Capitolo 3: Riunioni di famiglia

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Una delle sere successive, appena dopo che Ethereal e Storm ebbero chiuso la galleria si diressero a casa di lei. Quella notte era in programma una riunione del loro vecchio quartetto, che seppur lavorando sempre a stretto contatto non riusciva mai a incontrarsi al completo.

Storm guidò per dieci minuti abbondanti finché non giunsero difronte a una villetta bianca con un grande giardino e un portico ampio.
Parcheggiò la macchina davanti al cancello in ferro battuto nero che si aprì con un cigolio quando Ethereal lo spinse per entrare. Camminarono lungo il sentiero illuminato fiocamente da qualche lampione e arrivarono al portone d'ingresso.
La casa all'interno era buia, ma la ragazza accese un paio di luci mentre andava in camera da letto per cambiarsi dai vestiti che aveva tenuto per tutto il giorno. Si impregnavano dell'odore degli umani e lei non voleva più sentirlo quando rientrava.

Tornò dall'amico che in cucina stava già aprendo il frigorifero alla ricerca degli ingredienti per preparare la cena.

<<Ma è possibile che sia sempre vuoto?>> le chiese.

<<Certo che lo è, io non mangio.>> rispose sbuffando.

<<Tu mangi quando sei in compagnia. Da sola preferisci scolarti quella robaccia.>>

<<Quella robaccia>> disse a denti stretti afferrandolo per la maglietta. <<Mi serve per vivere, razza di idiota. Se non avessi quella avrei già fatto una strage di innocenti.>>

<<Okay, rilassati. Stavo scherzando>> alzò le mani in segno di resa e lei lo lasciò andare. <<Lo so che per te e Levi è un grande sacrificio non poter bere sangue umano.>>

Ethereal non gli rispose subito, ma dopo un po' gli disse che Avalon avrebbe portato tutto ciò che serviva per la cena.

Storm Lee era un demone, un figlio delle ombre come lei. Suo padre e sua madre erano i Signori di uno dei tanti Inferni che galleggiano al centro della Terra e si trovavano là da sempre, invece lui, che era rimasto affascinato dall'imperfezione degli umani, aveva scelto di vivere con loro. Vagava tra le anime mortali da secoli ed era il più vecchio della compagnia.
I suoi occhi esprimevano freddezza, ma il suo corpo era bollente a causa del calore infernale che gli scorreva nelle vene. Aveva anche le ali: possenti e magnifiche ali dalle piume nere che teneva ben nascoste tra i muscoli della schiena. Ethereal le aveva viste poche volte in quei tre secoli che aveva vissuto, ma il ricordo era indelebile.
Erano diventati amici in uno dei primi viaggi di lei. Storm era ormai esperto nel rifarsi continuamente una vita in luoghi diversi, mentre lei formava sempre troppi ricordi e faticava ad andare via. Le aveva insegnato come non affezionarsi ai mortali, ma solo a osservarli e a comprenderne la loro mutabile natura.

Suonò il campanello e Storm andò ad aprire. Avalon gli saltò in braccio appena lo vide e lo riempì di baci sulla guancia lasciandogli il rossetto, mentre Levi, dietro di lei, scuoteva la testa con disappunto.

<<Scollati dal mio ragazzo subito.>> disse.

<<Altrimenti mi mordi?>> domandò lei ironica.

<<Odio il sangue di strega.>> rispose Levi con una punta di disprezzo nella voce.

Avalon lasciò andare Storm e si diresse in cucina da Ethereal con la busta della spesa.

<<Non sopporto quando si comporta così.>> sussurrò Levi avvicinandosi al demone.

<<Tu non sopporti il mondo.>> ribatté Storm sorridendogli e allungandosi verso di lui.

Levi era piuttosto alto rispetto al suo ragazzo e dovette curvare le spalle per raggiungere la sua bocca e baciarlo. Aveva le labbra fredde, ma tornarono a una temperatura normale quando toccarono quelle del demone.

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