoncini che, per farla breve, riportano i vostri numeri d'identificazione per l'esame. Ora, ciascuno di voi, a turno, ne estrarrà uno.» proseguì l'esaminatore senza levarsi quel ghigno dalla faccia. «procediamo all'estrazione secondo l'ordine d'uscita dalla torre».

Hisoka fu il primo a farsi avanti ad estrarre il cartellino. Eri curiosa di sapere chi era il povero sfortunato o sfortunata, ma appena provasti a sbirciare, lui lo allontanò facendoti "no"con il dito, proprio come si fa a un bambino di tre anni.

«va bene, allora tieniti i tuoi segreti»

Incrociasti le braccia sotto al seno e ti voltasti indispettita verso gli altri concorrenti.
In realtà, volevi essere sicura di non essere il suo obbiettivo principale, non avresti avuto speranze di sopravvivenza contro di lui.
Arrivò il tuo turno di pescare, sfiorasti alcuni cartellini con la punta delle dita prima di sceglierne uno.

"34"

Cercasti la tua "preda" tra la folla, ma tutti avevano già tolto la propria targhetta identificativa.

"perfetto ... si, proprio perfetto. "

Sospirasti rimettendoti al tuo posto immersa in mille pensieri. Quando il giudice riprese con la spiegazione, sollevasti lo sguardo su di lui. Era una prova semplice da capire, pareva un gioco se non ci fosse la possibilità di rimanerci secchi. La tua targhetta e quella della tua preda valeva tre punti mentre le altre solo uno. Lo scopo era quello di collezionare sei punti, quindi ti bastava non farti rubare il numero e catturare il tuo obbiettivo per vincere. Semplice no? No, per nulla. Ti reggevi a malapena in piedi, un altro sforzo e saresti crollata a terra. Eri una preda facile, non c'erano dubbi.

Una barca di medie dimensioni vi caricó a bordo per condurvi al luogo della prova.
Ti misi da parte per concederti un po' di riposo, anche se non ti bastavano quelle due ore di viaggio per riprenderti.
Una volta seduta a terra, incrociasti le braccia e appoggiasti la schiena al parapetto della barca. Era difficile dormire circondata dai propri nemici, ma non avevi altra scelta, dovevi adeguarti.

Qualcuno ti stava picchiettando con insistenza la spalla, pregandoti di svegliarti, ma non ne avevi la minima voglia di farlo. 

«hey, svegliati, siamo arrivati.»

Aveva una voce gentile e squillante come quella di un ragazzino.

«lascia fare a me, sono sicuro di riuscire a farle aprire gli occhi»

Angolo autrice

In questa prima parte non succede chissà cosa, ma è solo l'introduzione alla vera prova e lì ne succederanno delle "belle".

Inoltre, ho intenzione di ambientarla, per un po', nel mondo di HxH prima di ritornare nel mondo reale. 😌

Ora evaporo, ci sentiamo nel prossimo capitolo~♡
~Decim6991

HisokaxReader |raccolta di One-shot|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora