In un'orribile giornata di pioggia...

441 30 66
                                    

IN UN'ORRIBILE GIORNATA DI PIOGGIA...


Quando l'inverno iniziò a diventare primavera e lo strato di neve che ricopriva le strade di Trento iniziò a sciogliersi, la gravidanza di Giovanni si fece ancora più visibile. Alla fine di Marzo aveva già un grande rigonfiamento nonostante il fatto che gli mancassero ancora quattro mesi prima del parto.

A Giorgio sembrava incredibilmente sexy e il moro si godeva tutte le attenzioni che il marito gli regalava.

Un giorno all'inizio di Aprile con un tempo orribile, Giovanni era a casa di Federico.

I due amici erano in cucina a chiacchierare mentre Federico preparava la cena. Daniele era nel suo lettino e Fabio stava trotterellando in giro e parlottava nella sua lingua personale da bimbo.

Improvvisamente Giovanni sentì un dolore tagliente allo stomaco e sussultò.

-Giovanni, cosa c'è?- chiese Federico mentre si girava dal tavolo della cucina per vedere l'amico piegato in due e con le lacrime bloccate negli occhi.

-Io...io credo che siano le false contrazioni... di nuovo. Ah, fa davvero male- ansimò.

-Andiamo, ti porto subito all'ospedale- disse Federico allarmato per la quantità di dolore che sembrava sopportare Giovanni.

-No, va bene. Starò bene in qualche minuto- disse Giovanni mentre il dolore spariva temporaneamente.

Si sedette e Federico gli porse un bicchiere d'acqua. Improvvisamente però il dolore lo colpì di nuovo, passando in lui attraverso onde e facendolo gemere.

-Okay, ora chiamo l'ambulanza. Sei terribile-

-No, va tutto bene. Andremo in taxi- sussultò Giovanni.

Federico corse velocemente lungo il pianerottolo per chiedere ad Andrea di controllare i bambini e poi i due partirono.

Un quarto d'ora dopo i due amici arrivarono all'ospedale dove Giovanni venne controllato velocemente dal dottore. Confermò che stava avendo delle false contrazioni, ma volle tenerlo lì per la notte in osservazione.

Federico chiamò Giorgio sul cellulare, ma era spento e così dovette mandargli un messaggio.

Poi sedette con l'amico mentre aspettavano che Giorgio arrivasse. Per una volta non parlarono molto, visto che Giovanni combatteva per sopportare il dolore e sperava che Giorgio sarebbe arrivato presto.

Più di un'ora dopo, non era ancora arrivato e Giovanni stava iniziando a preoccuparsi.

Fuori Federico poteva sentire che il tempo peggiorava. Aveva piovuto tutto il giorno, ma ora sembrava che le gocce stessero cadendo con più forza che mai. Improvvisamente un rumoroso fragore di tuono fece saltare entrambi. Giovanni guardò verso Federico con occhi spaventati.

Odiava i temporali.

-Dov'è Giorgio? Perché ci sta mettendo così tanto? Ho paura-

-Ssh, tesoro, va tutto bene. Sarà qui tra poco-

Federico lo rassicurò, anche se segretamente anche lui era preoccupato del suo ritardo.

-Andrò a richiamarlo-

Federico lasciò la stanza di Giovanni e percorse tutto il corridoio, fino alla camera dove era consentito usare i cellulari.

All'improvviso Luca e Andrea si fiondarono nella stanza quasi facendolo cadere nella loro fretta.

-Cosa ci fate qui? Dov'è Giorgio? Chi sta controllando Fabio e Daniele?- chiese.

Loro lo guardarono silenziosamente per un momento mentre Federico registrava le espressioni affrante sui loro volti.

-Cosa è successo?- chiese, subito colmo di terrore.

Luca gli si avvicinò e lo strinse forte quando cominciò a parlare.

-Matteo ha i bambini, non preoccuparti per loro. E' che... che... è...- si fermò, incapace di andare avanti sapendo che ciò che stava per dire avrebbe fatto crollare il mondo addosso a Federico.

Andrea si intromise.

-E' Giorgio. Lui... o mio Dio... è morto-

Poi scoppiò in lacrime al pensiero.

-Cosa? Andrea... Andrea ti prego dimmi che non hai appena detto che Giorgio è morto-

-E' vero. Gli hanno sparato. L'abbiamo appena scoperto- disse Luca.

I tre si sostennero a vicenda, singhiozzando silenziosamente per ciò che era accaduto e che aveva distrutto in mille pezzi il loro mondo perfetto.

Gradualmente riuscirono a contenere le loro lacrime, mentre pensavano alla stessa cosa.

Qualcuno avrebbe dovuto dirlo a Giovanni.

Federico si chiese in che modo sarebbe riuscito a dire al suo migliore amico che suo marito se n'era andato.

Si immaginò come si sarebbe sentito se fosse stato Luca che non sarebbe mai più tornato a casa e seppe che, considerato quanto bene voleva a Giovanni, non sarebbe mai riuscito a dargli quella notizia orribile.

-Glielo dirò io- annunciò all'improvviso Andrea, mentre Federico e Luca continuavano ad abbracciarsi.

-No, glielo diremo tutti insieme- disse di colpo un'altra voce, proprio quando Matteo entrò nella stanza.

-Ho lasciato i bambini a Pietro, staranno bene. Dovevo venire-

Insieme, i quattro amici percorsero il corridoio fino alla camera di Giovanni, sapendo che ciò che stavano per dirgli avrebbe distrutto il suo mondo e l'avrebbe lasciato privo di ogni felicità.

Cercarono di non pensare al fatto che i bambini che stava portando in grembo non avrebbero mai conosciuto loro padre.

Nel frattempo Giovanni stava iniziando a chiedersi dove fosse finito Federico e perché ci stesse mettendo così tanto. Il dolore era diminuito e ora stava iniziando a pensare perché Giorgio non si fosse ancora presentato.

Erano ormai passate quasi due ore da quando Federico l'aveva chiamato per la prima volta.

Ci fu un colpo alla porta e poi Federico entrò, seguito da Matteo, Luca e Andrea.

Uno sguardo ai loro volti fece capire a Giovanni che qualcosa di terribile era accaduto. Poté vedere che Federico e Matteo avevano pianto e che Andrea e Luca apparivano arrossati in modo sospetto.

-Cos'è successo?- chiese velocemente.

-Centra con Giorgio, vero? Cosa gli è successo?-

-Oh, Giova, non ho idea di come dirtelo- iniziò Federico mentre lo abbracciava stretto.

-Giorgio è stato coinvolto in un incidente- cominciò Luca lentamente prima di girarsi in silenzio verso Andrea.

-Gli hanno sparato- continuò lui.

-Come? Cosa? Sta bene? Dov'è ora? Ditemi che sta bene... Matteo?-

-E' morto- iniziò lui schiettamente, senza giri di parole.

-Dio, Giova, siamo così dispiaciuti-

Gli amici lo accerchiarono, abbracciandosi e sostenendosi, cercando di attutire il suo dolore, ma tutti coloro che passarono davanti alla stanza in quel momento poterono udire un solo, lungo, angosciato lamento.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Ciao a tutti, oggi capitolo un po' più corto del solito, ma importantissimo.

Ve lo sareste aspettati? Beh, diciamo che ora Andrea ha via libera, ma non sarà facile conquistare un cuore in lutto!

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto con tanti bei commenti :)

A domani!

Sarai mai mio? // CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora