23; volere

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Giovedì 17.08.2018, Stadio Giuseppe Meazza - Milano

Appoggio le mani sulle ginocchia dopo uno scatto per riuscire a recuperare palla, avendo permesso al difensore di farmi tunnel. Mi bastano pochi secondi per ristabilire il respiro e iniziare a seguire l'azione che il centrocampo sta costruendo. Mi passano la palla e i difensori mi accerchiano fino a farmi cadere, ma la palla è ancora lì. Allora mi rialzo e senza nemmeno guardare, tiro. Bam, uno a zero.

San Siro è una bolgia, tutti urlano il mio nome e i miei compagni ridono e mi saltano addosso. Ma io in questo momento ho solo un pensiero. Corro verso la tribuna d'onore, con un sorriso stampato in volto. La individuo in mezzo alle sue amiche, non sento nemmeno più il caos dello stadio, vedo solo lei. Confusa, incredula, sorpresa, quasi impaurita. Le faccio un cuore con le mani, a cui lei risponde con un sorriso. Quei sorrisi che mi faceva a Porto, quando le facevo i dispetti o quando mi faceva rimanere senza parole. Lei porta le mani al viso e si copre in imbarazzo, poi sposta le dita e vedo i suoi occhi azzurri che brillano.

In queste due settimane l'ho corteggiata, un po' come lei aveva fatto con me all'inizio. Lei era molto restia, sembrava in costante guerra tra cuore e testa. Mi sembra di averle fatto così male, anche se io sostanzialmente non c'entro nulla. Lei sapeva. Ma vederla così a causa mia mi fa sentire colpevole. Inizialmente avevo paura che le avrebbe dato fastidio, che non avrebbe voluto una dedica del genere. Ma non ce la faccio più, voglio baciarla e voglio lei.

Quando la partita finisce, entro nel tunnel e la vedo mentre parla con un giornalista. Intanto ricevo i complimenti di alcuni dello staff per la doppietta e scambio qualche pacca e complimento con i miei compagni.

Melanie è dietro di me, con le mani sui fianchi e un'espressione tesa, di quando vuoi fare qualcosa ma non puoi. Mi avvicino di qualche passo, mentre lei ancora mi guarda in quel modo, uno sguardo eternamente indeciso. Per un attimo penso che la dedica sia stata una cazzata e che sarebbe stato meglio qualcosa di più intimo, un gesto più cauto. Ma lei fa cadere ogni preoccupazione, posando con immenso bisogno le labbra sulle mie. Mi stringe le braccia al collo, si avvicina più che può e io quasi non ci credo. La avvicino a me, le accarezzo i capelli, mentre mi morde il labbro. Poi la bacio di nuovo, con tutta la bramosia che ha sempre caratterizzato il nostro rapporto. Ci stacchiamo con estrema lentezza e riesco a percepire anche l'ultimo istante in cui le sue labbra sono sulle mie. Lei ha ancora gli occhi chiusi, quando la guardo con la fronte appoggiata alla sua.

"Sei completamente sudato, fai schifo." Mi dice, prendendo un respiro ogni parola. Rido, baciandola ancora un po'. Era tutto quello che desideravo da quando era partita da Porto, anche inconsciamente.

"André dai, vai a fare la doccia." Biascica sulle mie labbra, scostando un po' il capo. Io sorrido, stringendola a me ancora un po' di più.

"Tu non mi darai mai una soddisfazione, vero?" Le chiedo retorico, dato che non mi dice nemmeno una parola dolce dopo un bacio del genere. Ma infondo lo so che è fatta così e lo sento il suo cuore che batte forte, quanto il mio.

"Questo vale più di mille parole." Risponde, facendomi capire tutto con i suoi magnifici occhi.

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Il prossimo è l'ultimo capitolo 💋💋💋

Saudade || André SilvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora