Venice's pov
Era ormai scesa la notte e New York si era accesa, con le luci di Natale era più luminosa del solito; guardando dalla finestra della mia stanza sembrava un cielo stellato ma quello spettacolo di luci non aveva niente a che fare con le vere stelle, quelle che ti fanno rimanere a bocca aperta guardandole, quelle che sono migliaia di anni luce da noi ma sembrano che stanno solo a pochi metri di distanza, quelle che ti danno compagnia in quelle notte che non vorresti mai dimenticare.
Mentre posavo la tazza di tè sulla sedia mi accucciai sul davanzale della finestra e appoggiai la testa al vetro e questa volta guardai verso l'alto le vere stelle e mi ricordai di una notte di due anni prima, mi trovavo in Svizzera la notte era fredda e il cielo era limpido chiaro dalla luna piena, ero entrata di nascosto dentro a uno chalet di montagna, il camino era accesso e rimasi qualche secondo a riscaldarmi dopo il freddo dell'esterno; come al solito ero sola e nessuno mi copriva le spalle così mi guardai intorno in tutte le stanze, salii le scale di legno con passo felpato evitando di creare scricchiolii che potevano svegliare il padrone di casa, mi avevano detto che fosse un grande imprenditore tedesco e che doveva essere fatto fuori prima delle elezioni, controllai ogni camera anche nel piano superiore e solo arrivata alla camera matrimoniale lo trovai, per fortuna quella sera non c'erano i suoi figli e sua moglie, entrai rimanendo nel buio; le tende erano aperte e potevo scorgere il bosco all'esterno e il chiarore della luna illuminava il corpo dell'uomo, era steso supino, la coperta lo copriva fino ai fianchi lasciando il busto nudo, i capelli biondi erano rilasciati sul cuscino e le sue labbra erano leggermente aperte, attraverso i fori del passamontagna lo osservai dormire, tranquillo e sereno all'insaputa che una sconosciuta fosse entrata all'interno della sua casa per ucciderlo. Caricai la pistola con una sola pallottola, misi il silenziatore sulla canna e senza neanche battere ciglio gli sparai al petto, all'altezza del cuore; aprì gli occhi per la sorpresa e vidi che erano azzurri come il ghiaccio, solo un istante dopo erano di nuovo chiusi e il suo petto non si muoveva più. Tolsi il silenziatore e posai di nuovo la pistola nella fondina; mi girai di nuovo a osservare il bosco dalla finestra e notai che aveva iniziato a nevicare e le stelle sembravano più luminose.
Rabbrividii al ricordo di quella notte, i suoi occhi vitrei mi avevano perseguitato per molte notti e anche a distanza di anni gli occhi di chiunque avevo ucciso erano rimasti impressi nella mia mente. Era difficile eliminare le loro espressioni e le loro ultime parole, era impossibile fare l'abitudine su qualcosa del genere.
Presi il cellulare che era di fianco a me e osservai lo schermo, nessun messaggio da parte di Harry e sentii una stretta al cuore anche se erano giorni che mi dicevo che non dovevo provare amore per lui, potevo volergli bene ma dovevo sempre essere pronta a dirgli addio.
Mancavano due ore a Natale, per la prima volta mi ero illusa che lo potessi passare insieme al mio amico ma anche quest'anno lo avrei passato da sola. Mi alzai dal mio posto, presi la tazza e la portai in cucina, con la coperta mi sistemai sul divano e mi guardai intorno, i miei occhi si fermarono sull'alberello che avevo messo su una pila di libri, era pieno di luci colorate e ero solita lasciarlo sempre acceso per rendere quell'appartamento più luminoso, era la prima volta che addobbavo un albero di Natale e mi era piaciuto, avevo anche messo i regali di Harry sotto di esso. Al suo pensiero ricontrollai il cellulare ma niente, nessun messaggio da parte sua.
Harry's pov
Erano tre giorni che passavo a Los Angeles e ogni giorno speravo di tornare a New York per stare da solo con Venice, ogni tanto controllavo il cellulare per vedere se mi avesse scritto qualcosa e ogni volta rimanevo deluso non trovandoci nulla e appena trovavo le parole giuste da mandarle arrivava il mio capo che mi portava in giro per la città per incontrare altri clienti.
STAI LEGGENDO
Dark Lives H.s.
Hayran KurguCi avevano insegnato ad uccidere a sangue freddo ma non ci avevano insegnato a non innamorarci del nemico. Venice e Harry