Capitolo 4: Io non dormo

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Ethereal non si fece sentire per diversi giorni e Darcy cominciò a essere preoccupata. Le aveva lasciato qualche messaggio ma non aveva ricevuto risposta ed era stata anche tentata di andare alla galleria per sapere se stesse bene.
Aveva colto l'occasione per scrivere, ma la ragazza le mancava e aveva voglia di vederla. Decise di chiamarla e dopo diversi squilli la voce inconfondibile di Ethereal la salutò.

<<Ciao Darcy, a cosa devo l'onore?>>

<<Ciao a te. Sei sparita in questi giorni.>>

<<Lo so e mi dispiace, ma ho avuto parecchie lavoro da fare>> disse e dalle sue parole trasparì stanchezza.<<Posso farmi perdonare più tardi?>>

Darcy rifletté un momento sul farsi desiderare o meno per farle capire quanto fossero state vuote le sere senza di lei, ma ormai aveva aspettato troppo tempo e alla fine disse di sì.

<<Però questa volta offro io.>> le diede indicazioni sul luogo e poi chiuse la chiamata.

Si scollò dal computer al quale era diventata molto affezionata in quel periodo tanto da portarselo dietro ovunque andasse perché in qualunque momento avrebbe potuto trovare l'idea per scrivere, e andò a prepararsi. Prese dall'armadio qualcosa senza nemmeno farci troppo caso perché ormai aveva rinunciato a incontrare Ethereal in maniera presentabile. Lei sì che era sempre impeccabile, coi capelli raccolti o perfettamente pettinati, con il trucco mai sbavato e la cosa giusta da dire in ogni occasione.

Darcy si incamminò verso il locale che aveva scelto per la loro serata e credette di essere in anticipo, ma trovò la ragazza bionda che la attendeva sull'ingresso. Portava un tailleur nero, con la gonna che le fasciava le gambe e lasciava poco all'immaginazione e la giacca allacciata per un solo bottone. Sopra indossava un trench beige chiaro aperto sul davanti e una sciarpa dello stesso colore. Darcy si chiese come facesse a stare vestita così e rabbrividì al pensiero.

<<Ciao tesoro>> la salutò andandole in contro e stringendola a sé in una sorta di abbraccio. <<Fa un po' freddo qui, entriamo?>>

<<Sì, andiamo.>>

Il locale era diverso da quello in cui erano state la prima volta che si erano conosciute. C'era poca gente e la musica era bassa, ma le luci soffuse si ripresentarono anche lì. Era un ottimo posto per parlare senza dover urlare e rischiare incomprensioni.

<<Allora ragazze, cosa posso portarvi?>> Ethereal alzò lo sguardo sul cameriere e vide che aveva il viso cosparso di brillantini, le sopracciglia molto scure e folte e le mani parecchio ingioiellate. Sorrise al ricordo di Storm nelle stesse condizioni forse un secolo prima quando aveva voluto farla divertire usando i suoi trucchi.

<<Due Martini>> disse la bionda prima che Darcy potesse intervenire e che ora la stava guardando in malo modo. <<Scusa, ma non voglio che tu prenda una schifezza simile a quella che ti ha preparato Levi.>>

<<Cominciamo proprio in maniera leggera.>> ribatté sarcastica per poi mettersi a ridere.

Tre ore dopo e qualche drink di troppo le due capirono che era arrivato il momento di andarsene da lì. Ethereal aveva fatto meno domande del solito, ma solo perché Darcy aveva giocato di contrattacco e gliene aveva fatte a lei. A volte era stato difficile rispondere perché in tutti quegli anni vissuti aveva messo insieme il suo quadro dei ricordi con miliardi di pezzi e non sapeva mai quale scegliere. E poi le parti più amare da raccontare erano le memorie delle emozioni e dei sentimenti che aveva provato. Nei primi decenni della trasformazione era riuscita a non indurirsi troppo, ma poi era stato un meccanismo automatico e aveva smesso di stupirsi di tutto.

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