"Per corpo umano si intende un'intera struttura racchiudente diversi tipi di cellule che formano tessuti, che a loro volta sono organizzati in sistemi di organi in cui tutti sono in interazione tra loro per produrre vita. Il corpo adulto è formato per circa il 60% di acqua, pressapoco 42 litri. Il liquido è suddiviso in circa 19 litri nel compartimento extracellulare (inclusi 3,2 litri di plasma sanguigno e 8,4 litri di liquido interstiziale ) e 23 litri nel compartimento intracellulare. Sommando il numero di cellule di tutti gli organi del corpo, a maturità, ci sono all'incirca 30-37 trilioni di cellule nell'organismo."
Fatto, scritto! Ma perché quando si studiavano queste cose il mio sguardo era rivolto costantemente in tre punti!? La lancetta dei secondi dell'orologio, la compagna di due banchi avanti e le nuvole fuori della finestra che provocavano le punte aguzze delle montagne sull'orizzonte, queste tre cose mi hanno fatto sempre impazzire: il tempo, l'amore e la libertà.
Il Signor K era tutto tranne che seduto, dentro quella scatola fatta di banchi, donne che mettevano 4 invece di fare l'amore con lui e libri imposti. Naturalmente poi uno si trova male nella vita! Se non conosce limiti nell'adolescenza.
Come mi aspettavo, anche se il Signor K non era ancora tornato a fare le sedute, però le sue skyppate aumentarono. Da parte mia non volevo incoraggiare questo bisogno del bastone dell'esistenza. Fatto sta che continuò.
Si trovava male, perché ere completamente assorto in continui stimoli esterni che non gli davano mai un focus dove dirigere l'attenzione, espletare con rigor mentis la forma più alta di se stesso e così conoscersi e non essere in balia dell'ignoto. Un canale dove far confluire le acque. Un utero vaginale.
Invece di lavorare a tamburo battente - di quando sei in quel mood di piacere del lavoro che potresti arrivare a scavare il tessuto osseo se solo fosse corrisposto - era un acqua che si perdeva in mille rigoli, senza consistenza, invece di un albero, una frittata.
Essere corrisposto significava avere uno scopo, non disperdere ma indirizzare, devi trovare un punto, iniziare a lavorare, picchiare duro, creare una falla, aprire la piccola fessura e da lì darci giù come se non ci fosse più un domani, poter far sgorgare il torrente, come cadesse da una montagna a strapiombo, un diluvio d'acqua, uno stormo di gocce, una torma d'essere che ti permetta finalmente di fluire, di sgorgare, vai e sei, empito, fuga, foga e nostalgia. E il resto chi cazzo se ne frega!
Questa energia se non gestita o accompagnata, per farla decantare, come in una transumanza d'autunno le pecore ad un declivio erboso la sera, esposto a sud, per il riparo perde di sostanza, si trasforma in una morena di sedimenti, till deposti dall'ultima glaciazione, quella del tuo essere che picchia duro per aprire la falla ed incanalare ma che poi finisce solo per distruggere.
Allora il caro K ha scoperto che questo torrente d'energia, una volta trovato il punto dove battere, aperto il buco, creato lo scopo ha bisogno comunque di contenersi. Altrimenti piccole e grandi labbra si arrossano e provano fastidio invece che proficuo piacere.
Il piacere serve come un cacciavite alla vite al dovere.
Il modo migliore è quello di ridivenire ghiaccio, per poi, una volta raccolti in se stessi, trasformarsi di nuovo in acqua e continuare la corsa verso la propria foce, altrimenti si rischia di depositare detriti alla rinfusa, senza un perché, senza un percorso, quello del ritorno.
La vita ha un perché? Perché lo deve avere?
Il Signor K non lo sa. I perché che ha avuto finora erano tutti sbagliati.
Comunque sia, ora, sapere che il 60% del corpo umano è composto d'acqua al Signor K lo eccita, lo intriga, lo rapisce: vuole dire che quando sta davanti alla massa fisica d'un corpo sta davanti per un 60% ad un liquido, più della metà della sua apparenza, la supremazia che per un uomo vale la pena spendersi a vivere, una bella percentuale, vuol dire che in una torta a dieci spicchi ce ne sarebbero sei!
Capito cosa si perdeva, in tardissima età rispetto agli altri, ha iniziato a darsi da solo disciplina. Divenne così un sergente per se stesso. E più il suo essere smaniava, più inflessibile si costringeva alla sedia, allo studio, quello matto e disperatissimo non l'ha mai raggiunto però.
Ancora lo sogna. Ma un bambino cresciuto senza recinti o confini, dove lo sguardo può perdersi dietro le colline e sdraiarsi sull'erba sotto la curva del sole, completamente libero, per il quale era stampato nella mente che l'impossibile non esiste, beh, è difficile, è molto difficile venire a patti con se stessi, il conoscere i propri limiti, il sapere che non si può raggiungere il cosmo delle possibilità della fantasia. La depressione è un eccesso di energia non potuta utilizzare.
Quello che col tempo però ho constatato è che la disciplina lo ha reso arido, l'attenzione triste, la costanza schiavo, la paura vuoto, senza possibilità di potersi abbandonare, assomiglia ad una bajour sul comodino, all'occorrenza illumina la penombra della stanza, non è il sole ma è funzionale, quando non serve viene spenta.
La telefonata col Signor K si chiuse così. Alle 7 del mattino. Non so se fosse appena tornato o si fosse appena svegliato. Conoscendolo oramai da un pochino K odiava dormire il giorno, anche se fosse andato a dormire alle 7, da dopo le 10 di mattina non c'è stanchezza che lo possa costringere fermo s'un letto.

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Le storie del Signor K
Teen FictionLe storie sono quelle del signor K, un pendolare renitente, il quale ogni mattina si alza e va a lavoro. E chi è il Signor K? Non lo sappiamo. Le storie si scrivono nel momento in cui avvengono e le possiamo conoscere nel mentre queste storie vengon...