Il sabato successivo, poco prima della fine delle prove, ci preparavamo ad organizzare la nostra uscita in gruppo. Erik mancava perché aveva preso un virus intestinale che l'aveva costretto a diverse sedute in bagno e ad una temperatura da termosifone.
Mentre stavamo decidendo come prendere posto nelle varie macchine, Alex intervenne con voce stentorea, facendosi sentire da tutti.
«Contate due posti in meno in macchina. Io ed Alice vi raggiungiamo in moto.»
Mi voltai immediatamente verso lui e lo guardai attonita. Quando i miei neuroni cerebrali ripresero a funzionare mi accorsi che anche Cam ci guardava senza riuscire a proferire parola. L'unico con lo sguardo di chi la sapeva lunga sembrava essere Leo.
Mi sentivo sorpresa per quel gesto, un po' in tensione perché aveva dato per scontato che io accettassi, ma soprattutto avevo paura di lasciarmi coinvolgere troppo. Così mi avvicinai a lui cercando di spiegargli che non mi sembrava il caso, che sarei andata in macchina con Leo. E ovviamente, con la risposta pronta, mi disse che non c'era alcun motivo per cui non potevo accettare il suo passaggio, il casco era già pronto e la sua guida l'avevo già provata. Mi lasciai convincere appena pronunciò il mio nome, ma lo feci finire per non sembrare eccessivamente avventata.
Nonostante tutte le mie remore, io adoravo la sua moto. Mi piaceva, mi sembrava sexy. O forse era lui a sembrarmi più sexy su quella moto. Mi sentivo stranamente a mio agio quando saltavo su e mi avvolgevo alla sua schiena. Le note del suo profumo placavano ogni mia ansia e mi sentivo calma in un palpito. Facevo fatica ad ammetterlo ma avevo la sensazione che le nostre vite si sarebbero intrecciate anche senza il nostro controllo.
Alla fine fu meno tragica di quanto avevo immaginato. Fu un semplice passaggio in moto, in coda alle macchine dei nostri amici. Quando arrivammo nei pressi del locale però, mentre gli porgevo il casco e stavo per ringraziarlo, lui si rivolse a me.
«Posso passare a prenderti domani pomeriggio?»
Perché ogni cosa che diceva mi lasciava senza parole?
«Domani pomeriggio?....ehm...Non mi stai chiedendo un appuntamento, vero?»
Alzò gli occhi al cielo, con aria divertita.
«Immagino di sì, ma se questa definizione dovesse importi di rifiutare, potremmo far finta che non lo sia ed esci comunque con me.»
Risi.
«D'accordo, si può fare. Ma dobbiamo decidere un posto dove incontrarci perché non vorrei che i miei se ne accorgessero.»
«Possiamo vederci all'incrocio, dove ti ho lasciato domenica scorsa, se per te va bene.»
«Sì, certo.»
«Bene. Sono contento. Passo a prenderti alle sedici. Indossa scarpe comode e porta con te un golfino per la cena.»
«La cena? Questa non era inclusa nell'invito.»
«Dai, non preoccuparti. Non ti farò fare tardi. Ora entriamo prima che gli altri escano a prenderci.»
Passammo una piacevole serata, anche se l'idea di un appuntamento con Alex, in più di un occasione, rubò tutti i miei pensieri.
Credo che lui se ne accorse perché ogni tanto mi lanciava dei sorrisi così carini. Anche se eravamo seduti distanti, quando i nostri sguardi si incrociavano sembravano calamite con poli opposti, che appena raggiungono una certa distanza non possono più resistere alla forza che le attrae.
Cam notò i miei silenzi, così durante la solita pausa sigaretta, rimase sola con me e si fece più vicina.
«Alice, che succede? Ogni tanto stasera sembri completamente assente.»
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Permettimi di starti accanto
Chick-LitAlice. Semplice ragazza ma dai grandi progetti. Vuole diventare medico ed è molto determinata a raggiungere il suo obiettivo, tanto che aldilà dello studio, l'unica distrazione che si concede sono le prove con la band. Ma è proprio qui che si imbatt...