l'ora del the (levixreader)

17: il vero "oltre le mura"

13:40 pm ,Fuori dalle mura, anno 840

Il galoppo dei cavalli è forte nelle mie orecchie, mentre nessuno osa guardarsi indietro o pensare ad altro che non sia finire la missione e tornare a casa il più presto possibile. A nessuno piace stare troppo qua fuori, a parte per quelli nuovi, ogni anno quelli nuovi sono sempre i più entusiasti, e quelli che sembrano non riuscire mai a tornare indietro interi.

abbiamo percorso una lunga distanza da quando siamo usciti dalle mura e stranamente non ci siamo ancora trovati davanti nessun gigante, come se non volessero incontrarci, quando parlo del mio dubbio a Mike, lui risponde sarcastico: "Avranno paura che gli facciamo il culo... o forse solo di quella pazza di Hanji, chi lo sa, io avrei paura di lei", ridacchia per poi distanziarsi da me e andare avanti, per vedere se alcuni fumogeni colorati, parte del sistema accurato creato dal comandante Erwin, per gestire meglio le spedizioni. 

guardo accanto a me e vedo Levi, che cavalca senza nessun tipo di apparente preoccupazione, i capelli corvini che si muovono col vento, facendo risaltare il rasatura militare sulla nuca. gli occhi concentrati, mentre combatte contro l'urgenza di chiuderli per l'aria. 

"Levi, non ti sembra strano? Nessun gigante? Eppure siamo ampiamente nel loro territorio...", non posso fare a meno di chiedergli mentre lo avvicino un po' in modo da non dover urlare quando gli parlo. "Si, lo trovo strano, anche se preferisco quasi così... Quello che trovo ancora più strano è che Erwin non si faccia domande." , mi risponde subito, rimanendomi accanto col suo stallone nero pece. 

Rimaniamo così per un po', continuando a cavalcare senza sosta, fino al punto che pure le cosce, sotto i pantaloni, iniziano a lamentarsi del continuo sfregamento. "Se non ci dice qualcosa vado dal sopracciglione", borbotta tra sé e sé, mentre mi è accanto, sta per accelerare, quando un fumogeno nero ci appare alla destra. "Levi, guarda là!", il ragazzo si gira e subito dopo molti fumogeni costellano tutta la parte dell'ala destra, tanto che sembra quasi che siano state tese corde dal cielo verso terra. Guardiamo entrambi avanti, aspettando gli ordini di Erwin. 

Siamo venuti qua per controllare il comportamento dei giganti giusto? Allora dovremmo andare ad aiutarli subito. "Ragazzi! Secondo voi cattureremo dei giganti? mi chiude tutta eccitata Hanji da dietro, apparsa da quello che sembra il nulla, spaventandomi a morte. "Hanji, non puoi apparire all'improvviso in questa maniera! Comunque non lo so... non credo che correremo mai il rischi di portarli dentro le mura, troppo pericoloso." le rispondo, tornando a guardare i fumogeni, quando la voce di Levi mi risveglia: "Non ci credo...", per la prima volta lo sento quasi abbattuto, mentre guarda avanti a sé, solo una punta di sconforto nello sguardo, e le sopracciglia corrucciate a segnalare il suo disapprovo. Infatti il fumogeno verde segnava la direzione opposta a quella dei giganti.

Che cosa sta succedendo... 

"Ma..." , dice solo Hanji, prima che, come previsto, tiri fuori il fumogeno, e vada avanti con la reazione a catena, indicando a tutti dove andare. Peccato sia inutile, dato che nel giro di qualche secondo ci troviamo a lato una mandria di almeno una decina di giganti venirci incontro correndo come dei pazzi. Anomali, giganti dal comportamento bizzarro. Guardo i due ragazzi con me, se non vogliamo morire, come sempre dobbiamo combattere, anche se gli ordini sarebbero di andarcene. 

Per un secondo mi trovo a voler mio fratello con me, avercelo di fianco, vicino ad Hanji, mentre mi dice cosa farebbe lui, ponderato e giusto, di sicuro molto più sensato di qualsiasi cosa farei mai io.

Appunto, cosa farebbe mio fratello? 

Andrebbe? Se fosse con me e avesse paura per me, di sicuro, ma lui ora è dall'altra parte della formazione, e sa che non dovrei essere in pericolo. Quindi, conoscendolo, penso che seguirebbe gli ordini, girerebbe il cavallo e correrebbe verso il primo albero gigante, o se ci riuscisse, si riunirebbe al convoglio. Per poi segnalare ciò che ha visto, come un bravo soldato.