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"Seokjin ti giuro che prima o poi quel piccoletto lo faccio fuori" imprecò Yoongi guardano il suo rivale che si apprestava ad entrare nella sua aula, la testa alta e i capelli tirati leggermente all'indietro, quanto bastava per far impazzire le ragazze.

Park Jimin.

1 metro e 73 di spensieratezza e allegria che Min Yoongi proprio non riusciva a sopportare.

Aveva un anno in meno di lui, e non appena entrò in quella dannata scuola, tutti si innamorarono di quel sorriso a trentadue denti, incorniciato da due labbra carnose e rosate.

Era così perfetto agli occhi di tutti, così carino e adorabile, o almeno era ciò che faceva credere.

Per quanto gli riguardava, Jimin poteva tranquillamente aver finto per tutto quel tempo, rivelando una persona falsa, antipatica e stupida.

Nonostante ciò, i due restavano l'uno l'opposto dell'altro in ogni campo possibile: Jimin aveva l'aria angelica, soprattutto con quei capelli tinti di rosa già da un paio di settimane, una voce acuta e chiara, degli atteggiamenti piuttosto educati e gentili...piuttosto.

Yoongi era la nemesi: il ragazzo scontroso, stronzo, ma bello. Terribilmente bello. I suoi capelli mori con delle ciocche blu qua e là, la sua voce particolarmente profonda e il suo atteggiamento superiore a tutti continuavano a spezzare cuori di povere ragazze.

Ragazze terribilmente indecise: l'angelo o il diavolo? Il bene o il male? Nessuna sapeva ben decidersi, poiché entrambi erano due ragazzi bellissimi ed avevano forse una cosa in comune: uno sguardo maledettamente seducente, quasi impossibile da sostenere.

"Sei cosciente del fatto che è esattamente un centimetro più basso di te vero?" rispose Seokjin al suo amico, distogliendolo dai suoi pensieri burrascosi e rumorosi.

Yoongi si girò ad osservare il suo amico, lanciandogli un'occhiataccia; Seokjin era un ragazzo alto, con delle spalle larghe maledettamente attraenti, un viso meraviglioso e una risata capace di contagiare anche Yoongi, che raramente rideva di cuore.

"Seriamente hyung? Io dico che voglio spaccargli la faccia e tu mi dici che sono basso quanto lui?" rispose infine, inarcando un sopracciglio.

"Tecnicamente ho detto che sei un centimetro più alto di lui ma-" fece per replicare.

"Ah, lascia stare, dov'è Hobi?" domandò Yoongi girandosi ad osservare i corridoi, cercando il suo migliore amico con lo sguardo.

"Credo sia già in classe, ma non ne sono sicuro, io vado da Namjoon, penso di raggiungervi direttamente a pranzo" rispose Seokjin sistemandosi i capelli sulla fronte.

Yoongi alzò gli occhi al cielo, sbuffando. "Dio, ma non vi siete ancora stancati l'uno dell'altro? Sono più di otto mesi che state insieme, che noia" disse poi, chiudendo l'armadietto.

Seokjin sbuffò sonoramente. "Sei un rompi palle, sai? Lo amo e sto bene con lui...ah, ma che ne vuoi sapere tu?!" ci accigliò, per poi voltare le spalle al più piccolo e andarsene.

Yoongi sospirò, per poi voltarsi lasciando perdere il maggiore ed avanzando per entrare in classe, ma si ritrovò a due passi da Jimin.

Alzò un sopracciglio e lo fulminò con lo sguardo, ricevendo la medesima risposta dall'altro che non batté ciglio, continuando poi per la sua strada, mentre Yoongi, dopo un sospiro, raggiunse il suo migliore amico alla lezione di letteratura.

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"Proprio non lo sopporto, voglio prenderlo a pugni ogni volta che mi guarda con quel fare altezzoso, ma chi si crede di essere?!" esclamò Jimin, per poi alzare la testa e sospirare sconfortato. "Hey! Pronto? Ma si può sapere a chi diavolo sto parlando?" quasi urlò. "Yah, mi volete ascoltare brutti idioti?"

I due che aveva davanti erano intenti a scambiarsi sguardi dolci e baci, e di certo non avevano intenzione di sorbirsi le solite lamentele ogni giorno.

"Woh, calmati Jimin-ah, sono due ore che non ci vediamo, ti ricordo che Kookie ha due anni in meno di noi, vale a dire, frequenta corsi diversi" disse Taehyung, il migliore amico di Jimin.

"Non me ne frega niente, queste cose le fate a casa, da soli, su un letto, non davanti a me, per giunta mentre mi sto sfogando" si imbronciò il più basso, incrociando le braccia al petto.

"Scusa hyung, ci siamo fatti prendere dal momento" fece Jungkook sistemandosi la maglietta e guardandolo con occhi seri. "Ma ho sentito quello che hai detto, e non mi sembra nulla di nuovo"

"Jungkook ha ragione, insomma, ormai è risaputo che vi state sul cazzo a vicenda, non vedo quale sia la novità" continuò Taehyung, aggiungendosi al minore.

"Non c'è nessuna novità, ma ho proprio voglia di picchiarlo" replicò Jimin sedendosi accanto a loro sulle scale.

"Perderesti, Chim" disse Taehyung arricciando il naso e facendo spallucce.

"Come? Perché dovrei perdere scusa? Guarda che i muscoli li ho, ho perso solo una volta, ed era due anni fa, avevo quindici anni e lui sedici, già era un bel passo affrontarlo" affermò Jimin, fiero di sé.

Jungkook alzò gli occhi al cielo e poggiò le mani sulle sue spalle, guardandolo negli occhi. "Senti, ma perché dovresti ricorrere alle mani? Non puoi semplicemente continuare la tua vita e lasciarlo stare? O che ne so, parlarci e chiarirvi una volta per tutte?" disse poi.

"Parlarci? L'ultima volta che ci siamo parlati era in presidenza dopo una sorta di rissa, e più che parlare è stato un insultarsi a vicenda. Non siamo mai riusciti né mai riusciremo ad avere una conversazione tranquilla" constatò Jimin. "Non che mi interessi, ovviamente"

Taehyung guardò il telefono. "Tra una settimana iniziano le vacanze di Natale" disse palesemente sviando il discorso, non potendo più sopportare le sue lamentele.

"Quand'è l'ultimo giorno di scuola?" chiese allora il più basso, alzando lo sguardo sul migliore amico.

"Uhm..." controllò sul calendario del cellulare. "Venerdì 22"

Jimin sorrise maliziosamente, vedendo davanti ai suoi occhi una serie di immagini divertenti, piene di alcol, musica e divertimento. "Perfetto, si organizza una festa di fine trimestre a casa mia" disse poi, guardando la coppia di fronte a sé.

Oh sì, la sua idea fu magnifica, aveva intenzione di invitare chiunque, grazie agli ampi spazi della sua villa, creando la festa per eccellenza dell'anno.

Voleva divertirsi, sballarsi, riempire casa di gente, e ci sarebbe riuscito.

Jimin riusciva sempre a fare feste perfette.

NON HO ELIMINATO LA STORIA. LA STO SOLAMENTE RICORREGGENDO E RIPUBBLICANDO, RENDENDOLA PIÙ CORRETTA E MIGLIORE, NON AGITATEVI.

нαтє мє вυт f*¢к мє...αиуωαу [м.уg+ρ.נм]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora