13:Scusami, scusami tanto

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Punto di ritrovo dei carri, anno 840, 15:30 pm

"L-levi" dico sfiorandomi le labbra con le dita, sento ancora bruciare quel breve contatto e per un secondo mi sembra di non sentire nulla, il silenzio, che permea ogni mio pensiero, come se non riuscissi a provare nessun tipo di emozione. Ma una frase era inevitabilmente stampata nella mente , mia e delle altre persone presenti : "CHE HA FATTO!" Sento urlare Ale mentre riesce a liberarsi da Hanji e mi corre incontro, mi afferra le spalle e mi scuote dolcemente, in netto contrasto con il fuoco che vedo ribollire nei suoi occhi, mi sono sempre chiesta perché ha sempre avuto questo atteggiamento così protettivo nei miei confronti, nonostante si arrabbi spesso con me mi perdona sempre, non so se me lo merito...
"T/n... T/n... T/N! Ci sei? Ehi?! Guardami, sono io, che ti succede?" Mi sveglia dai miei pensieri Ale, che continua a tenermi per le spalle.  "Ale" sussurro leggermente, sentendomi la testa pesante e gli occhi assonnati, sento la sua mano posarsi sulla mia testa, il suo palmo é freddo, quasi ghiacciato, ma comunque ha mantenuto la sua morbidezza nonostante gli anni, una volta staccata al mano dalla mia fronte dice qualcosa che io non sento e poi mi tira su di peso, sussurrando parole tipo: "Hanji, chiama un medico ora" mentre io appoggio la mia testa sulla sua spalla e sprofondo in un universo nero dove i suoni spariscono e il silenzio mi lascia nell'oblio. l'ultima cosa che ricordo è il mio corpo che perde la sua forza e si accascia dolcemente tra le braccia di mio fratello.
Uno cigolio dopo un lasso di tempo indefinito si fa largo dentro l'oblio creatosi attorno a me, è una porta, si richiude poco dopo,io sono su una branda,lo capisco perché sento un tessuto morbido e imbottito sotto le dita. Sento i passi di una persona che si avvicina e si ferma di fianco a me,sento che mi sfiora la mano e si siede ,la sedia di legno scricchiola sotto il suo peso e la paura mi prende ogni fibra del mio corpo: chi è la persona che condivide la mia stessa stanza? Sarà Ale? No,non starebbe a fissarmi senza dire nulla, e se fosse Levi? Se fosse venuto a aspettare che io mi svegli? che succederebbe ? Sento la pelle accapponarsi sotto la camicia di cotone  mentre la mano di quella persona si sposta verso il braccio,in quel momento la mia compie un leggero movimento,un tic con il dito,fulmineo. La mano si stacca immediatamente e sento i passi dirigersi verso la porta velocemente. No,voglio assolutamente sapere chi si è intrufolato nella mia stanza,sento l'intruso armeggiare con la maniglia senza successo,in quel momento col piede riesco a sfilare lo stivale quel che basta per togliere il piede, scatto seduta sulla branda, afferro lo stivale e mettendoci più forza possibile lo scaglio contro l'intruso,il mio stivale gli si pianta in mezzo alla schiena proprio mentre la porta si apre,il che porta il ragazzo a perdere l'equilibrio e cadere lungo per terra nel corridoio mi alzo velocemente, incurante del pavimento gelido che sento con la pianta scalza e esco dalla mia stanza,afferro per il colletto il ragazzo e lo trascino dentro prima di chiudere violentemente la porta alle mie spalle e rinfilarmi lo stivale. Quando poso il mio sguardo sul ragazzo lo ritrovo stranamente familiare: capelli scuri con riflessi biondi che gli arrivano poco sotto la mandibola,pelle chiara,arrossata sulle dita ,la bocca rosea segna un confine netto con il colorito,gli occhi a mandorla fanno risaltare il dorato dei suoi occhi. La divisa della gendarmeria si nota subito, il verde dello stemma e dell'unicorno si riconoscerebbe tra mille. Ora la domanda 'chi è nella mia stanza?'ha una risposta, e non mi piace per niente.
"Ciao Brian" gli dico nel tono più apatico che riesco a fare, dietro quella faccia da angelo si nasconde una delle persone più odiose che probabilmente ho mai conosciuto. "Aspetta aspetta, non  mi uccidere ti prego!", sgrano gli occhi al sentire il tono della sua voce, lo vedo rannicchiarsi mentre si copre la faccia e chiude gli occhi come se si aspettasse un altro colpo, "Brian? Ma sei davvero tu?" gli chiedo avvicinandomi per osservarlo meglio, il Brian che conoscevo io era quello totalmente ossessionato da me, che mi seguiva ovunque,  quello che aveva convinto mio padre a dargli la mia mano quando eravamo ancora solo bambini. Questo Brian io non lo conosco, sembra docile, ma soprattutto... gentile. "Si si, sono io, ma ora non lanciarmi ancora addosso qualcosa" mi dice lui scostando leggermente le mani dal viso, "Ma... che ci fai qui?" gli chiedo provando a non addolcire il mio tono, "Beh, ho saputo che eri stata male e quindi ero venuto a vedere come stavi... e speravo di poterti salutare, ma stavi ancora dormendo e avevo deciso di tornare più tardi... poi mi hai tirato il tuo stivale". Sono sbalordita, c'è qualcosa di diverso in lui, il suo tono, il suo modo di parlare, come si comporta, non assomiglia per niente come me lo ricordo. "Ma... volevi... salutarmi?" gli chiedo con espressione perplessa mentre mi siedo sul pavimento di pietra davanti a lui "In effetti si, capisco che tu possa essere... confusa dal mio comportamento, ma, giuro che non sono venuto per perseguitarti. Dopo che ve ne siete andati te e tuo fratello io avevo deciso di seguirvi, non sopportavo che te ne fossi andata. Una volta arrivato al campo di addestramento soldati volevo denunciarvi come fuggitivi, e farvi espellere dal corso e quindi farvi tornare a Shiganshina..." a questo punto deglutisce e si tocca il collo nervosamente, slacciando il primo bottone della camicia, come se sudasse "... Poi ho incontrato Alessandro, l'ho visto arrivare come un toro, non credo di aver mai visto così tanta violenza e rabbia in lui, mi ha incollato al muro prendendomi per il collo, dicendo che se avessi osato distruggere il tuo sogno mi avrebbe ucciso con le sue mani... Ero quindi deciso di tornare indietro e meditare una vendetta differente, ma poi ho incontrato lei..." dice arrossendo leggermente "... Stava uscendo fuori dai cancelli del campo, aveva dei bellissimi capelli biondi e... Non saprei come descriverla se non bellissima, il suo nome è Hannaise, dopo che mio padre ha fatto improvvisamente successo i siamo trasferiti in questo distretto, dove l'ho rincontrata, adesso siamo fidanzati, devo dire grazie a tuo fratello, mi ha fatto capire che in realtà quella che provavo per te era solo una malata ossessione.Non fraintendere, come ragazza sei bellissima, davvero, ma... Non sei il mio tipo, come io non sono mai stato il tuo. Ero venuto qua a salutarti e a augurarti una buona carriera nell'armata ricognitiva... Solo questo giuro!" dice guardandomi con gli occhi spalancati, ma la sorpresa sono io, dopo aver sentito il nome della ragazza "Hannaise?" gli chiedo "Era una mia amica, eravamo compagne di stanza al primo anno" "Davvero? Allora sei te con cui ha uno scambio epistolare?" mi chiede, illuminandosi improvvisamente "Si! mi aveva detto che si doveva sposare o era fidanzata con un riccone del Wall Sina, chi credeva che saresti stato tu, vero?" gli rispondo dandogli un buffetto sul braccio "Già" mi risponde lui sorridendo, mi sembra strano vederlo così, probabilmente Hannaise lo ha davvero cambiato... o meglio, ha fatto uscire il vero lui. Mi alzo, pulendomi i pantaloni con le mani dalla polvere, si alza subito anche lui, gli sorrido, sollevata dal fatto che non è più ossessionato da me, "Grazie per avermelo raccontato, ci si vede Brian" gli dico prima di riaprirgli la porta "Raccontato cosa?" mi chiede lui perplesso uscendo dalla stanza "Come mio fratello... come non me lo merito" dico prima di chiudere la porta .

l'ora del the (levixreader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora