Survivors || The 100

Funeral

Un vento serale si era pian piano alzato, gelido e impetuoso come non lo era mai stato. Raggelava la pelle, fino a penetrarti nelle ossa. L'odore di sangue e morte era ancora intriso nell'aria e non contribuiva affatto a riscaldarti da quella gelida notte. Chiunque avrebbe desiderato un caldo conforto in una situazione del genere, eppure c'era ancora qualcuno che preferiva la solitudine.

Alexis si era bloccata di fronte all'impalatura a cui era stato legato il suo amico, immobile tra i suoi milioni di pensieri. Era rimasta impotente di fronte ad una scena di pura e maligna vendetta, non avendo neanche tentato di fermarla. Era semplicemente crollata tra le braccia di Bellamy, incapace di fare qualsiasi altra cosa. Si era dimostrata un'altra volta debole. E soprattutto di fronte agli occhi di tutti.. Come aveva potuto permetterlo? Come aveva potuto lasciarsi andare in quel modo? I sentimenti la stavano distruggendo, abbattendola sotto il loro peso inesistente, ma pesante quanto una colpa indelebile o un peccato imperdonabile.

«Ehi.» Octavia poggiò una mano sulla spalla dell'amica e questa subito rabbrividì al contatto, ma finalmente si destò dalla sua trance. La ragazza attese per qualche secondo un qualche segno da parte di Alexis, ma tutto ciò che ricevette fu uno sguardo confuso e ancora pieno di dolore. «Dobbiamo andare.. Porteremo Finn al villaggio di Lincoln, Tondc, quello dove è accaduto il massacro. Lì verrà bruciato con le altre vittime..» spiegò quindi.

Alexis annuì sommessamente con un cenno del capo e subito dopo entrambe si misero in cammino. Per tutto il tragitto, Lincoln e Octavia non abbandonarono mai il fianco di Alexis, volendo tenerla sott'occhio. Clarke avrebbe voluto lasciarla all'accampamento, al sicuro e col tempo adeguato per riprendersi dalla morte del prezioso amico, ma Marcus conosceva bene la figlia e sapeva che sarebbe voluta venire, ad ogni costo. Se gliel'avessero nascosto, lasciandola al campo, si sarebbe solo arrabbiata e tutti sarebbero ora in litigio con lei; oltretutto, Alexis meritava di assistere al funerale di Finn.

***

Dopo qualche ora di cammino, decisero di accamparsi giusto il tempo di riprendere le forze per compiere l'ultimo sforzo verso il villaggio di Tondc.

«Ehi.» Bellamy si era avvicinato piano alla ragazza, cogliendola completamente alla sprovvista. Lei sobbalzò un poco dallo spavento, ma si rassicurò subito quando vide il suo volto.

«Ehi.» rispose, più severamente di lui. Bellamy si mise al suo fianco, voltando lo sguardo nella sua stessa direzione: Alexis stava osservando il gruppo di Terrestri, che li stavano osservando di conseguenza. I loro sguardi erano ostili, e sempre più freddi. Avrebbero davvero dovuto collaborare con gente così meschina e diffidente come loro?

«Perché non mi hai detto di tuo padre?» Bellamy ruppe subito il ghiaccio, non potendo aspettare oltre, e tentò anche di distrarla dai Terrestri, sapendo che quel suo immenso dolore sarebbe potuto trasformarsi da un momento all'altro in un desidero di vendetta. Erano facilmente intercambiabili i due sentimenti per quella ragazza. La conosceva bene. E, certo, sarebbe solo stato un momentaneo stato di incoscienza, ma sarebbe bastato per far saltare l'alleanza con i Terrestri.

Alexis gli rivolse uno sguardo confuso, non capendo il motivo per cui tirar fuori quell'argomento proprio ora. Eppure, non aveva la forza di discuterne in quel momento. «Non l'ho detto a nessuno. Non volevo si sapesse. Non ho mai avuto molta simpatia per lui dalla morte di mia madre.» confessò quindi.

Bellamy fu subito stupito dalla semplicità con cui parlava, dalla fiducia che sembrava dargli. Il suo sguardo si andò a posare su di lei e notò qualcosa, nei suoi occhi, che non aveva mai visto prima: fragilità. Quegli occhi che erano sempre stati così sicuri e determinati, ora traboccavano di sofferenza. Sapeva che sarebbero presto tornati com'erano prima, ma capiva che ora come ora qualsiasi cosa l'avrebbe spezzata con facilità, esattamente come si spezza una foglia in autunno.