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Venerdì 22

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Venerdì 22.02.2017, nella mia Porsche

Quella sera eravamo invitati un'altra volta tutte e due alla festa di Telles, come quando ci eravamo conosciuti. Fortunatamente Sara sarebbe tornata il giorno dopo e io ero potuto passare a prenderla. Era vestita molto semplicemente, una maglia nera molto graziosa e dei jeans, abbinati a dei tacchi a mio parere scomodi e vertiginosi. Mai esagerata e mai banale.

Prima di partire, le scattai una foto perchè sapevo che le dava fastidio se lo facevo senza preavviso. Uscì così, bellissima comunque. Il suo viso furbo, il nasino all'insù, gli occhi che per colpa del flash avevano preso una strana sfumatura. Aveva una pelle perfetta, difatti le feci una carezza.

"Trovala un'altra che arriva in orario." Ti fece notare, mostrandoti l'orario sul suo iPhone. Era scesa addirittura cinque minuti prima.

"Ci credo, sei vestita come una barbona." La presi in giro, facendo la linguaccia. Lei mi osservò senza sorridere, guardò i suoi vestiti e poi si rivolse di nuovo a me.

"Vero? Non mi convince tanto come sono vestita, solo che non sapevo che mettere." Fece spallucce, aggrottando le sopracciglia e torturandosi un labbro con i denti. Era tanto dolce e mi stava istigando a baciarla.

"Ti prendo in giro, sei bellissima." La rassicurai, posando una mano sulla sua coscia e lei mi sorrise.

"Poi con il rossetto stai davvero bene." Continuai. Eravamo arrivati e stavamo scendendo. Lei, con quei tacchi, raggiungeva quasi la mia altezza. Ero appoggiato all'auto, con le braccia incrociate. Lei si avvicinò e vi appoggiò le mani.

 "Così la tua attenzione è catturata dalle mie labbra." Sussurrò piano, con un'espressione tutt'altro che innocente. Ormai non ti sorprendeva più. Alternava momenti di dolcezza a momenti di seduzione e dovevo ammetterlo, era parecchio brava a persuadermi.

"Non hai bisogno del rossetto per avere la mia attenzione." Scossi il capo, passando una mano tra i capelli. Passavo così tanto tempo a guardarle le labbra, che quando le baciai quasi non mi sembrava vero, era strano e anche se stavo con Sara, non mi turbò. Accadde quella stessa sera, a casa sua, dopo essere tornati dalla festa. Mi aveva fatto salire e non avevo resistito. L'avevo baciata per non so quanto tempo, con enfasi e passione. Né io, né lei ci eravamo spinti oltre: benché non ci stessi pensando, sapevo di avere una fidanzata.

Saudade || André SilvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora