Capitolo 14: Il Tribunale

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Ethereal si guardò nello specchio del bagno del Tribunale. Era pallida come sempre, portava i capelli legati e la giacca scura le andava un po' grande, ma se la era fatta prestare da Avalon e doveva accontentarsi. 

Le labbra erano decisamente meno gonfie rispetto a qualche giorno prima, quando durante l'interrogatorio Ateius le aveva dato uno schiaffo. Non le credeva, glielo aveva ripetuto di continuo, e all'ennesima volta in cui lei aveva fornito la stessa versione dei fatti lui l'aveva colpita, aprendole con il suo anello il labbro inferiore che ora si stava rimarginando. 

Lei, Levi, Avalon e Storm erano stati interrogati e tutti avevano detto la stessa cosa: Darcy era sempre stata all'oscuro delle loro nature e aveva vissuto con Ethereal quella che credeva essere una storia normale. Nessuno dei quattro aveva dato segni di cedimento o si era tradito per sbaglio e questo irritava sempre di più i capi del Governo. 

Ethereal aveva poi mandato Storm da Darcy perché restasse con lei fino al giorno del processo e lo aveva pregato di farle vedere il quadro in soffitta. Voleva che sapesse che anche lei aveva un modo per starle vicino anche quando non lo erano fisicamente ed era sicura che il dipinto le sarebbe piaciuto. Un momento prima che il demone partisse, però, avevano sentito una conversazione tra alcuni degli uomini che li avevano interrogati e avevano capito che avrebbero inviato qualcuno da Darcy quel giorno per fare delle domande anche a lei. 

La vampira aveva detto a Storm di insegnarle che cosa dovesse raccontare e aveva sperato che i lividi causati dai suoi morsi si fossero riassorbiti, poi lo aveva salutato raccomandandogli di sbrigarsi. 

Uscì dal bagno e districandosi tra i corridoi riuscì a trovare la porta che conduceva al cortile poco illuminato in quel tardo pomeriggio. Il Tribunale, infatti, era un alto edificio a forma di U che avevano cercato di abbellire con qualche cespuglio e albero ma senza troppo successo. Mentre scendeva aveva incrociato diversi volti noti e si era fermata a salutarne qualcuno con quel suo rumeno che tutti definivano dall'accento particolare. Venire in Transilvania per il processo le aveva fatto male e l'aveva resa ancora più malinconica perché non tornava a casa da parecchi decenni. 

Scacciò i brutti pensieri e raggiunse Avalon che la stava aspettando seduta su una panchina. I suoi capelli rossi erano molto luminosi e anche la sua pelle sembrava illuminata e non perché fosse seduta sotto uno dei lampioni, ma perché, potendo dominare la natura, la strega aveva imprigionato dentro di sé un raggio di sole e ora lo stava usando per scaldarsi. 

<<Storm è arrivato?>> chiese all'amica. 

<<Sì, è andato a sbaciucchiarsi con Levi da qualche parte>> rispose con un risolino. <<Dovrebbe essere qui a momenti.>> 

Infatti dopo pochi istanti i due ragazzi comparvero tenendosi per mano e si unirono a loro. A Ethereal si strinse il cuore nel vedere quel gesto tanto familiare e per un momento gli occhi le si appannarono, ma poi prese un respiro profondo e si calmò. 

<<Come sta Darcy?>> domandò subito al demone. 

<<Si porta sempre dietro il tuo specchio e non mangia molto, però ieri sembrava andasse un po' meglio.>> 

<<Le hai fatto vedere il quadro?>> 

<<Sì e vuole che ti ringrazi>> rispose Storm. <<Le manchi molto.>> 

<<Anche a me manca tanto.>> mormorò la vampira. 

<<È ora di entrare.>> Levi interruppe il filo triste dei pensieri di Ethereal e la fece tornare alla realtà. 

Lei e Avalon si alzarono e insieme salirono fino all'aula dove si sarebbe svolta l'udienza. Non c'erano prove a suo carico se non la sua stessa ammissione di aver avuto una relazione con Darcy, ma aveva salvato se stessa, la sua ragazza e i suoi amici mentendo. Loro tre non erano stati d'accordo all'inizio, ma poi avevano capito quanto per Ethereal fosse importante quell'umana che era riuscita a far battere di nuovo il suo cuore e avevano deciso di aiutarla. 

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