chαpter 10

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✎ chαpter 10

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Taehyung

09:53

«Han Sung, sei pronto?» Chiese la nonna entrando nella mia stanza.
Alzai mentalmente gli occhi al cielo sentendo quel nome.

Un sorriso spuntò sulle sue labbra appena mi vide. «Dire che sei carino è poco»

Arrossii di poco, guardandomi allo specchio e poi parlai, riportando lo sguardo su di lei. «Ma dai nonna, non è nulla di speciale!»

Sorrise prima di dire che mi avrebbe aspettato in macchina. Quasi dimenticavo che oggi ci sarà Jin e lo zio Yoongi a pranzo, da noi. Quando se ne andò, non persi tempo a risistemarmi i capelli.

Sentii il suono del clacson, scesi velocemente le scale fino ad arrivare all'ingresso per prendere le chiavi e poi chiudere la porta di casa. Una volta entrato in auto salutai lo zio con un bacetto sulla guancia, prima che lui potesse iniziare a guidare verso la chiesa.

Come entrammo nel luogo sacro, i miei occhi scattarono alla ricerca del Pastore. Quando non lo trovai mi imbronciai, girandomi verso la nonna e seguendola fino ai nostri posti.

Notai che si stava guardando intorno, probabilmente alla ricerca del Pastore, ma quando i suoi occhi incontrarono quelle di alcune signore, sorrise e mi disse che sarebbe tornata presto mentre si incamminava verso di loro.

Non badai al modo in cui mi sedetti, iniziando poi a giocherellare con le mie mani e canticchiai il verso di una canzone a caso. Poco dopo la nonna tornò e la cerimonia ebbe inizio con un canto mentre rivolsi lo sguardo in basso, annoiato.

Continuai a non guardare, finchè non sentii la sua voce che mi costrinse ad alzare la testa.

Ed eccolo lì, dietro il microfono.

Iniziò a parlare di Dio, credo, non stavo prestando attenzione alle sue parole ma al modo in cui le sue labbra si muovevano, come i suoi occhi scrutavano le persone presenti nella grande sala, a come la sua postura era calma, a come i suoi capelli erano pettinati e a come era bello.

E quando i suoi occhi incontrarono i miei e le sue labbra rosee, che mi avevano baciate giusto qualche ora prima, si trasformarono in un ampio sorriso.

Sussultai e girai lo sguardo verso mia nonna. Le dissi a bassa voce che dovevo andare in bagno, prima di correre fuori dalla chiesa.

La mia schiena si scontrò contro il muro e ansimai per un po' d'aria, le ginocchia mi tremavano e il cuore mi batteva così forte che ero sicuro che le persone potessero sentirlo.

Dio, cosa mi aveva fatto quell'uomo?

La tensione in mezzo alle mie gambe era decisamente insopportabile e sentivo caldo.

Avevo già iniziato a portare le mani lì, per coprirmi, prima di realizzare di trovarmi fuori e che chiunque avrebbe potuto vedermi. Così provai a pensare a qualsiasi altra cosa, anche ai gattini morti. [no ok, non fate domande(ᅌᴗᅌ)]

Non potevo rientrare ora. Non se mi sentivo così poco a mio agio ed... eccitato? Sì, doveva essere quello.

Mi serviva una soluzione. Così pensai a cosa poter fare, e quando un pensiero mi saltò in mente, raccolsi tutto il mio coraggio e iniziai ad incamminarmi verso il suo ufficio.


yo, un capitolo di passaggio noioso ikr

PASTOR › kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora