Segui x aspetta x prendi

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Prendesti un grosso respiro e ti sporgesti per controllare dove fosse finito, per tua fortuna, si era voltato altrove.  Cercasti di calmarti un po' prima di avvicinarti maggiormente. Attaccarlo era fuori discussione, sicuramente aveva più esperienza di te nel combattimento, inoltre, non ti eri ancora completamente ripresa dalle prove precedenti da poter ingaggiare una lotta; parlargli era come invitarlo a farti fuori all'istante, molto più sicuro seguirlo e riuscire a capire se si trattasse del tuo obbiettivo o meno.

Rimanesti abbassata tra i cespugli tenendo gli occhi puntati sulla preda. Era un uomo piuttosto giovane dai corti capelli castani, tenuti su da un po' di gel; le sue braccia muscolose sembravano quelle di un lottatore, forse, di arti marziali o pugilato, in qualunque caso, ti avrebbe steso in un nano secondo se lo avessi affrontato. Non aveva l'aria cattiva, anzi, sembrava una persona onesta e pratica, non ti trasmetteva quella sensazione di pericolo imminente come quando stavi nelle vicinanze dell'uomo pieno di spilli oppure ad Hisoka. Si, dovevi ammettere che il prestigiatore sapeva trasmetterti una certa inquietitudine, anche se non riuscivi a stargli lontano per qualche misterioso motivo.

"Hisoka dove sarà?"

Ti chiedesti mentalmente, guardandoti intorno, ma non avevi proprio idea di come scovarlo in quell'immensa foresta e anche se lo avessi trovato, cosa avresti concluso? Dovevi recuperare la targhetta e poi pensare di trovarlo senza farti rubare niente.

«che targhetta hai?»

Una voce maschile ti colse all'improvviso, il cuore ti salì in gola. Ti aveva scoperto?. Non fu così, la domanda era rivolta all'uomo che stavi pedinando.
Il nuovo arrivato era un omino piuttosto basso con un naso prominente e delle folte sopracciglia grigio scuro e cadenti. Notasti che rispetto al ragazzo castano, l'altro era armato di una lunga spada.

«tu quale hai?» disse il lottatore mettendosi in posizione d'attacco.

«sono armato, fammi vedere la targhetta e ti lascerò andare».

Entrambi non volevano cedere, si studiavano a vicenda pronti ad attaccare ad ogni segno di ostilità. Forse, era meglio farsi indietro prima di essere coinvolta, ma potevi rischiare di non ottenere la targhetta di cui avevi bisogno.
All'improvviso, l'uomo armato si tuffó in avanti per un affondo, ma fu troppo lento, il suo avversario lo aggiró e lo colpì al fianco scoperto con tutta la forza che aveva. La lama tagliò l'aria compiendo mezzo giro, allontanado il lottatore di qualche passo.
L'ometto dalle folte sopracciglia non si arrese e riattaccó con più determinazione, ormai conscio che il proprio avversario non era un completo sprovveduto.

"e quella?"

Qualcosa scivoló fuori dalla tasca del castano. Rimanesti  nascosta e li aggirasti fino a raggiungere l'oggetto: era una targhetta, non una qualunque, ma quella del tuo obbiettivo.
Con il cuore a mille, lanciasti una rapida occhiata ai due prima di uscire allo scoperto e afferrare il disco numerato.

«hey!»

La voce dell lottatore ti prese di sorpresa, sollevasti lo sguardo su di lui portando l'oggetto al petto e proprio in quel momento la lama dell'altro partecipante lo trapassò da parte a parte. Gli occhi si spalancarono, il tempo sembrò rallentare e i suoni si attutirono come se una campana di vetro fosse calata su di te. Alcune gocce di sangue schizzarono sul tuo viso pallido contratto dallo stupore e dall'orrore. Il corpo del lotattore cadde a terra con un tonfo secco rivelando così l'assassino alle sue spalle, anche lui sconvolto quanto te.

Scappasti via a gran velocità schivando ogni cosa che ti si parasse davanti. Le gambe andavano sempre più veloci raggiungendo il loro limite  e il cuore pompava sempre più sangue per darti la forza di salvarti la vita.  Non esisteva più alcuna foresta, più nessuna prova, più niente ormai. Niente aveva più valore o importanza. Stringesti la targhetta, ricordandoti il prezzo che aveva dovuto pagare il suo proprietario; il suo sangue ancora ti sporcava il viso sudato e arrossato. Gli occhi iniziarono a pizzicarti e ben presto versasti lacrime cremisi.

Quando ti fermasti era come se la terra fosse un'enorme piattaforma girevole: gli alberi oscillavano a destra e a sinistra nel tuo campo visivo quando, improvvisamente, tutto si spostò a sinistra e il terreno si fece più vicino.
Ti ritrovasti a terra con la testa che doleva ancora di più, provasti a muoverti, ma il tuo corpo non voleva darti ascolto. Galleggiavi nel vuoto o, almeno, era questa la sensazione che avevi. Cercasti con lo sguardo le targhetta, l'avevi proprio accanto a te, stretta nella mano.

<<oya oya, (tuo nome), chi abbiamo qui?~>>

Spalancasti gli occhi e voltasti la testa nella direzione opposta, ritrovandoti a fissare un paio di scarpe a punta, sporche di terra. Sollevasti lentamente lo sguardo e incrociasti gli occhi del prestigiatore, sorridente come mai prima d'ora. Mandasti giù un nodo alla gola. Eri momentaneamente immobilizzata in compagnia di un prestigiatore altamente imprevedibile e pericoloso.

Angolo autrice

Siamo riuscite a prendere la nostra targhetta, ma al prezzo di una vita. Inoltre, ora siamo completamente in balia del prestigiatore (in bene in meglio, diciamo 😅).
Che ci farà? (ಥ_ಥ).

Hisoka:lo scoprirete molto presto ♡

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Hisoka:lo scoprirete molto presto ♡

Vi ringrazio tantissimo per aver votato nel capitolo precedente
💕🤗
-Decim6991

HisokaxReader |raccolta di One-shot|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora