~I'm in love with him~

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KAHLEN

Oddio. Credo aver detto a Kol di amarlo. Però non me lo ricordo, dato che ero ubriaca.

Il giorno della vigilia del mio imminente matrimonio mi alzai con la testa che mi scoppiava e un senso di nausea implacabile. Che cretina!

Trovai un'aspirina sul comodino e, dopo averla assunta, mi diressi verso l'armadio.

Eppure, ero sicurissima di provare qualcosa per Kol e forse, mi era stato difficile accorgermene prima, a causa di quello che era successo alla mia famiglia.

Dopo aver indossato jeans e felpa, mi diressi verso l'uscita della mia camera.

Quando raggiunsi le scale, notai un grande via vai di gente, intenta a decorare tutta la villa.

«Ciao», dissi, quando incrociai Niklaus. Davvero, non mi immaginavo quell'uomo sposato.

«Ciao», rispose semplicemente, fermandosi davanti a me. «Queste sono le preparazioni. Il tuo vestito l'ha scelto Rebekah. È in camera sua». Nemmeno mi era concesso di scegliere l'abito?

Ritornai sui miei passi, fermandomi sulla porta della camera di quest'ultima. Non ci avevo mai parlato, e a malapena sapevo che voce avesse. Appoggiai la mano sulla maniglia, poi mi fermai. Esitai un attimo, poi corsi davanti a quella di Kol.

Volevo vederlo.

Bussai un paio di volte e, senza aspettare risposta, entrai. Era seduto sul suo letto, le mani sul viso, e reclinato un po' in avanti. Sembrava triste.

«Hey», sussurrai. Lui alzò di scatto lo sguardo su di me, e mi guardò con gli occhi spalancati. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui, riavviandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Vo...», cominciai con voce rotta. Rimase in silenzio a fissarmi. «Voglio fare qualcosa di cui mi pentirò», dissi. La sua espressione era confusa tuttavia non disse niente. Sospirai.

Mi avvicinai a lui e lo baciai.

Superato il momento di confusione, mi appoggiò la mano sul mento e il pollice sulla guancia, poi continuò a baciarmi.

***

Uscii dalla camera di Kol e mi diressi verso quella di Rebekah. Mi fermai un attimo, ripensando a quello che avevo appena fatto. Avevo baciato il fratello del mio futuro marito.

Ma, fortunatamente, la sbronza del giorno prima aveva ancora dei segni, quindi non avevo voglia di rifugiarmi di nuovo nell'alcool.

Bussai alla porta, e subito dopo una voce femminile rispose dall'interno. Entrai e mi fermai ad osservare Rebekah Mikaelson. Bella, bionda, magra e perfetta. Mi sorrise abbastanza freddamente, poi mi invitò ad entrare. Deglutii e mi sedetti sul letto, accanto a lei.

«Non ti ho mai parlato», disse senza una punta di rimorso. «E mi dispiace che tu debba entrare nella mia famiglia in questo modo, ma comunque sarai accettata, se è quello che vuole mio fratello». Rassicuranti, come parole.

«Grazie», biascicai. Si avvicinò all'armadio e lo aprì, tirando fuori un abito tutto impacchettato.

Era bianco, lungo e pieno di pizzo. Una cintura di diamanti circondava la vita, mentre le braccia ed il collo erano di pizzo. Rimasi senza fiato.

«Provalo», mi disse. Mi svestii, rimanendo solo in intimo, e lei mi aiutò a provarlo.

Passai la mano sulla stoffa morbida e mi guardai allo specchio. Cercai di trattenere le lacrime, ma non fu facile. Al posto di Rebekah ci sarebbe dovuta essere mia madre. Lei, che probabilmente mi capì, si avvicinò e mi strinse in un caldo abbraccio. Avevo immaginato i Mikaelson come persone molto più stronze, invece mi volevano forse anche bene.

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