Capitolo 13: Il quadro

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Sedeva su una sedia che aveva portato dalla cucina fuori sotto al portico nel sole pallido del primo pomeriggio. Si strinse nella giacca e nella coperta che si era messa addosso, mentre teneva il computer in bilico sulle gambe. 
Darcy stava aspettando l'arrivo di Storm e non voleva che la trovasse a piangere da qualche parte, perciò si stava dedicando ancora una volta al suo romanzo che a breve sarebbe stato pubblicato. 
Non era molto concentrata e le parole che leggeva non le restavano fissate in testa, forse per un suo meccanismo di difesa per quello che aveva scritto e che le ricordava troppo Ethereal. 

In quei giorni da sola aveva esplorato tutto il parco attorno alla villa che da davanti sembrava piccolo ma che in realtà si estendeva parecchio oltre la casa.
Non si era mai scollata da lì, dormendo poco e spesso, mangiando ogni tanto e ascoltando tutti i vinili che aveva trovato. Aveva passato ore intere chiusa nella biblioteca leggendo quanti più libri aveva potuto e non si era mai sentita così fuori dalla realtà come in quei momenti. 
Non era mai salita in soffitta perché lì Ethereal andava per dipingere ed entrarci senza il suo consenso sarebbe stato come violare la sua privacy. Aveva già guardato tutte le sue foto e andare a sbirciare le sue tele era veramente troppo nonostante fosse molto curiosa. 

Sentì avvicinarsi una macchina, poi la vide parcheggiare davanti al cancello della villa e alla fine ne uscì Storm. Sembrava stanco e tutto d'un tratto più vecchio, si era tolto il piercing al sopracciglio, portava i capelli sciolti e aveva un filo eccessivo di barba. 
Indossava solo una felpa leggera che teneva aperta su una maglietta nera e dei jeans consunti. Camminò veloce verso Darcy e le tese una mano per aiutarla ad alzarsi dalla sedia. 

<<Ciao.>> le disse cercando di assumere un tono morbido. 

<<Ciao.>> lo salutò la ragazza. <<Come va?>>

<<So che vorresti sapere, ma abbiamo poco tempo e devo spiegarti molte cose>> rispose asciutto. <<Andiamo dentro, ho bisogno di farmi un caffè.>>

Rientrarono in casa e Darcy poté rilassarsi nel tepore del soggiorno. Lasciò che il demone trafficasse in cucina mentre lei accendeva per l'ennesima volta il giradischi. 
Storm tornò in salotto dopo diversi minuti e le passò una tazza bollente. L'aroma del caffè la scaldò subito, facendole chiudere gli occhi dal piacere. 

<<Vieni a sederti>> le disse Storm e lei si lasciò andare in una delle poltrone mentre lui la fissava dal divano. <<Ethereal sta bene, per il momento ha subito solo un interrogatorio e l'udienza ci sarà tra pochi giorni.>>

Darcy sospirò di sollievo, ma non troppo perché sapeva che stavano per arrivare le cattive notizie. Bevve un sorso di caffè e poi gli fece segno di continuare a parlare. 

<<Verrà qualcuno del Governo del Mondo delle Ombre a fare un controllo qui e ti interrogherà perché la versione ufficiale è che tu sei all'oscuro della vera natura di Ethereal e anche di quella mia, di Levi e di Avalon.>> 

<<Quindi devo mentire?>> domandò. 

<<Se vuoi che Ethereal torni a casa sana e salva ti consiglio di farlo.>> rispose sardonico. 

<<Va bene>> ribatté. <<Che cosa devo dire con esattezza?>>

Storm le spiegò tutto nei minimi dettagli e le fece ripetere quella storia almeno dieci volte per fargliela entrare bene in testa ed evitare che commettesse degli errori. 
Doveva dire che loro due si erano incontrate alla presentazione del suo libro e che con il tempo avevano stretto un rapporto pressoché professionale perché lei la cercava per avere un aiuto per il secondo romanzo. Solo che il tempo passato insieme le aveva avvicinate sentimentalmente e non erano state capaci di frenare le emozioni. Inoltre doveva dire che, ovviamente, fino a quel giorno non aveva mai saputo con precisione del perché Ethereal se ne fosse andata e che fosse una vampira. 

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