KAHLEN
Quando tornai alla villa, non trovai nessuno. Era troppo silenziosa.
Salii le scale e raggiunsi la mia camera. Quando entrai vi trovai Niklaus.
«Dov'eri?» Sembrava un cane rabbioso al quale avevano rubato l'osso. Non indossava più l'abito elegante della sera prima, ma un semplice maglioncino con dei jeans neri. Potevi quasi scambiarlo per una persona normale. Kol era accanto a lui. A quanto pareva mi aveva denunciato al fratello.
«Al bagno», risposi calma. Lui mi guardò e, senza aggiungere altro, mi sorpassò e se ne andò, infuriato.
Guardai Kol in cagnesco e, quando stavo per parlare, si mise un dito davanti alla bocca. Lo guardai incerta e poi si indicò l'orecchio.
Avevo dimenticato che erano vampiri originali, quindi potevano ascoltare le conversazioni a distanza.
Mi sedetti sul letto, ripensando alla mattinata. Rebekah non mi aveva rivolto la parola quando era entrata, avevo litigato con mio padre, avevo poi passato un'oretta con Brady e poi avevo subito Niklaus.
Probabilmente non gli andavo molto a genio e quella n'era stata la dimostrazione. Quale uomo si arrabbierebbe perché una signora stava un po' di tempo al bagno? E, se non gli piaceva l'idea di avermi intorno, perché ci teneva tanto a sposarmi? Non si poteva semplicemente fare un patto e chiuderla lì?
«Mi spiace, è entrato d' improvviso e non ho avuto il tempo di fermarlo», si scusò Kol.
Scrollai le spalle. «Forse, non dovresti avercela con i tuoi genitori, infondo è la mia famiglia...», cominciò lui. Aveva assistito al litigio di quella mattina.
«Fai parte della famiglia che mi ta rovinando la vita. Non dovresti dispensare consigli», risposi freddamente.
«Sai, se solo volessi ti potrei denunciare a Niklaus. Potrebbe ucciderti solo per avergli disobbedito ed essere uscita», disse lui con fare minaccioso.
Scoppiai in una risata isterica.
«Ma fallo! Cos'ho più da perdere?», gli risposi «Tutto sarebbe meglio di sposare tuo fratello». Lo guardo dritto negli occhi. Rifletté.
«Prorpio perché faccio parte della famiglia che ti sta rovinando la vita, so cosa sono capaci di fare. E quanto cattivi possano essere. Non sottovalutarci». Senza aggiungere altro, se ne andò.
Mi sentii in colpa. Kol era stato gentile e disponibile, e io ero stata sgarbata e irriconoscente. Ma, d'altronde, cosa potevo fare? Ero rinchiusa li, nemmeno la sua gentilezza mi avrebbe aiutato ad uscire da quella situazione.
Piuttosto, era tempo di mettere in atto un piano.
Mi appoggiai alla scrivania e cercai di spremere le mie meningi, per farmi venire in mente qualcosa. Mi si infuse un po' di coraggio, e la mia mente cominciò a fantasticare.
E se invece avessi semplicemente affrontato il mio destino? Non era solo con la mia vita che stavo giocando. C'era in mezzo quella dei miei genitori e di tutta la fazione umana.
C'era in gioco la vita di molte, troppe, persone umane che non sapevano a quale destino sarebbero andate incontro. E se fosse successo loro qualcosa, sarebbe stata tutta colpa mia.
Dovevo accettare la mia responsabilità?
Non avevo scelto io il mio destino, eppure avrei dovuto accettarlo per il bene altrui, per il bene della città.
Ma non sarei stata la cagnolina dei Mikaelson. No.
Dopo il matrimonio, sarei stata sempre e solo io la capa della fazione umana. E questo Niklaus non me lo poteva togliere, giusto?

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true love
FanfictionL'erede di una fazione. Una grande responsabilità. Quanto sarà disposta a perdere per salvare ciò in cui crede? L'alleanza tra vampiri e umani è indispensabile e, Kahlen, si ritroverà catapultata in un mondo a lei sconosciuto, dove non avrà nessuna...