~The invitation~

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KAHLEN

Il rumore della sveglia mi riscosse dal torpore del sonno.

Finalmente era sabato, perciò quel giorno non sarei andata a scuola.

Anche se la mia famiglia era intrisa nei problemi del quartiere francese, io vivevo come una ragazza normale, tenendo quei segreti in un angolo segreto della mia mente e frequentando la scuola come qualsiasi normale adolescente.

Spensi la sveglia e mi alzai, diretta in cucina. Mia madre era molto puntigliosa sui ritmi di vita: anche se ero in vacanza dovevo alzarmi presto e svolgere i miei doveri scolastici.

«Buongiorno, Kahlen», disse mia madre non appena mi vide. La sua voce era meno pimpante del solito.

«Ciao, mamma. Ti senti bene?», le chiesi. La sua figura minuta era piegata leggermente in avanti, intenta a sorseggiare il caffè caldo.

«Sì, sono solo un po'...stanca...», mentì. Era una pessima bugiarda.

Mi sedetti al tavolo di fronte a lei e cominciai a masticare la fetta imburrata di pane che mi aveva preparato.

Vivevo in una casa molto all'antica al centro del quartiere francese e questo agevolava molto il lavoro di papà. Essere a capo della fazione degli umani era per lui un lavoro fisso e pareva che gli portava via anche moltissimo tempo.

Quando finimmo la colazione mia madre si alzò e mi diede un bacio sulla fronte.

«Tesoro, esco per alcune commissioni, ci vediamo più tardi.» La salutai con la mano mentre lei si dirigeva verso l'ingresso, poi tornai in camera mia. Mi sfilai il pigiama e indossai un paio di jeans grigi e una semplice maglia dello stesso colore.

Estrassi i libri dalla cartella e mi misi a fare i compiti. Per quanto New Orleans fosse grande, di ragazzi sovrannaturali ce n'erano ben pochi.

Le poche streghe presenti, venivano cresciute in un ambiente tra streghe, mentre, i licantropi, crescevano nel bayou con i loro simili.

Per quanto riguardava i vampiri, beh, venivano tutti trasformati dai vent'anni in su.

Ero una delle poche ragazze umane di New Orleans a conoscenza di quei segreti. Delle volte mi sentivo importante e altre molto vulnerabile.

Tuttavia sapevo a quale destino andavo incontro. Quando mio padre avrebbe lasciato la carica l'avrebbe ceduta a me. Era per quello che mi avevano anche raccontato tutte quelle cose. Ero la sua erede.

Eppure la convivenza tra umani, streghe e licantropi era molto pacifica.

Erano sempre i vampiri a complicare tutto.

Era sempre Niklaus Mikaelson a complicare tutto.

Non avevo avuto bisogno di conoscerlo per sapere chi fosse. Era l'essere più temuto in tutta New Olreans e solo i pazzi osavano sfidarlo. Le voci sul suo passato erano girate ed erano bastate a mettere tutti a tacere. Era forse per colpa sua che mio padre sgobbava come un matto per il suo lavoro.

Cercai, per una volta, di dimenticare tutte quelle faccende e di concentrarmi sulla mia vita.

Avevo 20 anni e non avevo ancora combinato niente.

Non avevo ancora finito la scuola, non avevo un ragazzo, e non pensavo ad altro che alla comunità misteriosa della mia città.

I miei genitori mi avevano impedito di legare a scuola con qualcuno. Dicevano che avrebbero messo tutto a repentaglio.

Potevo avere degli amici e, se avessi voluto, anche un ragazzo. Ma non avrei mai dovuto portarli a casa mia o parlargli in qualche modo della mia vita privata.

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