[ Ho saltato la parte di Carl Emerson, dove lo imprigionano e dopo Clarke lo rispedisce a Mount Weather per avvisare Cage che all'interno della montagna loro e i terrestri avevano un esercito segreto. Non mi sembrava importante, oltretutto avrei fatto partecipare relativamente Alexis, perciò ho deciso di saltarla. D'altronde tutti voi avete visto The 100, quindi sapete benissimo i fatti e nulla, li ho comunque spiegati in questa piccola introduzione per chi non si ricordasse o non li conoscesse affatto. Perdonatemi eventuali errori, ma volevo farvelo uscire il prima possibile e allora l'ho ricontrollato poco. Spero vi piaccia comunque, buona domenica❤️ ]
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«Dici che arriverà in tempo?» con un balzo, Alexis si sedette sul tavolo d'acciaio posizionato al centro della stanza da lavoro di Raven. Quest'ultima stava studiando Mount Weather, la sua struttura, la sua diga e la nebbia acida.
«Sinceramente? Non ne ho la minima idea.» sbottò Raven, mentre picchiettava un pennarello contro la propria guancia, riflettendo sullo schema che le stava di fronte.
Alexis sospirò, alzando lo sguardo sul soffitto, mentre mille pensieri iniziavano a vagarle nella mente. Poco prima, lei, Raven e Clarke stavano guidando Bellamy fino ai laboratori di Mount Weather, poiché lui le aveva avvisate che stavano iniziando a prelevare i loro amici, e avevano scoperto, oltre dell'estrazione del midollo osseo per trasferire il loro sangue in quello degli abitanti della montagna, anche del missile che avrebbero sparato di lì a poco su Tondc. E Marcus si trovava proprio lì per una riunione coi Terrestri.
«Sei preoccupata per tuo padre?» Raven le lanciò un'occhiata silenziosa, senza però smettere di lavorare su Mount Weather. Alexis si destò improvvisamente dalla sua piccola trance ed andò a posare lo sguardo sulla ragazza. Il silenzio calò tra di loro, mentre una studiava varie informazioni e l'altra l'osservava con sguardo indagatore e taciturno.
«Se la caverà.» ammise poi, senza far trasparire il minimo sentimento o la minima angoscia nei confronti della situazione del padre. Sembrava sicura, convinta in ciò che diceva: suo padre sarebbe sopravvissuto.
Raven ammiccò ad un leggero sorriso spontaneo, aspettandosi una riposta del genere da parte di Alexis. D'altronde, era una tipa di poche parole, anche se Raven voleva approfondire di più quell'argomento, poiché la incuriosiva, e non poco. La loro storia tormentata, la storia di Alexis e Marcus Kane, era qualcosa di cui tutti avrebbe voluto sentir parlare. Era una di quelle storie che ti intrigano fin dal primo istante in cui le leggi, perché non sai mai come andranno a finire. Era una storia incredibile, di quelle che se ne sentono poche e di quelle che era meglio non raccontare in giro dal momento che nascondeva più segreti di qualunque altra storia al mondo.
«Non l'avevo notata fino ad ora, ma c'è una certa somiglianza tra voi due.» confessò infine Raven, cercando nel migliore dei modi di entrare nel discorso che preferiva.
Alexis inarcò le sopracciglia, per poi scoppiare in una sonora risata. «Ma non farmi ridere.»
«L'ho appena fatto.» replicò, ammiccando ad un leggero sorriso beffardo. Alexis si compiacque di quella immediata e decisa risposta e prese a far dondolare le gambe.
«I miei complimenti, Reyes. In ogni caso, quale sarebbe la somiglianza?» chiese incuriosita, non avendo la minima idea di quale potesse essere la caratteristica che li accomunava tanto.
Raven ci rifletté un attimo prima di parlare, poi posò il pennarello e si voltò verso l'amica. «La determinazione.» annuì varie volte col capo, per poi prendere ad avvicinarsi ad Alexis. «Sai, per come la vedo io, tu e tuo padre non avete molto in comune. Siete come due bimbi sperduti nel bosco. Entrambi avete fisionomia, caratteristiche, completamente diverse. Ma c'è solo una cosa che vi accumuna, una sola, ed è proprio questa che vi aiuterà ad uscire da quel bosco. Se riuscirete a raggiungervi, se riuscirete a camminare al fianco l'uno dell'altra, ne uscirete.» le parole di Raven confluivano fuori dalle sue labbra come un fiume in piena, con decisione in ciò che stava dicendo. Sapeva di aver fatto un riferimento molto azzardato, ma sperava di essere abbastanza amica di Alexis da uscirne illesa.
Alexis la guardò per qualche secondo, taciturna, annuendo varie volte col capo. L'ansia aumentava sempre di più in Raven, che aspettava con angoscia la reazione della ragazza. Ma ciò che successe poco dopo era proprio il contrario di ciò che realmente si aspettava.
Con un balzo saltò poi giù dal ripiano su cui stava e si diresse verso l'uscita. «Hai una grande mente, Raven Reyes. Non sprecarla.» portò poi le mani nelle tasche, lasciando Raven completamente spiazzata: una sua uscita di scena del genere era l'ultima cosa che immaginava.
***
Una mezz'oretta dopo, si avvistò un missile fendere l'aria come un uragano. Alexis fu la prima a notarlo e subito corse ad avvisare Sinclair, visto che sia Abby che Kane erano a Tondc.
«L'hai visto?!» sbraitò, saltandogli quasi addosso dall'agitazione. Sinclair la guardò confuso, non avendo assistito alla scena. «Il missile! Il missile ha colpito Tondc!» urlò ancora, avendo compreso che l'uomo non aveva visto nulla. Sinclair spalancò gli occhi e subito uscì dalla stazione. Alexis lo seguì a ruota.
In effetti, del fumo sbucava oltre gli alberi, poco più in là di loro, nella direzione di Tondc. «Organizziamo una squadra di soccorso, avranno sicuramente bisogno d'aiuto!» intervenne poi Eric, avendo avvistato anch'esso il missile.
Sinclair non rifiutò di certo la proposta di Eric e organizzarono quella squadra il più velocemente possibile. Anche Alexis andò con loro, nonostante non fosse una grande infermiera, ma sapeva molto bene usare le armi e almeno avrebbe saputo proteggergli in caso ce ne fosse stato bisogno.
***
Un piccolo spiraglio di luce iniziava ad essere intravisto in quel cielo così buio e cupo, mentre Alexis e gli altri si avvicinavano sempre di più alla scena del massacro. Ciò che videro poco dopo fu ancora più terribile di quanto si erano immaginati: macerie, grigie e rosse, ovunque. Il sangue si mischiava alla polvere e al terriccio umido e creava una sensazione di vomito per molti di loro. La scena pareva ancora più macabra delle loro aspettative. Ma erano in guerra. E in guerra non ci si mostra deboli, mai.
«Siamo venuti il prima possibile quando abbiamo visto il missile, abbiamo pensato vi servisse una mano.» spiegò Alexis, tentando uno dei suoi migliori sorrisi. Subito dopo di lei, tutta la squadra si mise al lavoro per aiutare a recuperare i feriti, tra cui anche il padre della ragazza.
Mentre Alexis accorreva da Marcus, alquanto preoccupata, Lexa rivolgeva un discorso incoraggiante ai suoi guerrieri. «Quello che è successo qui non resterà impunito. La montagna sarà sconfitta. I morti saranno vendicati.» disse come una che aveva veramente appena affrontato un disastro del genere che provoca un missile, ma sembrava fin troppo illesa per esserlo davvero.
Un coro si alzò poi tra i terrestri, completamente ciechi di fronte alla loro meravigliosa Comandante. «Basta! Ci sono molti altri sotto le macerie. Li avete sentiti. Tornate al lavoro!» li interruppe però Abby, giustamente.
Alexis studiò ancora per qualche minuto la figura di Lexa e poi quella di Clarke, pensando che erano troppo pulite per aver davvero affrontato quel missile. C'era qualcosa che non le quadrava. Octavia le rivolse uno sguardo taciturno ed entrambe compresero che c'era qualcosa di veramente strano. Clarke sapeva del missile ed era andata a Tondc per avvisarli. E allora perché erano morti? C'era una sola spiegazione a tutto questo: Clarke se l'era svignata col Comandante prima che quella devastante arma colpisse Tondc.
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Survivors || The 100
Fanfiction[SEQUEL DI ALIVE] • Alexis e i suoi amici sono scampati alla minaccia dei Terrestri. Ma riusciranno a vivere finalmente in pace sulla Terra? Forse la cosa è più difficile di quanto si creda. • #20 in The100 [11/05/2020]