Capitolo 10

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Lo spettacolo in programma era tenuto da alcuni artisti di strada.

Non avevano un palco, ma sulla piazzetta principale avevano creato uno spazio delimitato con una piccola e semplice scenografia. C'erano due musicisti sul lato destro, uno impugnava un ukelele, l'altro poggiava le mani sulla membrana di un bongo. Sul fianco sinistro era posizionata una grossa tenda, che avrebbe fatto da sipario e scenografia allo stesso tempo. Al centro era presente tutta l'attrezzatura necessaria per un numero di aerial dance. Gli artisti avrebbero rappresentato una loro personale rivisitazione della storia di Prometeo, eroe che secondo la mitologia greca donò il fuoco agli uomini.

Fu interessantissimo. Io rimasi completamente catturata. Tutto ciò che riguardava la storia della Grecia mi aveva sempre appassionato e i ragazzi ebbero un modo decisamente intenso di metterla in scena. Erano mangiafuochi, trampolieri, narratori, aerial dancers, ballerini, attori, musicisti. Semplicemente fantastico. Durò quasi due ore, ma il tempo sembrò volare via. Noi assistemmo in prima fila e ne fui onorata, vista l'esibizione inattesa e sorprendente.

«Wow, ragazze! Ma qualcuna di voi sapeva di che tipo di spettacolo si sarebbe trattato? È stato grandioso!»

Fu Cam la prima a parlare. Non c'eravamo scambiate nemmeno una parola fino ad allora. Eravamo tutte assorte.

«Sì, anche a me è piaciuto molto. Pensavo che sarebbe stata una di quelle rappresentazioni spicciole da dieci minuti e cappello alla mano. Di sicuro aldilà di ogni aspettativa. E pensare che gli artisti di strada non li ho mai apprezzati granché.» Fece Bianca.

«Io invece li adoro! Ma loro sono stati super!» Commentai.

«Belli, belli. Ma ora andiamo a caccia di uomini?»

«Serena, sei sempre la solita! Dai andiamo da quella parte.» Cam si avviò a braccetto con Serena, seguita da noi altre.

Eravamo di fronte lo stabilimento numero trentuno. Io e Bianca ci stavamo intrattenendo in una banale conversazione, quando Cam si voltò verso di noi per invitarci a scendere sulla spiaggia.

«Guardate lì! Ci sono Leo e gli altri. Andiamo?»

Non feci in tempo a rispondere che mi trovai già trascinata in quella direzione.

C'erano delle ragazze con loro, ragazze che non avevo mai visto prima, probabilmente turiste, in zona per le vacanze estive. Non riuscivo bene a distinguere i loro volti, però sembravano divertirsi molto. Quando fummo più vicine le immagini si fecero più nitide e mi parve di scorgere la figura di Alex. Accanto a lui c'era una ragazza mora, alta e slanciata, con indosso un top e una minigonna molto mini. Lui le cingeva un fianco e lei gli stava sussurrando qualcosa in un orecchio. O almeno sperai che stesse solo sussurrando.

Raggelai.

Le mie gambe si fecero improvvisamente molli.

Il mio cuore cominciò a battere talmente forte che mi sembrava di intravederne il movimento al di sotto del vestito.

La salivazione si fece ridotta.

Non riuscivo a controllare il tremore delle mie mani sudate.

Il respiro diventò affannato.

Sentivo anche la vista affievolirsi.

Probabilmente stavo impallidendo o forse Cam, che stava guardando la stessa scena, intuì il mio stato d'animo. Si voltò verso di me e tentò di afferrarmi una mano. Ma non fece in tempo perché io ero già scappata via, lungo la spiaggia, il più lontano possibile da lui e da tutto il senso di colpa che mi inondava al solo pensiero di quanta parte di me gli avevo stupidamente rivelato.

Permettimi di starti accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora