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Mercoledì 03

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Mercoledì 03.05.2017, Casa mia - Porto

Era tardi, ma non sapevo con precisione che ora fosse. Sapevo soltanto di aver detto a Mel che volevo dormire con lei. Lei mi aveva guardato con uno sguardo dolce, ma pieno di dispiacere. Non voleva semplicemente perché a casa mia ci viveva anche Sara e anche se lei era via per lavoro, dormire insieme le sembrava una cosa troppo intima e farlo in casa mia la frenava. Era bello come aveva iniziato a parlarmi di tutto quello che pensava senza freni e senza filtri.

Un bacio dopo l'altro e tante parole, l'avevo convinta, guadagnandomi anche il premio di leccaculo. Ma questo ed altro, per averla stretta a me sul divano a guardare un film che non interessava a nessuno dei due. Le facevo i dispetti, il solletico sulle gambe, che soffriva anche da sopra i jeans, le pizzicavo le guance, semplicemente perché così rideva era era bellissima.

La sua mano si appoggiò sulla mia guancia, mentre iniziò a fissarmi negli occhi, impedendomi così di fare qualunque cosa, perché tutto quel che si poteva fare sembrava stupido, se la stavo guardando negli occhi. Con le dita le sistemai un ciuffetto che ricadeva dalla coda, senza distogliere lo sguardo. Ci avvicinavamo così piano che quasi sembrava un primo bacio. Sembrava infinta la distanza tra le nostre labbra. Ed era anche infinta la distanza tra quel bacio e quelli che davo a Sara, da qualche tempo.

Mi sentivo il ragazzo più fortunato del mondo, mentre lei alzava il busto per riuscire a sedersi a cavalcioni su di me. Strinsi la pelle scoperta sotto le mie mani, mentre piano piano le portavo più su, accarezzandole la pelle morbida. Lei si staccò un attimo, facendo sfiorare le nostre labbra. Io le baciai il collo più volte e le spalle scoperte dalla maglia. Lei tirò i miei capelli, costringendomi a tornare alle sue labbra per baciarla ancora, con più passione. Mi alzai in piede facendole stringere le gambe intorno a me e camminando per raggiungere la stanza degli ospiti.

"André.." Sospirò, a causa della mancanza di fiato. Il mio cuore stava battendo come non faceva da tempo. Nemmeno dopo una partita batteva così. Ma probabilmente in quel momento stavano intervenendo altri fattori, altre emozioni.

"È sbagliatissimo." Continuò avendo la mia attenzione, dopo essermi seduto sul letto con lei in braccio.

"Lo so." Mi venne istintivo risponderle, mentre le sue mani mi accarezzavano l'addome. Era vero, ma gli sbagli si commettono. E quello per me era un bello sbaglio. Mi tolse la maglia, gettandola da qualche parte. Subito dopo si aggiunse anche la sua. Le sciolsi la coda mentre la baciavo, mettendo l'elastico al polso. Sentivo la sua pelle a contatto con la mia, i suoi mille sospiri e le sue carezze. Stavo impazzendo dal piacere. Ancor di più quando portò una mano alla cintura dei miei jeans e me li sfilò. In quel momento non c'era più l'ansia nei suoi occhi. Solo voglia, voglia che aveva di me. I miei baci continuarono dai suoi seni, lungo il suo ventre, fino agli skinny che vennero prontamente sfilati. Lei ci mise un attimo a riposizionarsi sopra di me, muovendosi sinuosamente, mentre si avvicinava per baciarmi. Le presi il viso e la guardai negli occhi da vicino. Erano bellissimi. Lei appoggiò le labbra sulle mie, mentre le mie dita erano intente a sganciare il reggiseno. Quando anche questo fu in qualche angolo, cercai la sua mano, appoggiata sulla mia spalla, stringendola forte. In quel momento lei smise di muovere le labbra sulle mie, dandomi però un bacio a stampo davvero intenso.

"Mel, sei la cosa migliore che mi sia capitata ultimamente." Le avevo detto istintivamente, quando le sue labbra erano sul mio collo. Lei non disse niente, la sentivo solo ancor più vicina a me. Le accarezzai la schiena nuda, passando per il fondoschiena fino ad arrivare all'interno coscia. Mi venne automatico bloccarmi, quando sentì sotto la mia mano una superficie ruvida. Abbassai lo sguardo, era evidente fosse una cicatrice.

"Cos'hai qui, fofinha?" Le chiesi sussurrando. Il mio sguardo era confuso, non me ne aveva mai parlato e non me ne ero mai accorto. Lei mi fissava con gli occhi lucidi, mordendo il labbro. Mi dispiaceva un sacco vederla con quello sguardo.

"André ti prego, baciami." E allora feci come mi aveva detto, perché se un mio bacio la faceva stare meglio, io l'avrei baciata sempre.

Era successo. Ed era stato inevitabile. E forse avremmo anche dovuto immaginarlo. Avevamo fatto l'amore, perché questo era stato, anche se tre mesi fa avevo solo paura di ammetterlo a me stesso. Avevo capito però, che non era solo un semplice passatempo. Con un passatempo non mi sarei sentito così. Mel era molto di più.

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Doveva succedere e André ha scoperto qualcosa, un piccolo segreto, un limite che Mel fa fatica a superare

Saudade || André SilvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora